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“È una questione di democrazia”

AGO presenta la manifestazione dei dipendenti pubblici lanciata per venerdì 15 settembre. Gli aumenti salariali previsti nel nuovo accordo non sarebbero sufficienti.
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Foto: Salto.bz

Gli aumenti salariali previsti per i 45 mila dipendenti pubblici provinciali all’interno del nuovo contratto di intercomparto non sarebbero sufficienti. A ribadirlo è il sindacato autonomo AGO, l’unico a non aver firmato l’accordo stralcio per gli adeguamenti inflattivi dei salari dei dipendenti pubblici, definiti dall’organizzazione “i nuovi poveri”. Per questo motivo, è stata lanciata una manifestazione, prevista per questo venerdì (15 settembre) che partirà alle ore 15 in via Museo e si concluderà in Piazza Magnago, in occasione dell’ultimo consiglio provinciale dell’attuale legislatura. 

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La marcia di protesta del 15 settembre: Secondo l'organizzazione AGO il contratto di intercomparto rappresenta solamente un'elemosina nei confronti dei dipendenti pubblici

 

Non si sbilancia, il sindacato, sulla partecipazione attesa, affermando le difficoltà, in un contesto di sconforto e delusione generale nei confronti di politica e istituzioni, nel convincere le persone a scendere in piazza per rivendicare i propri diritti.

La responsabilità è dei partiti che hanno governato in questi cinque anni

“I ricchi diventano sempre più ricchi e la responsabilità è dei partiti che hanno governato in questi cinque anni, Lega e SVP – afferma il segretario Stefano Boragine nel corso della conferenza stampa di presentazione –. Le nostre richieste sono state ignorate, siamo rimasti soli ma con il desiderio di esprimere il nostri dissenso. Siamo tutti volontari ma questo è il mandato che ci hanno affidato i nostri colleghi”.

Il contratto stralcio, dopo la prima bocciatura da parte dell’organo provinciale è ora al vaglio della Corte dei conti. Secondo AGO non verrebbe riconosciuta la giusta inflazione e gli aumenti si attesterebbero a circa 50 euro lordi mensili. 

Il sindacato accusa inoltre la Provincia di convocare discussioni a porte chiuse dalle quali AGO rimane escluso, nonostante la rappresentatività tra i dipendenti: “Permane l’atteggiamento di trattare le questioni in segreto e portare proposte già concluse, dando alle altre organizzazioni un ultimatum – afferma Christian Stadler, referente sindacale del reparto scuola –. Le leggi devono essere discusse ma non in un’anticamera, è una questione di democrazia”.