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Günther Steiner via dalla Haas

Quando mancano due mesi all'avvio del campionato a sorpresa il team principal meranese della squadra americana sostituito da Ayao Komatsu.
guenther steiner
Foto: haas
  • Il meranese Günther Steiner, diventato un beniamino del pubblico grazie alle serie Netflix sulla Formula 1,  dopo anni lascia la Haas e sarà sostituito da Ayao Komatsu. A due mesi dall'avvio del campionato 2024 la notizia ha colto di sorpresa il mondo delle quattroruote. La figura di Steiner è stata alla base del progetto Haas F1. 

    Figlio di un macellaio, Steiner si avvicina al mondo dei motori per caso, chiedendo al padre di andare a vedere le gare dell’Appiano-Mendola e la Trento-Bondone. In gioventù fa l’apprendista meccanico, dopo il servizio di leva trova lavoro in Belgio nel mondo del rally, iniziando con il team Mazda 323 4WD Turbo. Entrato nel pianeta “Ford”, quando Niki Lauda prende le redini del progetto Jaguar, nel 2001 Steiner approda in Formula 1. Il suo percorso lo raccontammo su SALTO nell'aprile 2022.  Eccone alcune parti i risultati di cui parla sono riferiti 

    SALTO -  Il suo carattere gioviale e aperto l’ha fatta diventare la star della bella serie Netflix “Drive to survive”. Lei e la sua famiglia vivete a Mooresville, nella Carolina del Nord, ma vedendo la trasmissione si capisce che lei conserva un legame forte con questa terra. E’ così?

    Ho lasciato l'Alto Adige 25 anni fa. Mia moglie è di Dorf Tirol e nei primi dieci anni abbiamo vissuto in Inghilterra. Da 16 anni abitiamo negli Stati Uniti (a Mooresville, nella Carolina del Nord, ndr) ma torniamo qui regolarmente. Abbiamo una casa a Merano, e poi in città vive mia mamma che è anziana e la vengo a trovare sempre volentieri. Poi in realtà quando vengo a Merano lavoro come se fossi nel mio ufficio, è una cosa stranissima. Quando ho con me il mio laptop posso lavorare ovunque e sono contento. Lavoro in aeroporto, a casa, e un mio ufficio vero e proprio non ce l’ho perché la nostra squadra ha una sede in Inghilterra, una negli Stati Uniti e una a Maranello. In estate durante la stagione europea ci fermiamo in Alto Adige anche due mesi ed anche a Natale veniamo sempre due o tre settimane. Con il passare degli anni sono diventato, come si dice, un cittadino globale, però in Alto Adige torno sempre volentieri.

    I 28 secondi in cui nel 2020 Grosjean in Bahrain è rimasto prigioniero nelle fiamme sono forse stati i più brutti della sua carriera. Qual è stata finora, invece, la soddisfazione più grande della sua carriera? Forse il quinto posto nel campionato costruttori nel 2018?

    Sinceramente sono tantissimi i momenti belli. I risultati sono importanti, ma dal giorno dopo che li hai ottenuti, te ne dimentichi in fretta. Le cose importanti e che restano sono altre. Ho lavorato ed avuto uno splendido rapporto con Colin McRae, un mito nei rally e con Niki Lauda, un mito in Formula uno. Sono molto amico di Stefano Domenicali, persona molto ben conosciuta in Alto Adige (è l’attuale presidente della Formula Uno, ex team manager della Ferrari, grande amante dello sci, ha una casa a Carezza, ndr). Per me lavorare con queste persone, diventarne amico, è una cosa fantastica che mi dà le soddisfazioni più grandi. Apprezzo molto di più questo aspetto che i risultati sportivi.