Maratona al ponte Roma
Lo spazio aereo era tutto occupato dai charter low cost e il mio volo Alitalia è partito da Atene con sei ore di ritardo. Da quando ho fatto il check in a quando sono uscito dall’aeroporto la compagnia aveva fatto in tempo a cambiare tre volte proprietario e bandiera. Sono uscito da Fiumicino tra i tassisti che urlavano "chi non salta un controllore di volo è!"
Poi ho preso il Fickbus, che ho ribattezzato così perché ti fottono alla grande. Paghi come il treno ma ci metti sei volte tanto. Così alla decima fermata sono sceso e ho noleggiato una macchina per venire a Bolzano. Purtroppo ci ho messo 12 ore ad arrivare in centro perché c'era il blocco del traffico e sono rimasto incolonnato davanti ad un centro commerciale in cui c'erano i saldi ed era pieno di gente che attraversava la strada bloccando la statale 12, forse si chiama così perché ci metti 12 ore ad attraversare quel tratto. Roba da matti. Per andare da Maratona a Atene a piedi, Filippide ci aveva messo meno che io a fare quei cinquecento metri.
Mentre ero in coda ho anche scoperto che c'è il progetto di fare una strada nuova perchè accanto a me c'era il sindaco di un paesino chiamato Laives e me lo ha detto lui che nell'attesa ha fatto 12 post su facebook, si lamentava come il protagonista di una tragedia di Sofocle. Alla fine un vigile urbano che si chiamava Gemeindepolizei (che civiltà, qui persino gli agenti hanno il nome sulla divisa come i calciatori, altro che la mia Grecia) mi hanno dirottato in un parcheggio fuori città e sono venuto con un bus navetta. Forse dovrebbero fare delle navette che salgono e scendono lungo i fiumi, in questo modo ci si mette meno
Ma non sono qui per fare il demiurgo della mobilità, voglio cercare la pace nelle montagne e presto lascerò la civiltà per immergermi nella natura incontaminata delle Dolomiti che il mio bisnonno Theodor Christomannos ha così ben descritto nei suoi diari.
Dato che gli hotel accessibili al mio portafoglio erano tutti pieni, mi sono deciso a montare la tenda lungo le gelide acque di un torrente che mi avrebbe portato la voce e il profumo delle montagne.
Un senzatetto che stava cagando dietro il cespuglio però mi ha avvisato che quel posto era già preso e che dovevo andare più a sud. Ho passato l'accampamento dei marocchini, quello dell'africa subsahariana e quello afghano per un attimo ho pensato di essere tornato nella mia Grecia, in un campo profughi di Lesbos. Poi mi sono ritrovato di nuovo davanti a quel centro commerciale. Agios Theos! Sembra che qui facciano apposta a portarti sistematicamente nel punto più incasinato della polis. Ma io sono un greco, discendente dei nobili guerrieri achei nel sangue ho la kalokagathia, e non mi rompo mai. Così ho ripensato alle parole di Ulisse quando era solo e disperso in mezzo al mare attaccato a una tavola di legno marcio e ho esclamato: porca troia!
Volevo accamparmi sotto il viadotto dell'autostrada ma un amministratore molto zelante aveva fatto installare dei dissuasori: si vede proprio che questo è un posto pieno di casino tipicamente italiano gestito con il tipico autoritarsmo tedesco.
Alla fine ho dormito all'addiaccio ma comunque i treni e i bus qui arrivano in orario. Sempre che le corse non saltino perchè non si trovano autisti.
Ma domani inizia il vero viaggio. Sono finalmente pronto per le Dolomiti selvagge!
Le ho detto che era meglio
Le ho detto che era meglio Santorini... vedrà Carezza... auguri!