Chronik | Indagini

Si ridimensiona l'inchiesta Romeo

La Procura di Trento fa un passo indietro e chiede di stralciare l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e 35 capi di imputazione. Si attende la decisione del Gip sui possibili rinvii a giudizio.
Heinz Peter Hager
Foto: Seehauserfoto
  • La Procura di Trento chiesto di stralciare l’accusa di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso assieme a una serie di reati-fine dell'inchiesta "Romeo" sulle influenze tra imprenditori e politica in Trentino-Alto Adige. Lo scorso 26 novembre, ad un anno da quando l’inchiesta era emersa, i Pm Alessandro Clemente e Federica Iovene hanno chiesto l'archiviazione per 35 ipotesi di reato. Le indagini erano iniziate sei anni fa ed avevano portato ad otto arresti e oltre cento perquisizioni per 77 indagati tra cui imprenditori, professionisti, funzionari pubblici.

    A cadere sarebbero le accuse più gravi, che riguardano il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager e l'imprenditore di Arco Paolo Signoretti, cui si aggiungono gli architetti Fabio Rossa Andrea Saccani, la dirigente del Comune di Bolzano presso l'Ufficio Gestione del territorio Daniela Eisenstecken e il giornalista Lorenzo Barzon – oltre alla sindaca di Riva del Garda Cristina Santi e l’ex senatore Vittorio Fravezzi. Il 3 dicembre 2024 queste 8 persone erano infatti state sottoposte agli arresti domiciliari, con l'accusa di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso capeggiata dall’imprenditore immobiliare austriaco Renè Benko e finalizzata a una serie di reati, dalla corruzione alla rivelazione di segreti d'ufficio, dal falso alla turbativa di gara al finanziamento illecito ai partiti. Ora la Procura ha chiesto l’archiviazione per il reato di associazione a delinquere, alla base dell’impianto accusatorio. Secondo gli inquirenti esistevano rapporti stabili tra imprenditori, politici e funzionari pubblici interessati a grandi operazioni immobiliari tra Bolzano e il Trentino (come il centro commerciale WaltherPark, il Gries Village e la riqualificazione dell’ex Cattoi), ma non un vero sodalizio criminale né tantomeno un’associazione mafiosa. La questione era già emersa davanti al  Tribunale del Riesame che non aveva riconosciuto il metodo mafioso in relazione all'associazione a delinquere. 

  • L'interno del centro commerciale WaltherPark a Bolzano, inaugurato lo scorso 16 ottobre. Foto: Seehauserfoto
  • Non solo: a cadere sarebbero anche molti dei capi di imputazione legati ai reati fine, come episodi di corruzione e dichiarazione fraudolenta per Heinz Peter Hager, mentre rimarrebbero in piedi singoli reati “residui” per alcuni indagati, per i quali potrebbe essere chiesto il rinvio a giudizio. Già nel corso delle scorse settimane erano cadute tutte le misure cautelari, per ultima quella a carico di Daniela Eisentecken, che è tornata a lavorare presso l’ufficio edilizia del Comune di Bolzano dopo che era stata interdetta per via dell’inchiesta. Archiviate anche le posizioni della famiglia Gostner nell’ambito del filone insider trading dell’inchiesta riguardante la vendita di alcune quote della "Alerion Clean Power". Come riporta Il T Quotidiano, sarebbero cadute anche tutte le accuse del giornalista Lorenzo Barzon e dell'architetto Fabio Rossa. 

    Sulla richiesta dei pubblici ministeri di Trento e Bolzano di archiviare “per infondatezza delle notizie di reato” e “per assenza di una ragionevole previsione di condanna” molte ipotesi di reato si esprimerà il giudice per le indagini preliminari Enrico Borreli, che potrà decidere se procedere con un decreto di archiviazione, chiedere ulteriori indagini o che la Procura formuli l'imputazione. Le indagini preliminari, infatti, non sono ancora concluse formalmente – così come non sono ancora stati formulati i possibili rinvii a giudizio

  • Perché l’inchiesta si chiama Romeo?

    L’inchiesta nasce nel settembre 2019 su impulso della direzione distrettuale antimafia della Procura di Trento. Le indagini, nate a partire dalle grandi iniziative imprenditoriali in regione, sono partite dal progetto WaltherPark di Bolzano e sono state condotte dai Carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza. Il titolo “Romeo” deriverebbe dal nome in codice dato al dipendente comunale del Comune di Bolzano che ha contribuito significativamente allo sviluppo dell’inchiesta – il cui nome, per non essere reso riconoscibile, è stato trasformato in "Romeo". 

  • E Benko?

    Anche la posizione del magnate austriaco René Benko si sarebbe molto ridimensionata nell'inchiesta trentina. Inizialmente gli inquirenti lo aveva accusato di essere il vertice del "sodalizio criminale", per questo gli era stato contestato solo l'articolo 416 (l'associazione a delinquere), ora stralciato dalla stessa Procura. Se il GIP dovesse accogliere le richieste dei Pm, anche Benko potrebbe uscire dall'inchiesta, mancando la prova che abbia tenuto le fila dei rapporti illeciti tra imprenditori, politica e pubblica amministrazione per perseguire i suoi affari nazionali e internazionali. 

    Nel frattempo (come già approfondito da SALTO) a carico dell'imprenditore nordtirolese – attualmente in carcere a Vienna – sono state comminate due condanne per bancarotta in Austria, nell'ambito del filone processuale per il crack Signa. Sono tutt'ora nel mirino degli inquirenti le fondazioni private familiari, sia da parte della Procura anti-corruzione viennese che delle procure di Monaco, Berlino e Vaduz (Liechteinstein).