Politik | Merano

Corsi di tedesco ai genitori, è scontro

La SVP di Merano propone di vincolare l'iscrizione nelle scuole tedesche alle conoscenze linguistiche dei genitori. Team K: "La nuova Volkspartei è già vecchia".
Deutsch-Kurs
Foto: Lernzirkel Ludwigshafen

Nella rovente estate meranese si scaldano i motori in vista delle comunali. E, come spesso accade in Sudtirolo – non solo in campagna elettorale – la polemica politica s'accende attorno alla scuola. Con un comunicato dal titolo anglofilo (“Spotlight auf die deutsche Schule!”), la SVP della città sul Passirio denuncia la scelta di “sempre più genitori non di lingua tedesca” di mandare i propri figli in una scuola di lingua tedesca, tanto che “in molte classi delle scuole elementari di Merano, i bambini che imparano il tedesco come seconda lingua o lingua straniera sono ormai la maggioranza”. Secondo la Volkspartei, questo rendebbe la comunicazione all'interno della classe più difficile, trasformerebbe l'insegnamento della madrelingua tedesca in insegnamento come lingua straniera e priverebbe i bambini della “possibilità di parlare e imparare il tedesco con i loro coetanei”.

 

A detta dell'ex consigliere comunale della Süd-Tiroler Freiheit Christoph Mitterhofer ora passato nelle fila della SVP, anche i genitori dovrebbero partecipare al processo di apprendimento della lingua dei bambini: “Sono necessari più corsi di lingua per i genitori affinché possano confrontarsi meglio con il personale docente e in generale integrarsi meglio. La frequenza di un corso di tedesco da parte di entrambi i genitori potrebbe essere un prerequisito per iscrivere il bambino alla scuola tedesca”, propone Mitterhofer.

 

“Una proposta anacronistica”

 

Il Team K non ci sta e replica a muso duro alla SVP – almeno nelle prime righe del comunicato diffuso ai media. Per il candidato sindaco Joachim Ellmenreich “i genitori hanno il dovere morale di seguire i propri figli nel percorso scolastico, ma le loro competenze linguistiche non possono influire sul diritto allo studio”: “Lascia perplessi – prosegue il comunicato del Team – la dichiarazione di un esponente della Stella Alpina che mette l’accento sulla necessità di immaginare prerequisiti per iscrivere i bambini alla scuola tedesca”. “Un enorme passo indietro”, sottolinea il Team meranese, “ovvero a quando non era consentito, come a molti della generazione degli anni ‘70, di potersi formare in una scuola di madrelingua tedesca in un territorio come l’Alto Adige dove la lingua tedesca è fondamentale. Con questa proposta – che ci auguriamo rimanga quello che è, ovvero una timida provocazione estiva – la SVP ha dimostrato che il professato cambiamento interno non è altro che uno specchietto per le allodole”.

 

Conclusioni dai toni decisamente più morbidi, quelle del Team K: “È fondamentale che la scuola offra corsi di lingua ai genitori e faccia il possibile per coinvolgerli nell’attività scolastica senza però che le competenze linguistiche dei genitori influiscano sulle opportunità formative dei ragazzi. È quindi richiesto uno sforzo da entrambe le parti affinché il sistema scolastico sia efficiente”. Per la candidata Liliana Turri, alla luce della sua passata esperienza “di insegnante nella scuola tedesca e italiana e di madre che ha voluto – con grande fatica – crescere le proprie figlie bilingui”, ci si confronta sempre “con barriere linguistiche e mentali, che hanno richiesto un grande impegno e tanta dedizione”. Insomma, che sia obbligatorio o no, l'impegno dei genitori sembra restare la precondizione bipartisan per il plurilinguismo dei bambini meranesi.

Wir haben eine Universität in Bozen wo dreisprachig unterrichtet wird. Es wäre längst an der Zeit dies in allen Stufen des Unterrichts zu praktizieren, ab Kindergarten. Vielleicht wären nicht alle perfekt, aber wir hätten am Ende des Studiums Personen, die sich problemlos dreisprachig artikulieren könnten. Der Gesellschaft würden wir einen Gefallen tun. Schweizer kennen diese Problematik nicht, sie gehen die Sprachenthematik pragmatisch an.

Fr., 13.08.2021 - 17:45 Permalink

Dreisprachig ?
Ein Großteil unserer Grund- und Mittelschüler können sich nicht mal in ihrer Muttersprache äußern. Geschweige dann in einer 2.ten oder 3.ten Sprache.
Herr Ruffa, ich bin mir sicher dass Sie nicht im schulischen Bereich arbeiten ansonsten können Sie so was nicht schreiben.

Sa., 14.08.2021 - 00:31 Permalink

Secondo me la distinzione tra scuola tedesca e italiana non ha più senso.
Basterebbe una scuola dove alcune di materie vengono insegnate in tedesco, altre in italiano e altre ancora in inglese.
Le generazioni future ne guadagnerebbero in opportunità. Avremmo cittadini che parlano bene tre lingue.
Inoltre si risparmierebbe economicamente, in quanto ci sarebbero meno uffici amministrativi.

Fr., 13.08.2021 - 18:02 Permalink

Io sono assolutamente dell'opinione del sig. Ruffa, anche perché la mia esperienza personale é proprio stata quella! Invece con mia figlia di sette anni sto avendo un esperienza che non mi piace per niente. Una misera ora di italiano in prima elementare, quando le teste dei bambini avrebbero un potenziale immenso per imparare, anzi, assorbire come una spugna molto, ma molto di piú! Quando mia figlia (madrelingua tedesca) andava all'asilo (tedesco) abitavamo in una piccola cittadina dove l'asilo tedesco era frequentato da molti bambini italiani: il primo (!) giorno di asilo é ritornata a casa salutando con "buongiorno" :-) Questa é integrazione vissuta, questa dovrebbe essere la base per una provincia che si vanta di essere bilingue!!! Eppure la nostra politica dalle visioni limitate ha paura di non so cosa...
Ma ha ragione anche "so sehe ich das": anch'io ho conosciuto molti coetanei di madrelingua tedesca con grossissime difficoltá a parlare (e scrivere) un buon tedesco. E concordo con il fatto che in questo caso é tutto il sistema Elternhaus-Schule che ha fallito.

Di., 17.08.2021 - 09:07 Permalink

Bravo SVP! Sie zeigen, dass Sie von der Veränderung der Welt GAR NICHTS verstanden haben! Ich habe einen Angestellten, der aus Marokko kommt. Er und seine Frau haben 4 Kinder. Und diese sprechen ganz fließend: Arabisch (Qualität kann ich nicht beurteilen), Italienisch (sehr gut), Deutsch (sehr gut, besser als einige ortsansässige Kinder) und Englisch (gut). Die Eltern sprechen beide kein Deutsch. Aber das ist egal, es hat schlicht keinen Einfluss auf die Sprachbegabungen und -fähigkeiten der KINDER. Ich denke, diese vier arabischen Kinder werden in Südtirol bald Stellen einnehmen, die Südtirolerinnen aufgrund mangelnder Sprachkenntnisse nicht einnehmen können! So verdreht ist die Welt heute, liebe, alte, dumme SVP!

Fr., 13.08.2021 - 19:59 Permalink

Problemi ce ne sarebbero anche in una scuola bilingue, è ovvio e si dovrà essere pronti ad affrontare una fase iniziale problematica, con personale e strumenti non ancora pronti, affinati (non si può d’altro canto attendere ancora, siamo già in ritardo). Ci dovranno essere più insegnanti e preparati adeguatamente, perché i bambini non di madrelingua (italiana o tedesca) saranno sempre di più. La scuola bilingue dovrà infine essere munita di un doposcuola, dove insegnanti preparati provvederanno a colmare le lacune linguistiche di vario tipo e non solo, che possa essere allo stesso tempo di sollievo per famiglie in cui i genitori lavorano dalla mattina alla sera e i figli bighellonano abbandonati a se stessi. Invece di sprecare stanziamenti per "lucidare" la provincia a vantaggio di un turismo di massa che inquina, per il quale non c'è più spazio, si usino, si richiedano per la scuola, per la formazione in generale, per la cultura. Anche questi ultimi settori creano lavoro e danno un benessere meno consumistico ed esteriore. Questo tipo di benessere contribuisce a migliorare la società, a prepararla per affrontare le sfide future.

Sa., 14.08.2021 - 11:53 Permalink

Non meraviglia, ho ben visto alla "Convenzione sull'autonomia" come fossero radicate, purtroppo, certe convinzioni che cozzano contro il normale buon senso. Legittimo esprimerle, per carità, ma davvero ormai distanti da come si sta sviluppando la società reale. D'altronde sono palesemente "posizioni di potere" e di spartizione etnico-affaristica che permeano fino all'osso la vita politico-amministrativa (vedasi la recente sortita sulla Corte dei Conti). "Più saremo divisi e più ci capiremo", tale motto continua a trovare piena applicazione, al di là di tante pseudo-dichiarazioni ecumeniche e, soprattutto, sorrisi farisaici di facciata quando si parla della "nostra" autonomia.

Sa., 14.08.2021 - 12:56 Permalink

Geehrter Herr Ruffa, dass an der Uni Bozen dreisprachig unterrichtet wird, ist ein frommer Wunsch. Die Lehre erfolgt fast ausschließlich auf italienisch oder englisch.

Sa., 14.08.2021 - 21:16 Permalink

Ein wesentliches Merkmal der unibz ist die Dreisprachigkeit in Lehre und Forschung, die in dieser Form in Europa einzigartig ist. In Vorlesungen, bei Sitzungen, Tagungen und generell allen Veranstaltungen finden die drei Hauptunterrichtsprachen – Deutsch, Italienisch und Englisch - Anwendung. ….das steht auf der Webseite der Uni. Also alles „derstunken und derlogen“? Interessant.

Sa., 14.08.2021 - 23:09 Permalink

"Eine Studentin, die in den Jahren 2011 bis 2013 den dreijährigen Bachelor-Studiengang in Tourismus-, Sport- und Eventmanagement in Bruneck besuchte, hat mir sämtliche Kurse und Fächer nach Unterrichtssprache aufgelistet. Das Ergebnis ist frappierend:
Englisch: 10,5 Kurse (davon zwei Wahlfächer und ein Fach jeweils zur Hälfte Englisch/Deutsch)
Italienisch: 8 Kurse
Deutsch: 2,5 Kurse (ein Fach jeweils zur Hälfte Englisch/Deutsch)"

"Hier die Auflistung der Kurse nach Unterrichtssprache für den Master in Innovation and Entrepreneurship an der Universität Bozen, Sitz Bozen, in den Jahren 2014-2015.
Englisch: 7 Kurse (davon 1 Wahlfach)
Italienisch: 3 Kurse
Deutsch: 2 Kurse (davon 1 Wahlfach)"
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So., 15.08.2021 - 18:06 Permalink