Il cantiere alle Coronelle è irregolare?
Un’allegra scampagnata in un cantiere. Questa l’amara sorpresa di Mountain Wilderness, l’organizzazione alpinistica attiva a livello internazionale, che domenica ha deciso di presentare un esposto alla Procura di Bolzano dopo aver portato a termine, lo scorso 2 ottobre, un sopralluogo dei lavori ancora in corso della cabinovia Re Laurino nei pressi del Rifugio Fronza alle Coronelle, inaugurata lo scorso giugno e non prima di aver provocato una frana, ancora visibile, mentre venivano eseguiti gli scavi. Durante il monitoraggio sono balzate subito all’occhio alcune plausibili irregolarità: il cantiere era sprovvisto sia della recinzione, sia dell’apposito cartello di segnalazione dell’attività edilizia. Pertanto gli escursionisti avevano accesso all’area senza avvertimento dei pericoli. Elementi sufficienti, secondo gli ambientalisti, da ritenere opportuno presentare denuncia alla Procura e segnalazione all’Ispettorato del Lavoro di Bolzano, affinché possano venire accertate eventuali violazioni di legge in materia sicurezza nei cantieri. L’art. 109 del D.Lgs 81/2008 prevede infatti che “il cantiere, in relazione al tipo di lavori effettuati, deve essere dotato di recinzione avente caratteristiche idonee ad impedire l’accesso agli estranei alle lavorazioni”, mentre l’art. e 96 comma 1-b, individua quali soggetti responsabili il datore di lavoro, i dirigenti e i preposti, che sono tenuti a predisporre “l’accesso e la recinzione del cantiere con modalità chiaramente visibili e individuabili”.
Le ombre sul futuro
L’esposto alla Procura è solo l’ultimo dei tanti capitoli che stanno scandendo le sempre più drammatiche vicissitudini dell'ambiente circostante al Rifugio Coronelle, a partire dall’edificio stesso che verrà abbattuto per costruirne uno nuovo. Il perchè lo spiega direttamente chi propone il progetto, ovvero la Latemar Karersee GmbH dell’ex sciatore Florian Eisath, che già controlla gli impianti funiviari che collegano il rifugio di proprietà della Provincia e Malga Frommer e che presto sarà raggiungibile anche dall’abitato di Tires e sempre nel nome della sostenibilità.
Secondo quanto sostenuto dall’azienda costruttrice l’attuale rifugio Fronza non rispetterebbe l’armonia del contesto naturale e paesaggistico in cui si trova inserito. La soluzione presentata dall’imprenditore l’abbiamo già ricordata: un’enorme torre di vetro con 22 suites e una camerata da 6 posti letto, per un totale di 97 posti (l’attuale rifugio ne conta 65) oltre che a un ristorante da 360 posti.
Quello che rimane da chiarire è invece l’interesse reale della Provincia di Bolzano nell’investire un’immensa quantità di denaro pubblico a favore di un progetto di cui beneficerebbe di fatto solo il privato che ne propone la demolizione, a giustificazione del poco armonioso abbinamento del Rifugio Fronza agli interventi che la stessa Latemar Karersee ha realizzato appresso l’edificio, dalla cabinovia alla così chiamata lounge, terminologia urbana che già può far presagire la strada intrapresa.
Riassumendo quanto indicato dalla Relazione al Piano Economico elaborata da Sinloc, il fabbisogno finanziario per la costruzione ammonterebbe 16 milioni e 773 mila euro, di cui 5,82 milioni finanziati dalla Provincia che a sua volta stanzierebbe 555 mila euro per tutti i 35 anni della gestione, per un totale di circa 25 milioni. La Latemar Karersee, dal canto suo, dovrebbe apportare al progetto soli 800 mila euro di investimento reale, potendo dunque beneficiare per i prossimi decenni a venire di cospicui guadagni a fronte di un rischio economico che rasenta lo zero.
Sul destino della Famiglia Trottner che per 76 anni ha gestito il Rifugio Fronza, non è invece dato a sapere nulla. Pierpaolo, che l’ha custodito negli ultimi quaranta, dice di non avere avuto nessuna novità in merito alla possibile demolizione così come non saprà, dopo aver chiuso la scorsa domenica 10 ottobre, se potrà tenere aperto anche la prossima stagione.