La potenza del gulp!
Per chi come me è cresciuto a pane e Paperopoli non è difficile comprendere come i fumetti - così come i manga o le graphic novels - possano essere più di un prodotto di puro intrattenimento. Più del passatempo da portarsi in spiaggia sotto l’ombrellone o - in coerenza con la stagione - più di un “giornalino” da sfogliare in una pigra domenica pre-natalizia. Eppure delle loro potenzialità, sostenute proprio dall’ontologico aspetto ludico (e non solo ricreativo), non si parla ancora abbastanza.
I fumetti sono un mezzo per avvicinarsi a diverse culture o sottoculture, per esempio, ma non solo: offrono anche un modello di lettura adatto all’apprendimento di una lingua o a migliorare le proprie competenze linguistiche - non a caso anche il Centro multilingue di Bolzano li annovera fra gli strumenti utili a confrontarsi con idiomi differenti, suggerendo come utilizzarli a tale scopo.
Soffermandoci in particolare sull’ambito linguistico il vantaggio più ovvio è il “vocabolario visivo” usato dai fumetti. Spiegazione lunga: le immagini forniscono il contesto di cui abbiamo bisogno quando cerchiamo di capire il significato delle parole che stiamo leggendo e ci aiutano a cogliere l’idea principale della storia nonché i dettagli specifici in modo più accurato e rapido, permettendoci di unire il dovere al piacere poiché l’apprendimento diventa soprattutto divertimento e svago. La combinazione di immagini e parole (e quindi di due codici: quello linguistico e quello grafico), che promuove lo sviluppo delle competenze linguistiche, è ciò che rende i fumetti molto meno intimidatori e meno formali rispetto ai muri di testo di un romanzo o ai libri di grammatica. In sostanza: l’abbondanza di spunti visivi nei fumetti aumenta la quantità di input decifrabili e, di conseguenza, la comprensione della lettura.
Immediati, pop e di facile fruizione i comics offrono un tipo di linguaggio più colloquiale, sono utili per imparare nuovi vocaboli e per incoraggiare l’abitudine alla lettura. Senza contare la possibilità di confrontarsi con una lingua reale, autentica ed espressioni idiomatiche usate nella vita quotidiana, metafore e riferimenti alla cultura. Da non trascurare è poi il “fattore seriale”: quando prendiamo in mano un fumetto spesso tendiamo a voler continuare e leggere gli altri “episodi”, cosa che ci consente di essere regolari nell’apprendimento.
Da Topolino ad Akira, da Zerocalcare a Persepolis, viaggiando tra lo steampunk, il giallo, l’horror, la fantascienza, o sfruttando il proprio amore per i supereroi, è facile trovare un fumetto che - senza dover scendere a compromessi sul gusto personale - sia adatto al proprio livello linguistico.
Certo, la curiosità resta il propellente indispensabile: pensiamo ad esempio alla resa in lingua straniera delle onomatopee (e in questo senso i fumettisti disneyani sono stati tra i più creativi in assoluto), vi siete mai chiesti come si dica sgrunt! in spagnolo?
Traduzioni a parte, ecco 5 fumetti in versione originale diversi tra loro a livello di scelte linguistiche, narrative, ed estetiche con cui cimentarsi per approcciarsi alle varie lingue:
In francese - Les Aventures de Tintin
La serie a fumetti belga creata da Hergé (George Remi) nel 1929 ha per protagonista un giovane reporter che viaggia per il mondo insieme al suo cane Milù risolvendo vari misteri.
In spagnolo - Mafalda
La celebre enfant terrible, simbolo di un mondo critico e pessimista ma anche intelligente e saggio, è protagonista dell’omonima striscia a fumetti realizzata dal disegnatore umorista argentino Joaquín Salvador Lavado Tejón, conosciuto con il nome d’arte Quino, e pubblicata dal 1964 al 1973.
In inglese - Peanuts
Restando in tema di classici, la striscia più famosa del mondo pubblicata quotidianamente tra il 1950 e il 2000, e inventata da Charles Schulz. La storia è incentrata su Charlie Brown, il suo gruppo di amici e il suo cane Snoopy, sulle loro frustrazioni, insicurezze, illusioni, ansie. Battute, aforismi e citazioni a gogò.
In tedesco - Das Leben ist kein Ponyhof
Un webcomic umoristico creato in forma di striscia da Sarah Burrini e pubblicato da maggio 2009 ad aprile 2020. È un fumetto semi-autobiografico, ma assurdo, su una fumettista che vive insieme a un elefante, un fungo e un pony.
In italiano - Dylan Dog
Un detective non convenzionale - propriamente indagatore dell’incubo - con una vita sentimentale complicata e svariate fobie che indaga su fenomeni paranormali a Londra. Dal punto di vista linguistico è una serie impegnativa ma merita lo sforzo, anche se “Giuda ballerino” non lo dice nessun altro al mondo.
Insomma, il genere fumetto è ricco di risorse linguistiche che possono essere sfruttate per allenare costantemente la lingua straniera in modo coinvolgente. E tutto ciò che cattura la nostra attenzione e la mantiene, mentre ci insegna qualcosa, è uno strumento da non sottovalutare. Provare per credere.
Una serie in collaborazione con
Ormai alcuni decenni fa la
Ormai alcuni decenni fa la nostra professoressa di francese si presento' in prima media con album in lingua originale di Asterix e dei Puffi (les Schtroumps). Il francese divento' la materia piu' facile per tutto il triennio ;) E fece conoscere a noi adolescenti la grandezza dei fumetti europei, in particolare belgi quali Lucky Luke, e molti altri. In Italia era mitico, a ragione, Jacovitti. Lucky Luke e Cocco Bill furono una bellissima risposta ai film Western che imperavano qualche decennio fa.
Allora l'Europa aveva risposte intelligenti e piacevoli a Topolino, Paperino e Charlie Brown, bellissimi anche loro. Non eravamo obbligati ad accettare una dipendenza coloniale nella fantasia illustrata, la ricchezza stava nella scelta e nella combinazione. E oggi?