Sport | Intervista

"Ho scelto la velocità come mamma"

Max Perathoner, neo-campione del mondo juniores di superG, sulle Olimpiadi, su modelli come Odermatt e Tomba, su Jannik Sinner, sui suoi genitori e sul golf.
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Foto: Lorem Ipsum
  • Max Perathoner in cima al podio: Il più vicino al giovane gardenese è stato lo spagnolo Ander Mintegui, con un ritardo di 0,21 secondi. Il terzo posto è andato allo svizzero Livio Hiltbrand. Il suo distacco da Perathoner è stato di 0,22 secondi. Foto: Privat

    È il quarto azzurro a vincere nella storia il titolo Mondiale Junior di superG. L’altoatesino Max Perathoner iscrive per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro di questa specialità, nella rassegna iridata di Portes Du Soleil, in Francia dopo Massimiliano Iezza (1993), Peter Fill (2002) e Giovanni Franzoni, nel 2021. Il 22enne gardenese, di Selva di Val Gardena, dove vive con papà Alan Perathoner, ex slalomista azzurro (un 10/o posto in coppa del mondo nello slalom di Aspen negli Usa) e di mamma Ylvie Runggaldier, anche lei è ex azzurra, ma velocista come il figlio, ci è riuscito lo scorso 31 gennaio. 

    Sono però tre, alla fine, le medaglie iridate raccolte sulle nevi transalpine dall’altoatesino: oltre all’oro in superG sono giunte anche un altro oro nella combinata (superG e slalom),  con il compagno di squadra Edoardo Saracco, e poi il bronzo individuale in discesa libera. Un bottino niente male per il giovane finanziere cresciuto nel settore giovanile dello Sci Club Gardena che guarda ora con fiducia alla possibilità di partecipare alle prossime Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Un titolo in superG arrivato non proprio così a sorpresa.  “Diciamo che dopo gli ultimi risultati ottenuti pensavo di poter fare bene. Sperare di vincere è una parola grossa. Certo si va sempre in gara per puntare alla vittoria, ottenere però un bottino di tre medaglie è stato sicuramente qualcosa di inaspettato”.

  • Tale padre tale figlio, Alan e Max Perathoner (da destra): Anche se il figlio ha scelto le discipline veloci Foto: Privat

    SALTO: Tra coloro che prima di te in casa Italia hanno vinto questo titolo c’è anche un campione come Peter Fill, vincitore di tre coppe del mondo in discesa. Un motivo per nuovi stimoli?

    Max Perathoner: “Vedendo i nomi che l’hanno vinto gli stimoli sono tanti. Sicuramente è una rampa di lancio per traguardi importanti per il futuro. Ho iniziato a posizionare il primo mattoncino, poi si vedrà come evolverà la mia carriera”.

    Grazie a questo titolo mondiale potrai a metà marzo partecipare in super-G alle finali di coppa del mondo a Saalbach in Austria, sede della prossima rassegna iridata assoluta nel febbraio del 2025. C’è emozione per potersi confrontare con atleti come Marco Odermatt o Dominik Paris?

    “Emozionato non lo so. Andrò concentrato per fare sicuramente bene. Sarà una bella esperienza, ci saranno tutti i migliori del mondo e darò il massimo senza aspettative troppo alte. Non guarderò al risultato, ma cercherò comunque di divertirmi”.

    Hai uno sciatore a cui ti ispiri dal punto di vista tecnico?

    “Sicuramente tra quelli attuali l’elvetico Marco Odermatt. Mi piace il suo stile tecnico e la facilità con il quale riesce a primeggiare in quasi tutte le specialità. Lui è un talento come Alberto Tomba o Marcel Hirscher. Un sogno è quello di diventare polivalente come l’attuale leader della graduatoria generale di coppa del mondo. Non sarà facile, ma ci proverò”.

    Sei cresciuto nelle giovanili dello sci club Gardena e frequentando lo ski college l’Ite Raetia di Ortisei, che permette di studiare con piena libertà di portare avanti lo sci. Una figura importante come ultimo allenatore c’è stato anche Karl Heinz Goller che ti ha aiutato a costruire il tuo bagaglio tecnico consegnandoti alla squadra nazionale dopo un bel po’ di titoli giovanili vinti.

    “Sicuramente Karl Heinz Goller è stato importante per la mia crescita. Non è stato il solo allenatore nella mia gioventù, ma mi ha aiutato molto per poter raggiungere questi prestigiosi risultati. Lui sosteneva che sarei andato più forte in slalom come papà, ma io alla fine ho scelto la velocità come mamma. Mi ha dato i giusti consigli che sono serviti per raggiungere questo oro iridato juniores e le altre due medaglie conquistate in Francia e quello che sono riuscito ad essere fino ad ora”.

    “Sarebbe il sogno più grande partecipare ad un'Olimpiade come ha già fatto mio padre"

  • Il gardenese si dedica al suo hobby: "Non ho ancora un handicap, ma ho deciso che in primavera lo farò." Foto: Privat

    Due altre figure chiave nella tua vita sono stati però sicuramente papà Alan Perathoner e mamma Ylvie Runggaldier, entrambi sciatori che hanno indossato la maglia azzurra e che oggi gestiscono due strutture ricettive in Val Gardena. Ti avranno dato alcuni consigli per la tua carriera agonistica?

    “La mia famiglia mi è stata sempre vicina. Avendo passato anche loro tutta la trafila dalle giovanili fino alla nazionale maggiore hanno potuto consigliarmi. Mi hanno sempre aiutato e hanno cercato di trasmettermi tutta la loro esperienza e sul come gestirmi anche nelle situazioni più difficili. E’ un vantaggio avere due genitori come loro, con la loro esperienza”.

    Oltre a sciare e gareggiare in giro per il mondo hai qualche altro interesse o qualche hobby? 

    “Sì, come tanti giovani ho diversi interessi, ma quello che mi piace di più come hobby è giocare a golf. E’ uno sport che amo molto e soprattutto in estate cerco di praticare. Non ho ancora un handicap, ma ho deciso che in primavera lo farò. Posso dire che non sono tra i migliori, ma non sono nemmeno tra i più scarsi”.

     "Io ho scelto lo sci alpino, lui il tennis, meglio così un avversario di meno da battere”

    Nel tennis c’è un tuo coetaneo che di nome fa Jannik Sinner, altoatesino come te, e che da giovanissimo andava forte anche sugli sci. Un giovane atleta che si sta affermando sui campi di tutto il mondo. Cosa ne pensi della sua filosofia dentro e fuori il campo?

    “E’ un grande sportivo e un idolo per i giovani d’oggi. Come accaduto a lui anche i miei genitori non mi hanno mai spinto a fare per forza agonismo: è stata sempre una mia scelta. Come ripete spesso lui che ha fatto quello che gli piaceva senza alcuna forzatura, anch’io mi ci rivedo in quella frase. Anch’io ho potuto scegliere liberamente e provare anche tanti altri sport. Poi io ho scelto lo sci alpino, lui il tennis, meglio così un avversario di meno da battere”

    Tra due anni l’Italia ospiterà i Giochi Olimpici invernali di Milano Cortina 2026 e Bormio con la pista Stelvio sarà la sede delle gare maschili dello sci alpino. Ci hai già fatto un pensierino: riuscire ad imitare tuo papà Alan che partecipò in slalom ai Giochi di Salt Lake City 2002?

    “Sarebbe il sogno più grande partecipare ad un'Olimpiade come ha già fatto mio padre. Poi gareggiare in casa sarebbe una grandissima soddisfazione. Non c’è molto tempo, davanti ho dei mostri sacri come Dominik Paris e Christof Innerhofer e la lista dei pretendenti ad un posto nel quartetto olimpico azzurro di specialità è molto agguerrita, ma mai dire mai. Vedremo se sarà così, altrimenti punteremo a quelle dopo tra sei anni, sono ancora giovane”.

    Guardando, invece, all'immediato presente quali sono i prossimi obiettivi del neo campione del mondo juniores di superG?

    “Gli obiettivi di inizio stagione, alcuni, sono già stati raggiunti, come ad esempio questa medaglia ai mondiali junior. Altri non ancora. Per esempio uno dei miei obiettivi è quello di fare dei bei risultati in Coppa Europa, soprattutto in discesa e superG. Punto poi ad abbassare ulteriormente i punti Fis per poter in un futuro fare la Coppa Europa in gigante e anche in slalom. Voglio poter puntare alla polivalenza che sarebbe il mio vero sogno sulle orme del mio idolo Marco Odermatt”.