Comunali, occhio a tutti i costi della politica!
In questo mese di campagna elettorale accadrà molto spesso, sia in Alto Adige che in Trentino, di leggere e sentire propositi di riduzione dei costi della politica, anche a livello comunale. Il tema è chiaramente caldo e lo è sempre di più considerando le maggiori difficoltà nelle famiglie a trovare un lavoro e avere redditi stabili. Alcune libere osservazioni derivanti da un decennio di frequentazioni giornalistiche delle aule di consigli comunali e provinciale.
La politica non è solo una passione...
Diffido delle iniziative di chi propone di rinunciare al gettone di presenza, perché mi appare come un “vengo qui per niente, quindi lo prendo un po' sotto gamba”. Con i gettoni di presenza dei consigli certamente non ci si arricchisce, ma 50 euro possono essere un piccolo e giusto compenso per chi dedica del suo tempo per informarsi, chiedere consiglio a specialisti, confrontarsi con i propri elettori su un argomento. Non ci dovrebbero essere consiglieri in un'aula dei quali non si conosce nemmeno la voce. Un piccolo riconoscimento è giusto perché questioni come quelle urbanistiche o riguardanti il mondo della finanza locale certamente richiedono vari approfondimenti.
La differenza tra esecutivo e legislativo
Finchè si è consiglieri comunali è abbastanza facile conciliare questo impegno con esigenze lavorative e di vita privata e famigliare. Ma quando si viene eletti Sindaco o nominati dal primo cittadino in Giunta, allora, se il Comune ha una determinata dimensione, è tempo di scelte.
La legge non richiede di fare il sindaco o assessore a tempo pieno, ma per comuni sopra una certa dimensione è quantomeno auspicabile. Altrimenti si cade in una spirale di questo genere, che non è molto nota e nemmeno abbastanza considerata dai cittadini.
Sindaco di un comune di quasi 8mila abitanti, con uno stipendio mensile di circa 3mila 800 euro lordi. Una cifra quindi di tutto rispetto, considerando anche il confronto squilibrato a favore dei primi cittadini del Trentino-Alto Adige. Non contento del già gravoso compito il Sindaco in questione ha anche un part time in un istituto bancario o in una catena commerciale. La legge non glielo vieta, ma ha senso?
Risultato: il Sindaco non è sempre presente in Comune, come i cittadini richiederebbero e oltre ai danni ci sono anche le beffe, il Comune deve risarcire l'azienda privata per il tempo nel quale il sindaco è stato assente per motivi istituzionali dall'azienda.
Attenzione ai costi accessori
A seconda della grandezza del comune vicesindaci ed assessori ricevono dal 30 al 50% dell'indennità del Sindaco. Quindi per qualcuno le deleghe assessorili diventano un ottimo secondo lavoro se non una sufficiente prima occupazione. Diffido però di chi dice “abbiamo ridotto dell'x percento le indennità” semplicemente perché difetta di onestà intellettuale e rende demagogico un ragionamento più complesso. Se riduco la mia indennità ma il mio Comune deve indennizzare maggiormente l'azienda per la quale lavoro ma dalla quale mi tocca assentarmi più spesso, che differenza c'è rispetto a prima? Se guadagno il 40%, 60% o fino al doppio e oltre dei miei colleghi al di fuori della regione Trentino-Alto Adige, come posso “vendere” la mia riduzione del 20% come un grande risultato? Tra l'altro, come già ricordato prima, vi sono delle aziende private che chiedono salati indennizzi ai Comuni per le assenze per mandato politico, quindi a maggior ragione il conto dovrebbe guardare più variabili. Infine c'è anche quel sindaco che, abitando a 7 km dalla sede municipale, chiedeva un sostanzioso rimborso annuale della benzina per il tratto casa-lavoro. Potessero chiederlo tutti i cittadini lavoratori...
Dipendente più tutelato e “costoso” dell'autonomo
Infine, visto che il mondo del lavoro è pieno di dualismi, anche per quanto riguarda i consiglieri comunali il dipendente ha più tutele dell'autonomo. Ore d'assenza per mandato politico rimborsate al datore di lavoro, mentre l'autonomo non ha nulla. E talvolta, se è ad esempio geometra, ingegnere o architetto o perito, non può nemmeno lavorare (perché sarebbe in conflitto d'interessi) all'interno del comune nel quale siede in Consiglio.
Per chi volesse approfondire la materia costi della politica a livello locale qui sono indicate le indennità di carica in tutti i comuni del Trentino-Alto Adige e qui le modifiche apportate (-7% per indennità di sindaci ed assessori) dal Consiglio regionale nel 2013.