Sport | La storia

Waterbasket: tra passione e trasferte

Arrivato a Bolzano solo 5 anni fa, il Waterbasket è sempre più conosciuto. Il racconto della squadra bolzanina ora alle prese con il Campionato italiano.
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Foto: Waterbasket Bolzano

La palla galleggia sull’acqua di una piscina trasparente. L’arbitro fischia. Due squadre schierate una di fronte all’altra. Gli atleti nuotano “a tutta” verso il centro della vasca, entrano in possesso della palla e vince la partita la squadra che fa più punti a canestro. Assomiglia alla pallanuoto, ma ha qualcosa di unico e affascinante il waterbasket, uno sport che negli anni sta allargando sempre più il suo pubblico e che a Bolzano è rappresentato da una squadra di amatori della Bolzano nuoto. A farlo arrivare fino in Alto Adige si può dire essere stato il caso. Solo 5 anni fa, il fotografo subacqueo Giorgio Braus vide al Lago di Caldonazzo un signore con un costume con stampata la scritta “waterbasket”. Lui, da ex giocatore di pallacanestro, sport abbandonato per i problemi alla schiena, non poté che rimanere incuriosito. Così, Braus approfondì il funzionamento di questo sport, che lo portò fino a Belluno a ritirare dei canestri. Radunati gli amici del basket, e della Bolzano sub, si formò la prima squadra altoatesina di waterbasket che partecipò subito al Campionato italiano. “Eravamo gli unici ad avere una squadra mista di maschi e femmine”, ricorda Braus.

 

Le trasferte e “il terzo tempo”

 

Ad oggi, partecipando al Campionato italiano, oltre ai due allenamenti settimanali svolti presso la piscina Pircher di Via Maso della Pieve 40, la squadra bolzanina di waterbasket viene ospitata in altre città italiane per le partite dei finesettimana. “Gli allenamenti sono sempre più strutturati e possiamo dire che si è creato davvero un bel gruppo. A differenza di squadre come quelle di Bologna, Perugia e Firenze – con cui Bolzano si è messa alla prova a inizio febbraio proprio nel capoluogo emiliano – noi non abbiamo un grande bacino di utenti provenienti dalla pallanuoto o dal basket”, spiega Tiberio Macchia, amatore bolzanino. “Certo, proviamo sempre a ‘dare tutto’, ma anche quando si perde non si rovina il clima intorno a noi. E poi c’è la tradizione del ‘terzo tempo’ – ripresa dal rugby – con l'invito a cena da parte della squadra organizzatrice delle partite”. Come evidenzia l’ex allenatore Mirko Signorello: “Il waterbasket si adatta bene alle esigenze dei non agonisti, in quanto tiene in considerazione il risultato ma non lo rende l’unico motivo per ritrovarsi e allenarsi. C’è tanta voglia di stare insieme, di socialità e di espandere questo sport, che non prevede un alto livello di contatto fisico come nella pallanuoto”.

Anche fuori dall’Italia

 

“Abbiamo avuto l’occasione di competere in Slovenia contro squadre slovene e croate. Lì si gioca più o meno nello stesso nostro modo, ma si può nuotare anche dietro al canestro (come per le porte nell’hockey), che però non ha un tabellone (come quello della pallacanestro) . È stata un’opportunità per confrontarsi con altri giocatori – racconta Macchia – che ci auguriamo possa replicarsi”.

La scorsa estate, inoltre, Waterbasket Bolzano ha organizzato la “Coppa Italia” al Lago di Caldonazzo, un’intera giornata di divertimento e di partite; non è mancata neppure la grigliata in compagnia. “Nuotare nel lago mi riesce meno faticoso che in piscina, magari l’acqua è più fredda, ma la percepisco come meno ‘pesante’ di quella al chiuso”, conclude Tiberio Macchia. La stagione continua; tutti gli aggiornamenti sono disponili sulla pagina Facebook.