Politik | La sentenza

L’illegittimità del sessismo elettorale

La Corte costituzionale esclude le liste dei piccoli comuni che non assicurano la parità di genere. Unterberger: “Serve una legge sulla doppia preferenza, temiamo Roma”.
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Foto: Corte Costituzionale

Le piccole dimensioni non saranno più una scusa: la mancata previsione, per i comuni con meno di 5.000 abitanti (che racchiudono il 17% della popolazione italiana), dell’esclusione della lista elettorale che non presenti candidati ambosessi va ritenuta incostituzionale. Lo ha stabilito la Consulta attraverso la sentenza n. 62 redatta dalla vicepresidente Daria de Pretis e depositata ufficialmente nella giornata di ieri, 10 marzo. La decisione è motivata dal fatto che la presenza di uomini e donne nelle liste elettorali comunali costituisce, secondo la Corte Costituzionale, una garanzia minima delle pari opportunità di accesso alle cariche elettive. Quest'obbligo, si legge nella sentenza, vale anche per i comuni con meno di 5.000 abitanti ma, secondo gli articoli 71, comma 3-bis, del Dlgs n. 267 del 2000 e 30, primo comma, lettere d-bis) ed e), del Dpr n. 570 del 1960, non vengono previste sanzioni in caso di violazioni. La misura di riequilibrio della rappresentanza di genere nei comuni più piccoli è dunque inefettiva rispetto a quanto prescritto dall'articolo 51 della Costituzione, secondo cui “Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”. La Consulta ha stabilito dunque l’incostituzionalità degli articoli che disciplinano la presentazione delle liste dei candidati delle piccole amministrazioni, dal momento che non prevedono alcun piano sanzionatorio per le liste elettorali che non presentano almeno un terzo di candidate donne.

 

La senatrice Julia Unterberger ha accolto di buon grado la sentenza, agitando però lo spauracchio del fantasma di Roma: “La sentenza della Corte Costituzionale sulla necessità di porre azioni per la parità di genere è una buona notizia nella battaglia per l’ingresso delle donne nelle Istituzioni. Tuttavia - sottolinea in una nota - i sistemi elettorali per i consigli comunali e per il Consiglio provinciale di Bolzano non prevedono ancora la doppia preferenza di genere. Siamo una delle poche realtà in Italia a non avere questa norma. Di recente la Ministra Bonetti ha annunciato che il Governo è pronto a esercitare il potere sostitutivo anche nei confronti di una regione a statuto autonomo come la Sicilia che, al pari nostro, non ha la doppia preferenza”.

Per la Senatrice, un simile intervento dello Stato centrale costituirebbe un pericoloso precedente e si appella alle istituzioni locali affinché si attivino per introdurre la legge sulla doppia preferenza all’interno del sistema elettorale provinciale: “Come ricorda la Corte - conclude Unterberger - l’impegno per la parità è un dovere costituzionale che non può essere disatteso”.
 

Nachdem das Patriarchat über Jahrtausende die Würde der Frauen verzerrt hat und dies immer noch nachwirkt, müsste ein neues Gesetz , meines Erachtens, sicherstellen, dass in den nächsten 20 Jahren, alle öffentlichen Ämter zur Hälfte mit Frauen besetzt werden müssen.

Sa., 12.03.2022 - 10:33 Permalink