Politik | Post-Referendum

“Una picconata alla Regione”

Ipotesi elezioni provinciali anticipate in Trentino, cosa accadrebbe a livello regionale? Palermo: “Cambia nulla sul piano istituzionale ma rapporti più difficili”.
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Foto: upi

Nella Capitale, in queste ore cruciali di frenetiche consultazioni con i partiti, il presidente del Consiglio incaricato Paolo Gentiloni è al lavoro per formare la lista dei suoi ministri, che potrebbe presentare forse già oggi (12 dicembre) al Capo dello Stato Sergio Mattarella e sciogliere quindi la riserva del suo nuovo incarico.

Le dimissioni da premier di Matteo Renzi decise dopo la vittoria del No al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre hanno causato, prevedibilmente, un “effetto farfalla” anche nella nostra Regione. Secondo quanto riportato dal quotidiano online “La Voce del Trentino” plausibili voci di corridoio riferiscono che il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi (PATT) vorrebbe tentare la fortuna a Roma, puntando a un seggio nel futuro governo nazionale. “Già in difficoltà prima del referendum - si legge nell'articolo - Rossi ha giocato la carta del Sì, che, visto il risultato del referendum, ha decretato, grazie all’abbraccio mortale con Renzi, un crollo di consensi grandissimo, e la fine del suo futuro politico in Trentino”.

L’ipotesi avanzata è dunque quella delle dimissioni del governatore del Trentino e di elezioni anticipate che dovrebbero tenersi nell’autunno del 2017. Quali sono gli scenari che si aprirebbero a quel punto? Si dovrebbe forse, come ci si chiede da più parti, votare ancora l’anno successivo per adeguarsi con la Provincia di Bolzano che si recherebbe quindi alle urne alla scadenza naturale della legislatura? “Una volta sarebbe andata in questo modo ma oggi non è più così - spiega il senatore e costituzionalista Francesco Palermo contattato da salto.bz -, se la Provincia di Trento dovesse procedere con queste elezioni anticipate semplicemente non voterebbe di nuovo nel 2018”. Con il risultato di un disallineamento temporale fra la legislatura trentina e quella altoatesina.

 

Il consiglio regionale cambierebbe la sua composizione mantenendo, tuttavia, naturalmente, le sue funzioni, “il consiglio provinciale di Bolzano rimarrebbe com'è e andrebbe avanti tutto esattamente come prima”, specifica Palermo. L’unico problema, eventualmente, riguarderebbe la staffetta sul piano della presidenza della Regione; “in quel caso - chiosa il costituzionalista - bisognerebbe trovare un altro accordo, perché ci si è basati sull’assunto che i due organi andassero avanti insieme con gli stessi tempi. Se dal punto di vista istituzionale le circostanze sono chiare ovvero non cambierebbe nulla, dal punto di vista politico si tratterebbe di un’altra picconata alla Regione perché diventerebbe ancora più difficile gestire i vari rapporti”.