Chronik | La sentenza

Donati non diffamò Fischetto

L'ex allenatore di Alex Schwazer che in un librò raccontò il "complotto" contro il marciatore assolto a Trento dalle accuse mossegli dal dirigente della commissione antidoping della Iaaf. "Il fatto non costituisce reato".
Schwazer, Donati
Foto: upi
  • Nessuna diffamazione da parte di Sandro Donati nei confronti del medico Giuseppe Fischetto. Lo ha stabilito il Tribunale di Trento, che ha assolto l’ex allenatore di Alex Schwazer dall’accusa di aver leso l’onore e la reputazione dell’ex dirigente della commissione antidoping della Iaaf. “Il fatto non costituisce reato”, ha scritto il giudice Rocco Valeggia, riconoscendo nel libro I signori del doping. Il sistema sportivo corrotto contro Alex Schwazer un legittimo esercizio del diritto di critica letteraria.

    La vicenda giudiziaria nasceva da una querela presentata da Fischetto dopo la pubblicazione del volume, edito nel 2020 e stampato a Cles, circostanza che aveva determinato la competenza territoriale del tribunale trentino. Nel libro Donati ricostruiva, con la consueta precisione documentaria, il contesto di poteri, omissioni e connivenze che a suo giudizio avevano segnato gli anni più opachi della lotta al doping internazionale. Alcuni passaggi, ritenuti offensivi dal medico, riguardavano la traduzione di una e-mail del 2012 inviata a Grigorij Rodcenkov, allora direttore del laboratorio antidoping russo, il riferimento a un “sistema sportivo corrotto” che avrebbe penalizzato Schwazer, e l’ipotesi di una manipolazione dei campioni biologici dell’atleta nel 2016.

  • Sandro Donati: con il giornalista Paolo Florio che moderò l'incontro con l'allenatore di Alex Schwazer Foto: Othmar Seehauser
  • Già nel 2022 il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione, ritenendo le affermazioni di Donati “di indubbio interesse pubblico, ampiamente documentate e rispettose del principio di continenza formale”. Ma Fischetto si era opposto, ottenendo dal Gip un’imputazione coatta per diffamazione su quei tre punti. Oggi, con la sentenza Valeggia, la storia si chiude: il libro non è diffamatorio, è cronaca e riflessione civile. Tutto qui.

    Per Donati si tratta di una vittoria importante, non solo personale. L’assoluzione conferma la legittimità del suo lavoro di denuncia, portato avanti per decenni con rigore e coraggio, spesso controcorrente rispetto al mondo sportivo ufficiale. E per chi, come SALTO, lo aveva ospitato sui Prati del Talvera nel settembre del 2021 per la presentazione di quel libro, questa sentenza ha un sapore particolarmente piacevole.