Alto Adige mafia free?
In Trentino e in Alto Adige la criminalità organizzata italiana non c'è. L'ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia (DIA), presentata al Parlamento a fine luglio e relativa al secondo semestre del 2016, evidenzia come dal 2014 nel territorio delle due province autonome non sia pervenuta alcune denuncia né sia stato compiuto alcun arresto per associazione di topo mafioso (l'articolo 416 bis del Codice penale). Un percorso netto invidiabile, a fronte di circa 8 denunce ed arresti registrati complessivamente nel periodo considerato, di cui 1.111 nel solo secondo semestre del 2016.
In quest'ultimo lasso di tempo, secondo la relazione del ministro dell'Interno Marco Minniti, la DIA "ha partecipato agli accessi in 41 cantieri, a seguito dei quali si è proceduto al controllo di 970 persone fisiche, 472 imprese e 839 mezzi". Di questi, sono zero quelli avvenuti in Trentino-Alto Adige.
Il percorso netto per Trento e Bolzano è macchiato soltanto nel paragrafo dedicato a delitti di tipo associativo commessi da appartenenti a gruppi criminali di matrice etnica, e in particolare a quanti siano stati arrestati per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope e associazione per delinquere finalizzata al contrabbando.
I cittadini stranieri arrestati in Trentino-Alto Adige sono stati ben 150 (su meno di 1.400) nel primo semestre del 2016 e 60 nel secondo semestre. Duecentodieci in tutto. Tra questi, prevalgono i nord-africani, 89, seguiti da albanesi (68) e russi (34).
Questi numeri rappresentano un possibile problema per almeno tre elementi, segnalati nella relazione della DIA. Il primo: "In Italia sono ormai radicate alcune formazioni criminali straniere che stanno evolvendo verso forme sempre più pericolose, tendendo a passare, rapidamente, da una originaria funzione sussidiaria svolta a favore dei clan italiani, alla conquista di autonomi spazi operativi". Le associazioni criminali straniere collaborano con i clan italiani, i più importanti dei quali associati a mafia, 'ndrangheta e camorra. Secondo: "Il terreno d’incontro privilegiato tra i sodalizi italiani e le organizzazioni criminali straniere rimane il mercato della droga", dove operano molte associazioni che coinvolgono cittadini nordafricani, l'area più rappresentata tra gli arrestati in Trentino-Alto Adige. Terzo: "Negli ultimi anni è emerso, altresì, come il traffico degli esseri umani sia diventato un ulteriore, importante canale di finanziamento della criminalità straniera operante a livello internazionale, per la cui realizzazione verrebbero utilizzate le medesime direttrici del contrabbando e del traffico di merci illegali". E il Brennero è una delle principali vie d'uscita dall'Italia, lungo un itinerario verso la Germania e l'Europa del Nord.