Chronik | L'indagine

Ancora in pochi con gli anticorpi

Primi risultati studio provinciale Covid-19: poca partecipazione, sieroprevalenza per l'Alto Adige solo del 2,9%. Intanto l’Austria ripristina i controlli al Brennero.
Coronavirus
Foto: upi

Gli altoatesini che hanno contratto il Covid-19 sono pochi. A confermarlo è lo studio condotto su larga scala riguardo gli effetti del nuovo coronavirus in provincia di Bolzano, avviato il 6 luglio scorso ed elaborato dall’Asl, il Servizio psicologico del comprensorio sanitario di Bressanone, l’Istituto di medicina generale della Claudiana, l’Eurac Research e l’Astat e coordinato dall’Unità operativa governo clinico dell’assessorato alla Sanità.

Era stato invitato a partecipare allo studio un campione rappresentativo di 3.657 persone, selezionate in modo casuale, in tutta la provincia, oltre a 1.762 persone provenienti da comuni con tassi di infezione particolarmente alti e bassi. 1.504 hanno risposto all’appello, ossia il 28% (allo studio Istat partecipò il 20%), una percentuale inferiore al previsto ma comunque sufficiente - sostiene l’Asl - per considerare validi e affidabili i risultati da un punto di vista statistico. Perché una partecipazione così bassa? L’Azienda sanitaria snocciola alcune ipotetiche spiegazioni: i probandi erano assenti per ferie durante il periodo dello studio, timore di una possibile quarantena in caso di positività al tampone, alcuni partecipanti hanno ricevuto le lettere di invito con ritardo. Per ragioni logistiche e di risorse non è stato possibile prolungare il periodo di studio per consentire la partecipazione in un secondo momento, sottolinea l’Asl. Nelle prossime settimane verrà effettuata un’analisi più approfondita dei dati raccolti.

 

Primi esiti

 

Stando ai risultati finora pervenuti i tamponi nasofaringei (test PCR) sono tutti negativi. Nel periodo di studio, ovvero 3 settimane, nessuno dei partecipanti presentava dunque un’infezione attiva da Covid-19 e per nessun partecipante è stata necessaria la quarantena. Il test sierologico per rilevare la presenza di anticorpi contro SARS-CoV-2 ha rilevato una sieroprevalenza per l’Alto Adige del 2,5% (senza i dati della Val Gardena) e del 2,9% comprendendo i risultati dello studio Covid-19 in Val Gardena. Lo studio nazionale Istat aveva rilevato una prevalenza analoga per l'Alto Adige del 3,3%. Come atteso, molti meno altoatesini sono entrati in contatto con il virus rispetto, ad esempio, alla Val Gardena, dove lo studio Covid ha dimostrato una sieroprevalenza del 27%. In quanto ai comuni con un tasso di infezione da Covid-19 più alto, lo studio provinciale Covid-19 ha anche rilevato una percentuale maggiore della popolazione con anticorpi specifici per SARS-CoV-2 (Castelrotto: 16,9%, Fiè: 5,8%, Appiano 4,8%). Un terzo (34%) dei partecipanti con anticorpi ha riferito di non avere accusato sintomi di malattia.
La bassa percentuale di persone con anticorpi specifici per SARS-CoV-2 deve indurci a cautela e responsabilità personale, a mantenere le distanze, a lavarsi le mani regolarmente ed a indossare una mascherina chirurgica o protettiva quando e dove prevista per evitare un aumento delle infezioni da Covid-19”, ribadisce l’Azienda sanitaria. “Allo stato attuale delle conoscenze non sappiamo ancora per quanto tempo gli anticorpi specifici rimangano nel sangue. Non sappiamo quindi se e per quanto tempo permanga l’immunità nelle persone con anticorpi specifici per il SARS-CoV-2. Questo studio come altri nel mondo cercherà di rispondere anche a questo importante quesito”.

 

Confine sotto controllo

 

L’annuncio è arrivato dal capitano del Tirolo Günther Platter: da oggi, 13 agosto, al Brennero riprendono i controlli sanitari per entrare in Austria, dove il  50% dei nuovi casi di coronavirus scoperti erano imputabili a persone che ritornavano da paesi a rischio, soprattutto dai Balcani. Di concerto con il Ministero alla salute austriaco è stato deciso di controllare non solo il confine con la Stiria e la Carinzia, ma anche il Brennero per scoraggiare chi faceva chilometri in più per evitare il controllo. Dunque per entrare in Austria venendo da una regione a rischio è necessario munirsi di un certificato di buona salute che conformi un test Pcr negativo. Il test deve essere stato fatto nelle ultime 72 ore e nel caso questo non fosse stato possibile chi entra in territorio austriaco deve mettersi in auto-isolamento per 10 giorni.