Tutti sul carrozzone del vincitore
Lo so, per molti e molte le mie sono facili critiche, di chi le cose di Bolzano le vede da lontano. Perché si! è vero, vi scrivo dal Messico e sono ormai 7 mesi che viaggio in Centro America. Da qui, le cose di Bolzano appaiono lontane, un poco sfocate certo, ma ormai il biglietto di ritorno ce l'ho e comunque non ho mai smesso di guardare con interesse a quanto succede nella mia città. Purtroppo però, più si avvicina la data del rientro e più l'interesse lascia spazio ad un altro sentimento, da molti e molte condiviso: lo sconforto!
Lo sconforto di sapere che anche questa volta non cambierà nulla e che la politica a Bolzano continuerà a seguire lo stesso canovaccio degli ultimi anni. Nessuna nuova idea. Solo qualche nome nuovo ma con idee vecchie, nel più antico e italico stile del Gattopardo. Tutto per preservare il sistema di potere e rappresentazione degli interessi esistente, senza lasciare spazio alcuno alle nuove idee ed energie che molti ragazzi e molte ragazze (io ormai ho 32 anni e ragazzo non lo sono più) portano con se dalle esperienze fatte in giro per l'Italia e per il mondo.
Non c'è dunque da stupirsi se Bolzano non ha avuto chance nella corsa a Capitale europea della cultura. Perché produrre cultura significa creare terreno fertile per nuove idee, tendenze e sperimentazioni. E se è vero che dovrebbe essere la politica, per sua natura, a fare il primo passo e a dare il buon esempio, allora da questo punto di vista siamo ancora in alto mare. Perciò tutti a difendere il proprio orticello. Perciò niente primarie di partito o di coalizione. Perciò nessun spazio a persone nuove, a meno che non siano espressione di una gerarchia vecchia (ovvero quella che comanda a Bolzano da più di venti anni). Mettiamoci il cuore in pace. Non saranno i Kompatscher, gli Achammer, i Gennaccaro o i Bonvicini a cambiare le cose.
Perché dunque tornare a Bolzano? Non sarebbe meglio starsene al caldo del Mar dei Caraibi? No di certo. Bolzano è la mia città, ma al mio ritorno non vi aspettate che vada a votare. Io non sarò tra quelle persone che con il loro voto daranno un'apparenza di democraticità alle prossime elezioni comunali. Perché tutto è già stato deciso nei circoli chiusi di chi si arroga il diritto di rappresentarci - ma che di fatto rappresenta il proprio sistema di interessi- o da chi di quel sistema di interessi vuole fare parte. Perciò tutti sul carrozzone del vincitore, ma almeno non parlatemi di democrazia.