Quella foto a Silvio Berlusconi
“Silvio Berlusconi arriva a Bolzano domenica 29 maggio 2005. Il blitz altoatesino del cavaliere passerà alla storia per quel dito medio alzato durante un comizio in direzione d’un gruppetto di contestatori. L'immagine del cavaliere in quella posa, affiancato da un'ilare Michaela Biancofiore, farà il giro del mondo”. Così racconta Maurizio Ferrandi uno dei momenti più importanti nella storia della città: il comizio in piazza della Vittoria dell’allora presidente del Consiglio e leader di Forza Italia per festeggiare l’elezione al ballottaggio del primo sindaco di centrodestra, Giovanni Benussi, che aveva battuto di appena sette voti il sindaco uscente Giovanni Salghetti Drioli. Ma il mancato sostegno della SVP, nonostante l’incontro dello stesso Berlusconi con una delegazione della Volkspartei guidata dal Landeshauptmann Luis Durnwalder, farà cadere la Giunta, dando inizio qualche mese dopo al decennio di Luigi Spagnolli sindaco di Bolzano.
A fotografare Silvio Berlusconi mentre rivolge il dito medio alla piazza ci riuscì soltanto un fotografo professionista: Othmar Seehauser. “All’epoca lavoravo, con grande impegno, per l’ANSA”, racconta il fotografo di Salto.bz, “e quel giorno, il pomeriggio del 29 maggio 2005, Berlusconi era al ‘Laurin’, impegnato nel ricevere diversi esponenti della politica locale”. Seehauser si trovava di fronte all’Hotel nel centro di Bolzano e, come altri fotografi, ha immortalato l’uscita del premier: “È entrato in auto per dirigersi al comizio in piazza Vittoria. I colleghi fotografi lo hanno seguito in motorino, mentre io ero in bici. Sono partito di corsa, mettendoci tutta l’energia, perché ho pensato dovessi arrivare non appena fosse arrivato lui. Ebbene: gli altri fotografi sono rimasti bloccati nel traffico, perché mezza città era chiusa. Mentre io con la bici sono arrivato per primo”.
Nel posto giusto al momento giusto
La piazza era piena, “dopo non sono mai più riusciti a riempirla così, con così tanta gente”. Appena giunge in Piazza Vittoria, Seehauser si è “tuffato” nella folla e, nel dubbio di non riuscire ad arrivare più vicino al palco, ha aggiunto il teleobiettivo a una delle sue fotocamere “per essere sicuro, preparato a scattare nel caso non fossi riuscito ad avvicinarmi molto”. A un certo punto, racconta Seehauser, “ho portato la fotocamera all’occhio, ho guardato nell’obiettivo e in quell’istante è accaduta la scena. Sono rimasto fermo nello stesso punto, non mi sono mosso”. La foto che ritrae Berlusconi mentre fa il gesto del dito medio, a fianco di Biancofiore, è perfetta: “Lo sfondo lo mette in contrasto, e lui è di profilo, altrimenti il dito si vedrebbe male. Ero nel posto giusto, anzi perfetto, al momento giusto”. “Ho continuato a fotografare - prosegue - ed ero subito consapevole che quell’immagine era forte. Quando ho concluso il lavoro, ho mandato subito il materiale all’ANSA”. La foto farà il giro del mondo. “Il giorno dopo era ovunque, a livello nazionale e internazionale. Nessun altra mia immagine è stata diffusa più di quella a livello mondiale” conferma Seehauser.
Su cosa stesse raccontando Berlusconi, la risposta è facile: “I fotografi spesso non ascoltano, ma qualche volta sì. Berlusconi raccontava una barzelletta, della madre che gli domanda perché a lui rivolgessero spesso quel gesto, e lui risponde: ‘Perché sono il numero uno’. Il dito medio non era rivolto al gruppo di giovani manifestanti, studenti di sinistra, e mi ha meravigliato l’interpretazione data dai colleghi giornalisti, che hanno voluto raccontare un’altra storia”, conclude Seehauser. Anche una troupe della RAI riuscì a riprendere la scena del dito, ma gli scatti di Seehauser restano tra le principali testimonianze iconografiche di quel capitolo di storia italiana che si conclude, ora, con la morte di Silvio Berlusconi.
“Nessun altra mia immagine è
“Nessun altra mia immagine è stata diffusa più di quella a livello mondiale”
personalmente la trovo una considerazione triste sia che la si veda lato fotografo sia lato informazione.
Onore al fotografo che ha
Onore al fotografo che ha saputo cogliere l'attimo.
Zitat: „L'unico a immortalare
Zitat: „L'unico a immortalare Berlusconi col dito medio alzato, durante il comizio del 2005 in piazza Vittoria, fu Othmar Seehauser“:
diese Aussage ist nicht richtig, ich bitte höflich um Korrektur.
Antwort auf Zitat: „L'unico a immortalare von Peter Gasser
Diese Aussage kann gar nicht
Diese Aussage kann gar nicht stimmen, denn es gibt auch ein Bild von vorne. Der Herr Seehauser wird wohl kaum so schnell von einem Aufnahmepunkt zum andern "fliegen" können...
Antwort auf Diese Aussage kann gar nicht von M A
Come scritto alla fine dell
Come scritto alla fine dell'articolo, ci sono dei fermi-immagine estratti dalle riprese televisive della Rai Sender Bozen.
Antwort auf Come scritto alla fine dell von Valentino Liberto
... ich suche meine eigenen
... ich suche meine eigenen Fotos zum „Stinke-Finger“ - obwohl: ich hab da ein, vielleicht, noch besseres...
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(ich dachte, dass ich es bereits einmal auf Salto gezeigt hatte, das von „frontal von vorne“).
Antwort auf ... ich suche meine eigenen von Peter Gasser
gesucht - gefunden:
gesucht - gefunden:
https://www.salto.bz/de/article/14062023/das-eine-foto-von-berlusconi
Antwort auf Diese Aussage kann gar nicht von M A
Der Platz war damals so
Der Platz war damals so rammelvoll, da hat sich vorne niemand von hier nach dort bewegt... ich stand damals frontal vor dem illustren Paar ...
Antwort auf Der Platz war damals so von Peter Gasser
Endlich kennt man Ihre wahre
Endlich kennt man Ihre wahre Gesinnung! Danke fürs Outing.
Antwort auf Endlich kennt man Ihre wahre von Am Pere
Sie schließen aus meiner
Sie schließen aus meiner Leidenschaft fürs Fotografieren auf (m)eine Gesinnung?
Das finde ich mal kreativ.
Glückwunsch!
Man kann es mit
Man kann es mit Verharmlosungen auch übertreiben.
Ein Bildjournalist weiß um die Wirkmächtigkeit von Zeichen und Bildern in der politischen Kommunikation, insbesondere bei öffentlichen und politischen Auftritten. Silvio Berlusconi wusste das als Medienprofi auch. Es war eine offenkundige Botschaft der Verachtung in und an Bozen-Südtirol, die von Biancofiore u.a. offenbar goutiert wurde.
Diese oben wiedergegebene Story ist eine von Silvio Berlusconi später nachgelieferte. Diese glaubte offenbar aber nicht mal Rosa Bossi, seine Mutter. Sie war eine klügere Person als viele andere und als Silvio meinte.
Bei einer mehr oder weniger geschlossenen Hand mit ausgestrecktem Mittelfinger einer Person, die entgegengestreckt wird, handelt es um einen digitus impudicus, den Stinkefinger. Dafür braucht man methodisch nicht mal den "Ententest" kennen.
Auch Berlusconi wusste das, ansonsten hätte er dieses (harmloses) Zeichen ja es auch bei anderen öffentlichen, politischen Auftritten in Italien wiederholt. Es ist zweifelhaft, dass er sich nur in Bozen im Umfeld von Biancofiore als Nummer eins empfand.
Antwort auf Man kann es mit von △rtim post
Appartengo alla generazione
Appartengo alla generazione di giornalisti professionisti che hanno imparato molto non solo nelle redazioni di allora con capi attenti, severi e molto bravi ma anche dai tipografi e dai fotografi. In grado, soprattutto questi ultimi, di insegnarti un metodo di lavoro infallibile o quasi: attenzione all'attimo, presenza sul posto dove si sta consumando un fatto, rapidità e onestà di sintesi. Tutto questo non solo per congratularmi con Othmar (che non ne ha certo bisogno) ma anche per ribadire che per imparare davvero spesso è bene sacrificarsi e lavorare anche in grandi testate giornalistiche lontane da casa. Il giornalismo indipendente (quale altro altrimenti?) non fa rima con comodità e tanto meno con supponenza.
Antwort auf Appartengo alla generazione von Giancarlo Riccio
Zitat: „Es war eine
Zitat: „Es war eine offenkundige Botschaft der Verachtung in und an Bozen-Südtirol, die von Biancofiore u.a. offenbar goutiert wurde“.
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Das ist ganz klar falsch.
Ich war selbst dort - und, wie gesagt, keine 10 Meter frontal vor Berlusconi auf dem Podest der Filmteams.
Den Stinkefinger zeigte Berlusconi ganz klar nach hinter zu einer Gruppe Italiener, welche ihn augebuht hatte, und keinesfalls gegen Südtirol als solches. Er hatte sich tierisch über die Buhrufe im Hintergrund geärgert und DIESEN den Stinkefinger gezeigt.
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Ich halte nichts von Berlusconi (und anderen Populisten dieses Kalibers wie Orban, Erdogan, Trump, Dalvini, Putin...) aber was ich selbst miterlebt habe, gebe ich gerne weiter bzw. teile ich mit.