“Ignorano il pericolo”
Si complica la situazione alla ex Solland Silicon di Sinigo. Gli operai, i 30 su 52 che da ieri mattina (10 dicembre) hanno incrociato le braccia continueranno a farlo a oltranza. Ieri gli scioperanti avevano in un primo momento bloccato all’ingresso principale dello stabilimento l’autocisterna che avrebbe dovuto provvedere allo svuotamento dell’impianto dalle sostanze pericolose ancora presenti e in seguito era stata fatta entrare da un ingresso secondario da alcuni lavoratori non aderenti allo sciopero. “Resta l’emergenza della sicurezza dello stabilimento che è sotto Direttiva Seveso. Già dalla mattina, per via dello sciopero, la sicurezza dello stabilimento non è più garantita e le operazioni di riempimento dell’autocisterna hanno ulteriormente aggravato i rischi”, riferiscono Alfred Delmonego e Francesco Mongioì del sindacato Uiltec. Duro è il loro attacco: “Nonostante gli esposti alle varie autorità competenti, nulla di concreto viene fatto per ripristinare le condizioni di sicurezza: forse si aspetta, com’è al solito in Italia, che qualcosa di grave accada per poi stracciarsi pubblicamente le vesti e lamentarsi del destino cinico e baro? Lo stabilimento ex Solland Silicon di Sinigo sta vivendo un momento di grave pericolo, ma sembra che a nessuno interessi”. Il punto è, evidenzia la Uiltec, che in caso di incidente, le ricadute sui lavoratori, sulla popolazione e l’ambiente sarebbero molto serie. “Per esempio in caso di fuoriuscita, non controllata, di clorosilani si svilupperebbe immediatamente a contatto con l’aria una nube altamente tossica pericolosa per ogni singolo cittadino che ne viene in contatto”.
Le istituzioni hanno promesso un futuro lavorativo a questi dipendenti, ma non penso sia possibile nella ex Solland Silicon (Cristina Masera, Cgil)
Sulla spinosa questione interviene anche la segretaria provinciale della Cgil/Agb, Cristina Masera, facendo presente che allo stato attuale “non va assolutamente alimentata l’incertezza facendo credere che per la ex Solland Silicon il sogno della ripartenza possa realizzarsi, proprio perché, aldilà di chi sia o meno proprietario del sito, bisogna tenere in considerazione i lavoratori, e le loro famiglie, che da molto tempo vivono in una condizione di insicurezza”. Secondo Masera l’azienda che ha presentato il piano industriale per la ex Solland non ha intenzione di produrre direttamente e assumersi il rischio di impresa, dal momento che come società a responsabilità limitata ha un apparente capitale registrato di circa 66 mila euro. “La Srl ha infatti la dichiarata intenzione di creare ad hoc un’altra società che se ne occupi e il cui piano finanziario sarà basato su un capitale proprio, non specificato, con aumenti di capitali a terzi, da identificare, e in ordine emissione di prestiti obbligazionari, debito bancario, leasing e fondi nazionali e internazionali per il sostegno all’innovazione, senza specificarne le percentuali”, così la sindacalista. Infine l’amara presa di coscienza: “Le istituzioni hanno promesso un futuro lavorativo a questi dipendenti e sicuramente tutte le organizzazioni sindacali vigileranno affinché questo impegno venga mantenuto, senza tentennamenti, ma non penso sia possibile nella ex Solland Silicon”.