“Rischiamo i forconi in piazza”
L’opinione è netta: “Se vogliamo dimostrare la nostra virtuosa autonomia all’Italia, bene chiudere in anticipo se questo è quello che suggeriscono i dati. L’assessore provinciale alla sanità Thomas Widmann si sta occupando giorno e notte della stabilità delle nostre strutture sanitarie. Mi domando però chi si stia occupando invece della grande crisi economica che si prospetta di qui in avanti” scrive in una nota il consigliere provinciale di Alto Adige Autonomia Carlo Vettori, a margine della riunione odierna dei capigruppo. “Se lo scenario sarà quello di una serie di progressive chiusure - prosegue Vettori - non capisco cosa aspettiamo a dimostrare la nostra autonomia sostenendo in anticipo rispetto al resto del Paese le nostre realtà economiche che saranno sicuramente vessate da questo terribile Covid-19. Ad oggi riceviamo i complimenti del ministro Boccia per le misure di prevenzione adottate dall’Alto Adige. Mi piacerebbe in un futuro prossimo (ma neanche troppo) che l’Alto Adige fosse presa ad esempio per la capacità gestionale di aiuto alle realtà economiche in difficoltà”.
Intanto poco fa, via social, il governatore Arno Kompatscher ha annunciato che la giunta provinciale, nella sua seduta di oggi, ha deciso per “nuove misure restrittive mirate a ostacolare la diffusione del coronavirus, che entreranno in vigore da sabato (14 novembre, ndr)” e che saranno illustrate nel pomeriggio di oggi. “Purtroppo i crescenti e preoccupanti numeri relativi alle infezioni rendono necessario un ulteriore sforzo da parte di tutti”.
salto.bz: Vettori, ce l’ha in primis con l’assessore all’Economia Achammer?
Carlo Vettori: Più che un esplicito rimprovero la mia è un’esortazione a mettere le mani avanti, perché è vero che l’attenzione del presidente Kompatscher e dell’assessore Widmann in particolare è ora tutta concentrata sull’arginare la diffusione del contagio da Covid-19 ed evitare un collasso del sistema sanitario, ma dall’altra parte ci sono aziende, lavoratori a partita iva, cittadini, che brancolano del buio. E la giunta serve anche a questo, a dare risposte, in altre parole ognuno si prenda le proprie responsabilità. Vedremo quali nuove disposizioni comunicherà più tardi il presidente dell’esecutivo provinciale. Ribadisco: se da una parte Boccia elogia l'Alto Adige mi aspetto che gli stessi complimenti vengano recapitati da parte dei ministeri competenti per quello che è stato fatto da parte della Provincia sul fronte dell’economia.
Uno scenario come quello pandemico impone di prendere decisioni anche impopolari. Ma queste decisioni devono comunque sempre avere una camera di compensazione
A proposito di “modello di autonomia responsabile”.
Rischiamo di ritrovarci la gente coi forconi nelle piazze, sennò. E in quanto al bilancio, lo sappiamo già benissimo, saranno lacrime e sangue.
Cosa propone, allora?
Così come il governo nazionale ha stanziato contributi a fondo perduto con il decreto Ristori bis parallelamente in Alto Adige bisognerebbe pensare a una sorta di partecipazione da parte della Provincia nei confronti dei nostri cittadini, che stanno attraversando un periodo molto duro. Insomma, è opportuno far valere la nostra autonomia anche in questo caso. Altrimenti ci sarà chi si chiederà: “Ma se l’autonomia non serve in questi frangenti, se in momenti del genere rimaniamo ‘azzoppati’, allora che senso ha?”. Vogliamo arrivare a questo? Il punto è uno.
Quale?
Finché non arriva il vaccino quelli messi in campo sono tutti tentativi per tamponare una situazione critica, e uno scenario come quello pandemico impone di prendere decisioni anche impopolari. Ma queste decisioni devono comunque sempre avere una camera di compensazione. Nessuno si aspettava una tale recrudescenza del virus, certo è che nonostante tutte le raccomandazioni della giunta e della politica sul rispetto delle norme sanitarie qualcosa evidentemente non ha funzionato.
La politica può arrivare fino a un certo punto, non è che si può fare una norma per ogni cosa, pure sul senso civico
Quell’attitudine a minimizzare la gravità della situazione fa la sua parte.
Il ragionamento è: vogliamo combattere una battaglia o incominciare a educare la quota di popolazione più reticente, insistendo sul fatto che finché non avremo il vaccino bisogna cambiare il proprio stile di vita e convivere con il virus? E ciò vuol dire anche essere ligi sul rispetto delle norme redatte. Di fronte a certi post sui social, come quello di una mamma che ha mandato a scuola il bambino per 8 ore con una mascherina traforata che praticamente non ha alcun effetto protettivo, ci stupiamo dell’aumento dei contagi? Se non si seguono alla lettera le regole questi sono i risultati. E la politica può arrivare fino a un certo punto, non è che si può fare una norma per ogni cosa, pure sul senso civico.