Gesellschaft | Scuola dell'infanzia

Il ruolo estivo della scuola

In Trentino le scuole materne restano aperte per tutto luglio. Le iscrizioni confermano il successo della misura di sostegno alle famiglie. Acceso dibattito tra le forze politiche sul bisogno di una riforma organica del funzionamento delle scuole dell'infanzia
Scuole materne
Foto: Unsplash
  • Dopo il successo riscontrato con le famiglie sull'apertura delle scuole dell'infanzia a luglio, il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha recentemente parlato della necessità di costruire un 'ecosistema a misura di famiglia,' dicendosi pronto a considerare un percorso analogo anche per la scuola primaria al fine di ampliare il sostegno alle famiglie che esiste già oggi.  "È fondamentale proporre un progetto di conciliazione che vada oltre a quanto, comunque d’importante, già esiste oggi", ha detto Fugatti.

    In tutto il Trentino, infatti, anche quest'estate le scuole dell’infanzia sono rimaste aperte a luglio grazie a un'iniziativa nata nel periodo del lockdown. Per aiutare le famiglie a far fronte alla gestione dei figli, rinchiusi per mesi in casa tra didattica a distanza e ore davanti agli schermi, l’allora assessore all’istruzione Mirko Bisesti decise nel 2020 di posticipare di un mese la chiusura delle materne, allineandola a quella degli asili nido. La misura venne accolta con favore dalle famiglie, soprattutto nei comuni cittadini ed ad alta vocazione turistica, nei quali è più frequente che entrambi i genitori lavorino e dove, ancora oggi, vengono registrate le percentuali più alte di partecipazione. Dopo un primo anno di sperimentazione, l’apertura di luglio, un unicum in Italia, è stata rinnovata di anno in anno, fino a diventare ormai una consuetudine. Il servizio prevede una preiscrizione con una conferma all’inizio dell’anno scolastico corrente, senza costi aggiuntivi per le famiglie, che devono sostenere solamente i costi della mensa o di anticipo e posticipo al servizio, come avviene per i restanti 10 mesi dell’anno scolastico.

  • (In foto) L’attuale assessora all’istruzione Francesca Gerosa, che aveva inizialmente annunciato di rivedere l’opzione del mese di luglio. Foto: Provincia autonoma di Trento

    Il mantenimento della misura anche dopo la fine del periodo Covid ha trovato voci contrarie soprattutto le insegnanti, che fin da subito hanno denunciato la mancanza di una vera riprogrammazione del calendario scolastico, complicato da portare avanti nel mese di luglio, quando le classi vengono accorpate e non è possibile proseguire con la didattica, vista l’altalenante presenza degli alunni. L’attuale assessora all’istruzione Francesca Gerosa aveva inizialmente annunciato di voler rivedere l’opzione, riproposta, infine, con le stesse modalità. Negli anni lo scontro si è accesso, accompagnato, da un lato, da accuse di scarsa collaborazione  alle insegnanti, ree di non voler lavorare a luglio, e, dall’altro, da lettere e petizioni, fino ad arrivare ad una proposta di legge di iniziativa popolare per tornare alla classica scansione dei 10 mesi, che ha raggiunto le 5800 firme.

    Il servizio prevede una preiscrizione con una conferma all’inizio dell’anno scolastico corrente, senza costi aggiuntivi per le famiglie

    Il quotidiano il T ha riportato i dati forniti dal Dipartimento istruzione della Provincia, che indicano che quasi 8 famiglie su 10 hanno iscritto i propri figli a luglio. Precisamente il 77% delle bambine e dei bambini continuerà a frequentare l’asilo: si parla di oltre 10mila bambini, 2.500 in più rispetto al 2021. I dati dimostrano quindi che il coinvolgimento resta alto, ma il dibattito si concentra quasi solamente sulla contrapposizione tra l’interesse delle famiglie e quello delle insegnanti. La questione presenta, invece, dei nodi cruciali, a partire dalla capacità delle strutture, progettate per il clima invernale e non sempre in grado di accogliere gli scolari nei mesi più caldi, come denuncia Candida Berlanda, referente per l’infanzia di CISL scuola Trento: “I semplici ventilatori applicati al soffitto non sono sufficienti per raffreddare l’ambiente, mentre soluzioni più energivore fanno spesso saltare la corrente quando gli addetti alle mense usano gli elettrodomestici per preparare il pranzo. Anche i giardini, poi, sono stati pensati per temperature più miti e sono spesso poco ombreggiati.” 

  • Discussione su infrastrutture e didattica

    Candida Berlanda: "L’anno passato si era arrivati ad un accordo per 5 giorni di ferie durante l’anno scolastico, ma nella riproposizione dello stesso accordo per il corrente calendario le condizioni apposte non hanno lasciato spazio ad un accoglimento della proposta". Foto: CISL Trento

    E se da una parte il tema delle infrastrutture resta centrale per una regione che, a causa del cambiamento climatico, sta affrontando primavere ed estati sempre più calde, dall’altra si ripropone il problema della didattica, che continua ad essere programmata su 10 mesi, mentre le scuole si trovano a fornire un servizio compensativo più che una e vera propria scuola. Prima dell’introduzione della misura, nei mesi di luglio e agosto era il Terzo Settore ad intervenire, con progetti estivi che comprendevano uscite e piccole gite; gli alunni rimanevano meno tempo nelle aule, passando le giornate in attività più ricreative, mentre l’introduzione del mese di luglio ha portato ad una drastica diminuzione dei voucher provinciali di compartecipazione alle spese per centri estivi o altre attività compensative, presentando un problema per il mese di agosto, durante il quale la scuola rimane chiusa, afferma Berlanda: “La scelta di tenere aperto a luglio ha influito non solo sui costi, ma anche sull’offerta delle cooperative, con ricadute sui lavoratori”. 

    "Siamo consapevoli delle esigenze delle famiglie, ma allo stesso tempo bisogna considerare la complessità del tema..."

    Del resto il problema sindacale resta centrale anche per le maestre, che si trovano a disporre di un periodo inferiore di ferie, da svolgere comunque, come previsto normalmente per la categoria, nei giorni di sospensione delle lezioni, alle quali bisogna poi aggiungere anche le giornate lavorative per gli obblighi organizzativo-amministrativi. Manca però una vera riparametrazione del calendario scolastico per permettere delle soste durante l’anno; cosí, dicono i sindacati, diventa molto complicato poter fruire delle ferie, che restano concentrate soprattutto nel mese di agosto.  “L’anno passato si era arrivati ad un accordo per cinque giorni di ferie durante l’anno scolastico - continua Berlanda - ma nella riproposizione dello stesso accordo per il corrente calendario le condizioni non hanno lasciato spazio ad un accoglimento della proposta: per poter usufruire dei cinque giorni non si sarebbero dovuti superare i cinque giorni di malattia complessivi, mentre le maestre che avevano effettuato più sostituzioni e avevano all’attivo almeno tre contratti non avrebbero potuto comunque utilizzare le ferie.” 

    La difficile mediazione tra Provincia ed insegnanti sta facendo sentire i suoi effetti sulle graduatorie, sempre più sguarnite per le scuole materne: “Mancano 200 insegnanti”, afferma Berlanda: “Molti preferiscono migrare alla primaria e questo clima non fa che esacerbare un dibattito che vuole alimentare solamente lo scontro tra famiglie e maestre. Siamo consapevoli delle esigenze delle famiglie, ma allo stesso tempo bisogna considerare la complessità del tema, a partire dall’offerta formativa, impossibile da svolgere nelle classi accorpate, fino all’interesse dei bambini che hanno bisogno di attività diverse per riposare in vista di settembre, passando dalla manutenzione degli edifici, che solitamente si svolgeva proprio a luglio, data la difficoltà di reperire il personale addetto ad agosto.”

  • Rivedere l'intero apparato della scuola dell'infanzia?

    Chiara Maule, Campobase: "L’idea di base è quella di rivedere l’intero apparato della scuola dell’infanzia, superando la divisione tra nido e scuola materna". Foto: Privat

    E mentre in tutta Italia si moltiplicano gli appelli per un calendario scolastico che tenga conto delle ormai mutate esigenze lavorative, sulla scelta degli assessori all’istruzione Bisesti e Gerosa aleggia il sospetto di una scelta nata soprattutto per far fronte ad un risparmio nel campo del welfare, senza guardare ad una revisione più organica del funzionamento delle scuole dell’infanzia. Chiara Maule, consigliera provinciale e regionale nella lista di Campobase, non si dice però convinta dell’effettiva riduzione dei costi: “Non si può davvero parlare di risparmio, perché l’assessora Gerosa non mette a disposizione i dati di luglio, diffondendo solamente le spese riferite all’intero anno scolastico. Nel frattempo il settore sembra soffrire di una crisi, soprattutto per quanto riguarda le insegnanti, ormai rassegnate ad un ruolo fondamentale, ma non più recepito come tale.” 

    Intanto alla Quinta commissione permanente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento sono in esame quattro disegni di legge per riformare il sistema delle scuole dell’infanzia. E se quello di iniziativa popolare e il disegno di legge a firma del Consigliere Degasperi (nella minoranza, Onda civica), puntano ad un ritorno ad un calendario a 10 mesi, accogliendo soprattutto le istanze delle insegnanti, le proposte della Consigliera Masé (nella maggioranza, La Civica) e della Consigliera Parolari (nella minoranza, PD) puntano ad una visione più organica, per una ristrutturazione completa della scuola pre-elementare, come afferma Maule: “L’idea di base è quella di rivedere l’intero apparato della scuola dell’infanzia, superando la divisione tra nido e scuola materna, proponendo un sistema che tenga conto di una didattica integrata da 0 a 6 anni, per tutto l’arco pre-elementari. La scelta di mantenere aperto anche il mese di luglio, in questi anni, è stata portata avanti dalla Giunta, ma in un sistema più organico si potrebbe tenere conto delle varie esigenze, pedagogiche ed amministrative.”   I tempi di discussione, però, non si preannunciano brevi e, molto probabilmente, si dovrà attendere almeno fino a settembre.