Gesellschaft | Il bilancio

L'Asl nel mirino

Difensora civica, in 5 anni oltre 20mila consulenze. Nel 2018 più di 6mila persone hanno usufruito del servizio. Aumentano i reclami contro l’Azienda sanitaria.
Gabriele Morandell
Foto:  Werth

Per Gabriele Morandell è tempo di tirare le somme. Nei 5 anni di mandato, ora in scadenza, la Difensora civica ha svolto in tutto 20.258 consulenze, elaborato 5.133 reclami e proposto 676 giorni di udienze nelle sedi periferiche. “Il mio lavoro - spiega Morandell presentando oggi (14 maggio) ai media e al consiglio provinciale la Relazione sull’attività 2018 nonché un bilancio sull’ultimo lustro - non ha certamente lo scopo di generare insoddisfazione: consiste piuttosto nell’affrontare le difficoltà e le incomprensioni esistenti nel rapporto con la pubblica amministrazione, facendo chiarezza e aiutando la comprensione reciproca, perché molto, negli uffici pubblici, funziona anche bene”.

 

Un anno intenso

 

Dal focus sul 2018 emerge nello specifico che i reclami sono stati più di mille (in leggero aumento rispetto all’anno precedente) e 5.140 le consulenze (numero quasi raddoppiato rispetto alle 2.616 del 2014). “Una crescita che si spiega, con tutta probabilità, con l’aumento del grado di conoscenza della Difesa civica in Alto Adige - argomenta Morandell -. Credo che soprattutto la consulenza radiofonica mensile in lingua tedesca e la rubrica quindicinale su un quotidiano in lingua italiana abbiano contribuito ad aumentare la consapevolezza riguardo ai settori e alle situazioni in cui la Difesa civica può intervenire, abbassando la soglia d’accesso all’istituzione”.

In quanto ai reclami, la maggior parte di questi, il 32,8%, ha riguardato anche nel 2018 i Comuni, mentre il 20% aveva come oggetto l’amministrazione provinciale e il 17% l’Azienda sanitaria a fronte del 12% del 2014, un dato che conferma un certo malcontento fra la popolazione altoatesina per la gestione Asl. 

6.164 sono le persone che si sono rivolte all’ufficio della Difesa civica: “Ciò dimostra chiaramente l’importanza di questa istituzione e quanto è consistente il numero di persone che le attribuiscono oggettività, neutralità e assertività”, dichiara Morandell.

 

Questione di sensibilità

 

Quattro sono i temi principali affrontati da Gabriele Morandell nel suo quinquennio, a partire dalla centralità del ruolo della Difensora civica nella gestione di situazioni conflittuali fra cittadini e pubblica amministrazione con un’opera di mediazione neutrale. Il secondo punto riguarda la riduzione della burocrazia e la semplificazione delle procedure amministrative, uno degli obiettivi che l’amministrazione provinciale si era posta nell’ultima legislatura, ma in questo senso poco è stato fatto negli scorsi 5 anni e in molti casi l‘onere per i cittadini è addirittura aumentato, ora è perciò necessario rimediare, sottolinea Morandell. “È stato constatato diverse volte - chiosa la Difensora civica - che i cittadini sono impotenti dinnanzi al fardello burocratico necessario per le varie domande e istanze, e che vengono esclusi dai procedimenti di autorizzazione solamente a causa di una disattenzione o di un piccolo errore. Meno burocrazia significa per i cittadini non solo una riduzione del numero di documenti e atti da presentare, ma soprattutto una più corretta e migliore collaborazione con la pubblica amministrazione”.

Diverse volte abbiamo constatato che i cittadini sono impotenti dinnanzi al fardello burocratico necessario per le varie domande e istanze, e che vengono esclusi dai procedimenti di autorizzazione solamente a causa di una disattenzione o di un piccolo errore

Altro tema fondamentale è la progressiva digitalizzazione della pubblica amministrazione, auspicabile per Morandell, ma va considerata anche l’età degli utenti, le loro capacità e il livello della loro competenza tecnica, le cosiddette “fasce deboli” che tendono a rimanere escluse dal processo di modernizzazione della PA. Morandell pone infine l’attenzione sulla carenza, in ambito sanitario, di informazione rivolta ai pazienti in merito ai loro diritti. Una prima soluzione si è trovata con il confronto fra Difesa civica e associazioni di pazienti, ma anche con l’Azienda sanitaria e l’Assessorato alla Sanità con l’intento di ridurre il gap informativo dei pazienti altoatesini. Di qui sono nati un convegno con ombudsman austriaci e un opuscolo contenente diverse informazioni per i pazienti. Una prima edizione è stata rielaborata e migliorata su richiesta dell’Ordine dei medici chirurghi della Provincia di Bolzano e insieme ad esso, presumibilmente nell’estate 2019, uscirà per i pazienti altoatesini un secondo opuscolo sullo stesso tema.