Wirtschaft | La chiusura della fabbrica Hoppe

Michele Buonerba: “Ignorati tutti i campanelli d’allarme”

Mentre la Giunta provinciale tenta di tamponare gli effetti a breve termine della chiusura della fabbrica della Val Passiria, quello che continua a mancare è una strategia in grado di guidare l’Alto Adige fuori da una crisi che non è stata percepita in tutta la sua gravità.

Davanti alla chiusura di una fabbrica come la Hoppe della val Passiria gli atteggiamenti possibili sono due. Il primo è di rassegnato fatalismo, proprio di chi legge gli accadimenti subendone il colpo, convinto che si sia trattato di qualcosa d’inevitabile. Ciò ovviamente non esclude una reazione, ma essa si trattiene nel campo dei gesti postumi, delle riparazioni improvvisate. Al contrario, il secondo ne ricerca le cause e non si sottrae al reperimento delle responsabilità. Il che vuol dire: cerca d’immaginarsi soluzioni di più lungo respiro, divenute sempre più d’impellente necessità.

Del primo tipo sembrano le dichiarazioni offerte dal presidente della Provincia, Luis Durnwalder, rilasciate ieri nella conferenza stampa di Giunta. “Salvare lo stabilimento di San Martino sarà quasi impossibile: la situazione è drammatica per tutta la Val Passiria”, ha detto infatti Durnwalder. E ancora: “la Provincia farà tutto il possibile per aiutare i lavoratori e le loro famiglie”. Rispondendo poi a chi ha rimproverato alla Provincia di non aver fatto abbastanza per il finanziamento degli ammortizzatori sociali, non seguendo l'esempio di Trento, Durnwalder ha quindi precisato che “in Trentino sono ancora in attesa dell'accordo con l'INPS per avviare il tutto”, e che “in ogni caso l'Alto Adige sarebbe rimasto tagliato fuori perché i sussidi avrebbero fatto superare il tetto del minimo vitale”.

Di tutt’altro avviso Michele Buonerba, segretario di SGB/CISL, il quale, a caldo, aveva già commentato la notizia in questo modo: “La chiusura della fabbrica Hoppe in val Passiria è un problema serio per le persone che sono coinvolte direttamente perché in quella valle non ci sono molte alternative. A loro, come ad altre 12.000 che sono di disoccupate in Alto Adige, vanno offerte delle concrete possibilità di riqualificazione professionale attraverso politiche attive e passive del lavoro, che sarebbero possibili con le competenze provinciali. Le proponiamo da cinque anni, ma la Giunta uscente non ha fatto nulla in questo ambito”.

Articolata più nel dettaglio, la riflessione di Buonerba parte da lontano, cioè dal 2008, l’annus horribilis del collasso finanziario originatosi negli Stati Uniti con la crisi dei subprime, per spiegare che la frustata caduta sugli operai della Hoppe era prevedibile e, anzi, prevista, e che se non si fosse perso tempo, per l’appunto, adesso gli effetti non apparirebbero così drammatici. “Me lo lasci dire, la Giunta provinciale ha sistematicamente ignorato tutti i campanelli d’allarme, ha continuato a pensare che si potesse andare avanti come sempre, dormendo sogni beati. Neppure la crisi nel settore dell’edilizia, favorita da una dissennata politica del territorio che ha prodotto ben un milione di metri quadrati inutilizzabili, è servita a far capire la piega che avrebbero preso le cose. Quando Durnwalder si rifiuta di ammettere che a Trento hanno agito più tempestivamente, affrontando la crisi aziendale mediante appropriati strumenti legislativi, rimango sinceramente sconcertato. Se la Val Passiria si trovava in Trentino, questi problemi non ci sarebbero stati”. In effetti, i dati della disoccupazione, quasi raddoppiata in poco più di dieci anni, danno ragione a Buonerba. “Durante la passata legislazione non è stato fatto praticamente nulla per incrementare una politica di sussidio al reddito, nulla, soprattutto, riguardo agli investimenti sulla formazione continua, gli unici in grado di offrire prospettive alternative quando il lavoro non può più essere salvaguardato e comincia a scarseggiare nella forma conosciuta finora. Noi l’abbiamo sempre detto, predicando nel deserto. Ormai siamo in emergenza e serve un rapido cambio di paradigma rispetto al passato”.