“Saltare è come volare”
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La serata di venerdì 11 ottobre è dedicata alla stella dell’atletica Carl Lewis. Il figlio del vento arriva a Trento per il Festival dello Sport, per ripercorrere le grandi tappe della sua carriera, a partire dalla leggendaria olimpiade di Los Angeles 1984 in cui vinse 4 ori: 100 e 200m piani, staffetta 4x100 e salto in lungo. E proprio il salto in lungo risulta essere la sua specialità preferita: “saltare è come volare” afferma Lewis e coinvolge il pubblico in una dimostrazione sulla potenza e bellezza del gesto atletico, percorrendo il palco in tutta la sua lunghezza. Più di una volta Carl Lewis si rivolge ai giovani seduti nell’auditorium gremito, per ricordare insieme a loro le gesta dell’atletica statunitense, partendo da Jesse Owen per arrivare al vincitore dei 100 m piani a giochi di Parigi, Noah Lyles. Racconta di aver incontrato la leggenda di Berlino 1936 e di essere stato ispirato dal suo esempio, fin dall’infanzia, grazie anche alla madre, che da atleta aveva aperto un club per donne e ragazze desiderose di cimentarsi con la pista d’atletica: mentre accompagnava la sorella alle gare, Lewis giocava tra la sabbia della buca del salto in lungo, un luogo che sarebbe diventato poi lo spazio del suo successo, con 4 ori olimpici consecutivi, vinti proprio in questa specialità. Lewis parla infatti anche dell’ultima medaglia iridata, quella di Atlanta 1996, arrivata a 35 anni, poco prima del ritiro, capace di renderlo uno degli atleti più longevi della storia.
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Ma Lewis è conosciuto soprattutto per il suo impegno continuo a favore dell’atletica, da allenatore (carriera alla quale si è dedicato dopo il ritiro) ma anche a livello comunicativo, per permettere allo sport di crescere e attrarre nuovi talenti, pensando al senso di comunità e mettendo da parte la visione della sola vittoria personale. Una prospettiva che si rivela fondamentale anche nella preparazione della staffetta e che, secondo Lewis, alcuni atleti di prima grandezza hanno perso, nonostante le opportunità fornite dai social per veicolare la passione e la dedizione allo sport. Un problema che si riverbera anche nelle nuove regole in discussione sul salto in lungo, con l’eliminazione dell’asse di battuta (la barra da non oltrepassare prima di staccarsi da terra per non avere un salto nullo), alla quale Lewis si dichiara contrario, affermando che per superare i record sia necessario lavorare su mentalità e fisicità degli atleti, anche se l’atletica continua comunque a regalare emozioni, con sfide stimolanti, come durante i giochi di Parigi 2024 con la finale dei 100m piani, durante la quale tutti gli 8 finalisti sono scesi sotto i 10 secondi.
Lewis ricorda anche il suo impegno politico, richiamando il coraggio di Martin Luther King
E a Parigi c’era anche Lewis, che ai microfoni dei giornalisti Andrea Buongiovanni e Cristina Fantoni, ha raccontato l’emozione dell’olimpiade appena trascorsa, nella quale ha portato la torcia olimpica e ha assistito a gare emozionanti, sperando di poter replicare l’impegno per l’edizione del 2028, nei suoi Stati Uniti, a Los Angeles. Sul finire dell’intervista Lewis ricorda anche il suo impegno politico, richiamando il coraggio di Martin Luther King, amico di famiglia e figura di riferimento nella vita pubblica e privata, dichiarando con entusiasmo il suo sostegno per Kamala Harris, contro il razzismo di Donald Trump, domandando con grinta al pubblico se loro sarebbero capaci di dare il voto ad una figura come Trump. Ma il coinvolgimento con gli spettatori rimane fino al termine e, Carl Lewis, dopo aver chiesto, scherzosamente, di pregare perché possa arrivare ai prossimi giochi olimpici, chiama, per un saluto sotto al palco proprio i più giovani, confermando così la sua capacità di intrattenere con innata allegria persone di ogni età anche fuori dalla pista di atletica.