Gesellschaft | Proposta di legge

“Si poteva fare di più”

Cannabis: domani, 11 novembre, i promotori della campagna “Legalizziamo!” consegnano le firme alla Camera su legge popolare. L’avv. Valcanover: “Ancora troppi moralismi”.
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Foto: herb.co

La cruciale battaglia dei promotori della campagna “Legalizziamo!” è a un punto di svolta: sono infatti state raccolte (e superate) nell’arco dei 6 mesi previsti dalla legge, le 50mila firme necessarie per presentare in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare - promossa da Radicali Italiani, Possibile, Associazione Luca Coscioni e altri soggetti - che si prefigge di regolamentare la produzione, il consumo e il commercio di cannabis in Italia. A mobilitarsi, oltre ai “semplici” cittadini, anche alcuni volti noti come Roberto Saviano, Vasco Rossi, Almamegretta, Gianmarco Tognazzi, Sergio Staino, Pierluigi Battista, Ascanio Celestini. Hanno aderito alla campagna anche la sindaca di Torino Chiara Appendino, il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris, e quello di Parma, Federico Pizzarotti.
 


Assenteismo di sinistra
Domani, venerdì 11 novembre, le firme verranno depositate a Roma, presso la Camera dei Deputati. “Malgrado la scarsa informazione sul tema, tranne alcune eccezioni, siamo riusciti nell’intento - racconta Fabio Valcanover, avvocato e uno dei protagonisti della campagna -, la difficoltà gigantesca è stata quella di reperire gli autenticatori delle firme che potevano essere individuati fra i consiglieri comunali e regionali, delegati di sindaci o del presidente della giunta regionale, ne abbiamo trovati davvero pochi”. La critica è rivolta ai consiglieri del Pd, “colpevoli” di aver disertato i tavoli per l’autenticazione delle firme. “Solo i consiglieri del Movimento 5 Stelle sono venuti a darci una mano, il Pd era del tutto assente e questo - osserva il legale - dà la misura del diverso atteggiamento che la sinistra ha nei confronti della legge a Bolzano e a Trento, se nel capoluogo altoatesino il fronte di discussione e condivisione è forte e trasversale, ricordo peraltro che fra i firmatari della legge parallela di iniziativa parlamentare c’è il senatore Francesco Palermo e la deputata del Pd Luisa Gnecchi, a Trento non ha firmato nessuno, il senatore Tonini per esempio o il deputato Nicoletti”. Secondo Valcanover chiara è dunque la disattenzione della città trentina rispetto al tema della legalizzazione della cannabis, “il sospetto è che ci sia ancora un moralismo profondamente radicato”.


The american way
Una prospettiva che stride con quanto accade in questi giorni oltreoceano: lo scorso 8 novembre negli Stati Uniti parallelamente alle elezioni che hanno incoronato Donald Trump 45esimo presidente americano e rinnovato gran parte del Congresso, gli americani hanno votato per decidere su una serie di proposte di iniziativa popolare, fra cui quella sulla marijuana. In nove stati c’è stato infatti un referendum sulla legalizzazione della cannabis. In California, Maine, Nevada, Arizona e Massachusetts il quesito riguardava la legalizzazione e la regolamentazione della cannabis a scopo ricreativo (nei cinque stati l’uso per scopi medici è già consentito). In altri quattro stati (Arkansas, Florida, Montana e North Dakota) il voto riguardava invece la produzione e la compravendita di marijuana a scopo terapeutico. La depenalizzazione è passata in tutti gli Stati, tranne che in Arizona. “Va consolidandosi la convinzione dell’inutilità della proibizione, in alcuni stati americani, e non solo quelli ad appannaggio democratico, la legalizzazione sia per uso ludico che per uso medico sta procedendo a grandi passi”, sottolinea Valcanover.

Informazione spilorcia
Alle nostre latitudini appare invece faticoso emergere dal solito oscurantismo rispetto a certi argomenti. “Se ci fosse stata un’informazione adeguata circa i danni del proibizionismo sotto il profilo economico o giudiziario, pensiamo solo ai costi per i processi, probabilmente avremmo molte più firme, sarebbe inoltre dovuto passare in modo più efficace il messaggio che con questa legge non ci occupiamo solo della cannabis per uso ludico ma anche per uso medico, aspetto sul quale stiamo lavorando sia a Bolzano che a Trento”, spiega il promotore della campagna che aggiunge: “Ai tavoli sono venute persone che ci hanno raccontato la loro esperienza, la domanda c’è, perché molti sono intolleranti ai farmaci e la cannabis in questo senso potrebbe portare dei benefici strategici”. Quel che resta da fare, ora, è limare alcuni aspetti della legge e “dal momento che abbiamo delle competenze come province a statuto speciale, trovare gli strumenti per rendere pubblica e ben disciplinata la somministrazione di cannabis per uso terapeutico, che ha dei costi altissimi visto che la produzione è proibita e deve essere importata dall’Olanda, e ottenere, una volta entrata in vigore la legge, anche il rimborso da parte dell’Azienda sanitaria locale”, così Valcanover.