Kultur | Caro Professore

Un viaggio a Furore

Quest’estate ho realizzato un desiderio: ho visitato la tomba di Luciano De Crescenzo a Furore. Un viaggio gratificante, in un posto meraviglioso.
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Furore vista mare
Foto: Pasqualino Imbemba
  • Caro Professore,

    Quest’estate ho realizzato un mio piccolo desiderio: sono venuto a trovarvi nella vostra ultima dimora, a Furore, nella penisola Sorrentina. Devo dire che avete scelto un posto meraviglioso. Il viaggio è stato un po' faticoso, circa un'ora e venti minuti di macchina; dall'uscita autostradale di Castellammare di Stabia solo strade di campagna e di valico, simili a quelle che conosco qui in Alto Adige, dove vivo ormai dal 1997. Ma ne è valsa la pena!

    Pranzammo da Luca’s Restaurant, mi accontentai di un antipasto però particolare: scamorza affumicata in foglia di limone. E che cos’era quella foglia di limone! Io ci credo in questi dettagli culinari, perché li ho assaporati spesso: piccoli tocchi particolari che trasformano un piatto in qualcosa di speciale. Quando mi complimentai con il cameriere per il sapore speciale della foglia di limone, mi sorrise allegramente e mi indicò l'albero di limoni nell'angolo: “Li prendiamo da qui”.

    Dopo il pranzo continuammo per il cimitero di Furore, ormai pochi minuti a distanza. Trovammo la vostra cappella senza problemi. Sopra l’ingresso è appesa una targa in pietra con la seguente iscrizione: “Il mare negli occhi – il Vesuvio nel suo cuore”.

    La cosa che mi è rimasta più impressa sono il tavolino e le due sedie arrangiate nella vostra cappella e, ovviamente, la finestrella con vista mare. Il tavolino e le due sedie mi ricordano le innumerevoli volte dove ci spiegavate cosa fosse l’agorazein, insomma, il dialogo, l’incontro, la camminata. Risonanza creativa, come la chiamaste voi.

    Non poteva mancare il presepe, a voi, uomo d’amore. Nella parete verso est invece i vostri libri e appena nell’angolo quello ultimo, curato da vostra figlia Paola De Crescenzo con l’aiuto della vostra assistente Carmen Arzano, “Accadde Domani – Scritti quasi profetici”. Non appena rientrato a Napoli, non potevo non prenderlo e sono contento di averlo fatto: Sono articoli che coprono venticinque anni (dal 1977 al 2002) di un'Italia che oggi non esiste più e io mi ci diverto a riscoprire momenti storici. E spesso ritrovo pensieri simili ai miei. Del resto, mi considero un vostro alunno: Mi avete dato, tra l’altro, accesso pratico all'antica Grecia, ai suoi filosofi, e grazie alla facile introduzione ho potuto approfondire, cioè prendere in mano altra letteratura quando mi interessava (“L’ABC della relatività” di Bertrand Russell, per citare un esempio).

    Ma di questo e altro vorrei parlarvi negli articoli a venire, se me lo concederanno. Sarà un mio modesto e piccolo omaggio a voi.

    Con affetto,

    Pasquale