Gesellschaft | Storia

Bolzano ricorda i 23 caduti dell'eccidio

Come ogni anno dal 2004, il 12 settembre la Città di Bolzano ricorda ufficialmente l’eccidio nazista alla Caserma di artiglieria “Francesco Mignone”. Il Sindaco Caramaschi: "Non dobbiamo dimenticare chi nella storia ha avuto coraggio".
eccidio
Foto: SALTO
  • Furono 23 gli uomini prelevati dal Lager nazista di via Resia all’alba del 12 settembre 1944. Condotti nella Caserma di artiglieria “Francesco Mignone”, un commando delle SS sparò un colpo alla nuca a ciascuno di essi.
    La brutale esecuzione nazista, che portò alla morte dei 23 internati, è forse il punto finale di un piano ideato dall’occupante germanico in Italia per eliminare le missioni clandestine di sabotaggio e di intelligence infiltrate in Italia centro-settentrionale per iniziativa del Governo del Sud, in collaborazione con i governi alleati: gli inglesi e gli americani. 

    Come ogni anno dal 2004, il 12 settembre la Città di Bolzano ricorda ufficialmente l’eccidio nazista. Proprio lo studio avviato dall’amministrazione locale e la documentazione raccolta dall’Archivio Storico hanno permesso di identificare nove missioni di cui fecero parte 14 agenti dei 23 uccisi nel capoluogo.

    Le salme, prima gettate dai nazisti in una fossa comune non contrassegnata e riesumate poi nel primo dopoguerra, dal 1950 riposano nel Cimitero Militare di San Giacomo.

    Questa mattina, in occasione dell’80esimo anniversario dell’eccidio, si è tenuta la cerimonia pubblica. Presente, tra gli altri, anche il Sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, Primo Schönsberg di Anpi Alto Adige e diversi studenti della scuola secondaria di I grado "Enrico Fermi”. 

  • Renzo Caramaschi: "Sono uomini che hanno lottato per la patria con la p maiuscola" Foto: SALTO
  • “È la mia ultima occasione per celebrare in veste istituzionale i 23 caduti”, sottolinea Caramaschi. “Sono uomini che hanno lottato per la patria con la p maiuscola, hanno costruito la democrazia che ci permette oggi di vivere liberi. E ne sono convinto: non c’è gioia nel costruire il futuro se non c’è la pace. Basta morti, basta guerra. Viviamo in un mondo – conclude il Sindaco - che va verso la follia. Non dobbiamo dimenticare chi nella storia ha avuto coraggio”.

    Per la ricorrenza, inoltre, Roberta e Mariuccia Noghera di Vercana, in Provincia di Como,  in qualità di nipoti di Américo Vanoli, doneranno alla Città di Bolzano tre reperti originali relativi alla deportazione del nonno nel Lager di Bolzano. La donazione consiste in tre reperti redatti da Américo Vanoli ovvero: un biglietto postale scritto dal carcere di Milano in data 04.08.1944 e due lettere inviate dal Lager di Bolzano alla famiglia in data 20.08.1944 e 29.08.1944. Si tratta di materiale documentale di alto valore storico e testimoniale, che permetterà di implementare il fondo di documenti originali provenienti dal Lager di Bolzano a disposizione di studiosi, studenti e lettori interessati.