Meloni è contro l'Autonomia?
Non si sono fatte attendere le repliche alla visita lampo a Bolzano di Giorgia Meloni. Le parole della leader di Fratelli d’Italia (FdI) e candidata premier del centrodestra riguardo le regole dell’Autonomia che devono “valere per tutti” hanno suscitato l’immediata reazione di SVP e Süd-Tiroler Freiheit. Al termine del comizio in piazza Matteotti, Meloni ha citato la vicenda del Comune di Brennero, dove la SVP scelse come assessora esterna Stefania De Bettin al posto della consigliera di FdI Sandra Pederzini, la più votata del gruppo linguistico italiano. “Se Giorgia Meloni pensa che l'autonomia non debba, in certi casi, tutelare alcuni e non altri, allora probabilmente non ha mai sentito parlare di tutela delle minoranze”, dichiara l’Obmann della SVP Philipp Achammer, secondo cui “la base della nostra Autonomia è e rimane la tutela delle minoranza tedesca e ladina”.
“Chiunque voglia davvero proteggere le minoranze deve anche concedere loro diritti speciali e necessari”, prosegue il segretario della SVP, “allo stesso tempo non c'è dubbio che i poteri legislativi speciali sono stati utilizzati nell'interesse e a beneficio dell'intera popolazione. L'uno non esclude l’altro”. L’invito di Achammer alla leader di Fdi è di “dimostrare il suo sostegno all’Autonomia con i fatti, ad esempio partendo da una sincera elaborazione della storia della nostra minoranza”. Molto più dure le parole di Sven Knoll, consigliere provinciale della Sud-Tiroler Freiheit: “Il folle concetto politico ribadito dalla fascista Giorgia Meloni a Bolzano è che l’Autonomia per la tutela dei sudtirolesi di lingua tedesca e ladina deve essere abolita e sostituita da un'autonomia territoriale priva di significato, per abolire la funzione dell'Austria come potenza tutrice del Sudtirolo. Il Sudtirolo, per Meloni, deve diventare un affare puramente interno italiano”.
“Fascisti e verdi contrari all'Autonomia”
Secondo Knoll, “da anni fascisti e verdi in Sudtirolo si battono contro l'autonomia etnica e vogliono abolirne i pilastri fondamentali, come la dichiarazione di appartenenza al gruppo linguistico o la proporzionale etnica. Per rendere più digeribile questo scempio dei diritti fondamentali, l’argomentazione viene addolcita sottolineando che l'autonomia dovrebbe esserci per tutti, che non si può imporre ai mistilingue e agli stranieri l’appartenenza a un gruppo linguistico etc”. Se Giorgia Meloni dovesse diventare la nuova Presidente del Consiglio italiano “come purtroppo si teme”, conclude Knoll, “questa follia diventerà politica dello Stato, perciò dobbiamo difenderci”. Gli sforzi di Meloni di apparire meno nazionalista e più autonomista non sembrano aver fatto breccia. Almeno per ora.