Gesellschaft | Salute

Un incubo al femminile

Dolori laceranti, nausea, sfinimento - un problema mensile per chi soffre di endometriosi. Dopo anni di disagio, Miriam Leopizzi ha fondato l’associazione "Noi per Voi"
Miriam Leopizzi e Martin Steinkasserer
Foto: www.asdaa.it

Per Miriam Leopizzi la prima mestruazione è stata un incubo: l’effetto di questo nuovo fenomeno del suo corpo non era un semplice fastidio, ma dolori addominali insopportabili, nausea, una minzione dolorosa, difficoltà a camminare e persino a stare in piedi. Purtroppo, con l’avanzare del tempo, i disagi non sono spariti, anzi; ogni mese, Miriam doveva trascinarsi prima a scuola e poi al lavoro nonostante il suo malessere. Malgrado siano sintomi chiari di una malattia femminile, per tanti anni le sofferenze di Miriam non sono state trattate come tali - oggi, a 44 anni, finalmente sa dare un nome a questo dolore che è tutt’altro che un “mal di pancia”: soffre di endometriosi, un’anomalia delle cellule endometriali nella cavità uterina.

Il percorso verso la diagnosi è stato lungo e tortuoso: in seguito alla sospensione della pillola contraccettiva che le aveva leggermente alleviato i dolori mestruali durante l’adolescenza, Miriam e il suo compagno desideravano mettere su famiglia; si sono verificate tre gravidanze, sfortunatamente tutte terminate prematuramente – per Miriam un’esperienza devastante che tra l’altro continuava a ostacolare la scoperta della causa dei suoi dolori tornati intollerabili, poiché vari/e ginecologhi e ginecologhe in tutta Italia sospettavano delle cause psicosomatiche legate agli aborti subiti all’origine dei suoi disagi mestruali. “Lo trovavo scandaloso”, racconta oggi Miriam, “Quello che sentivo era chiaramente un dolore fisico”. Quando Giorgio Comploj, ginecologo privato di Merano, ha finalmente effettuato una laparoscopia, l’addome di Miriam si è rivelato pieno di lesioni endometriosiche. Solo dopo la rimozione di quest’ultime, il suo desiderio di avere figli si è potuto realizzare e due bambine hanno completato il quadro famigliare.

 

Miriam Leopizzi e famiglia
Orgogliosi genitori: Miriam Leopizzi insieme al suo compagno e le due figlie (Foto: www.asdaa.it)

 

Purtroppo, dopo il secondo parto, le lesioni causate dall’endometriosi si sono nuovamente estese, provocando sofferenze atroci alla giovane madre che non riusciva nemmeno più a stare in piedi dal dolore. Era la conoscenza di Martin Steinkasserer, il Primario di Ginecologia e Ostetrica dell’Ospedale di Bolzano a cambiare il corso della storia di Miriam: noto per la sua sensibilità verso le esigenze individuali delle sue pazienti, Steinkasserer ha consigliato l’asportazione dell’utero e delle tube di Falloppio. Tuttavia, neppure l’intervento ha portato al lieto fine della storia di Miriam: ancora oggi, il dolore non è del tutto scomparso.

 

Noi con Voi
"Noi con Voi": Miriam Leopizzi ha fondato un'associazione per aiutare le donne affette da endometriosi  (Foto: www.asdaa.it)

 

Ma per la madre, arrendersi è fuori questione e nonostante l’ennesimo ostacolo, è riuscita a trarre il meglio della situazione. Dopo la fine della pandemia, Miriam ha fondato l’associazione “Noi con Voi” insieme ad altre donne afflitte dall’endometriosi, per garantire sostegno emotivo, psicologico, sociale e professionale alle pazienti che devono affrontare questa malattia spesso difficile da diagnosticare. Le campagne di “Noi con Voi” operano nell’ambito dell’educazione e sensibilizzazione, per esempio sotto forma della serata a tema svoltasi il 3 maggio 2023 nel contesto del ciclo di conferenze “Forum Salute Alto Adige”, in cui Miriam, Presidente di “Noi con Voi” e la Vicepresidente Ilaria Bona hanno condiviso le loro esperienze. Un altro obiettivo è il riconoscimento degli stadi più lievi dell’endometriosi come malattia invalidante in tutta Italia che garantirebbe un sostegno economico alle pazienti per finanziare le terapie ormonali e i prodotti per l’igiene intima. Inoltre, è stata presentata una proposta di legge alla Camera dei deputati da tutte le associazioni di endometriosi italiane, per seguire il modello spagnolo e introdurre il “congedo mestruale”, permettendo alle donne colpite da forti dolori mestruali di rimanere a casa dal lavoro nei giorni più duri. Nell’ambito del Audit famiglia e lavoro, un primo passo in questa direzione è già stato raggiunto dalla cooperativa sociale diretta da Miriam, introducendo il “permesso mestruale” di un giorno – è un ottimo esempio al quale altri datori di lavoro potranno orientarsi in modo da facilitare la vita quotidiana delle lavoratrici affette da endometriosi.