Politik | L'Iniziativa dei cittadini europei ha compiuto un anno

Un anno di rodaggio della democrazia diretta nella UE

Il 9 aprile 2013 l'Iniziativa dei cittadini europei (ICE) ha compiuto un anno. L'ICE è il primo strumento transnazionale di partecipazione diretta dei cittadini alla politica, con cui i cittadini possono chiedere alla Commissione europea di legiferare su una materia di competenza comunitaria. Con l'ICE almeno un milione di cittadini europei con la loro firma anche elettronica possono proporre una norma europea, ma la Commissione non è obbligata a raccoglierla. Deve rispondere, motivare un'eventuale respinta, ma non applicare la proposta dei cittadini, per cui questo strumento equivale piuttosto alla nostra "Proposta di legge di iniziativa popolare".
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In questo primo anno sono state presentate 27 ICE per la registrazione sul sito speciale dell'UE, il registro pubblico europeo delle ICE. 8 di queste proposte sono state subito respinte, perché non rientranti nelle competenze della Commissione europea, altre 5 sono state ritirate dagli organizzatori per vari motivi. Ne sono rimaste in corsa 14, di cui solo una finora ha già superato la soglia del milione di firme, l'iniziativa contro la privatizzazione dell'acqua "Water is a human right". Però anche questa ICE non è riuscita a rispettare un altro requisito, cioè quello di raccogliere un minimo predefinito di firme in almeno sette paesi membro. Per esempio, se si raccolgono le firme anche in Italia, ci devono essere almeno 56.000 firme valide. Per l'acqua pubblica in Italia non c'erano difficoltà di raccogliere questo numero di firme, in altri paesi però sí. Altri esempi di ICE ancora in corso sono: Stop alla vivisezione, partita il 22 giugno 2012, finora 116.000 firme raccolte; per l'abolizione della corrida con i tori, ritirata il 12 agosto 2012; per un reddito minimo incondizionato, partito il 21 marzo 2013.

Dopo un anno comunque sono emersi alcuni problemi che le ONG hanno prontamente denunciato. Primo, il numero di firme sembra ancora troppo alto per una pura proposta di norma di iniziativa popolare. L'ICE "right2water", per esempio, è stata appoggiata da un folto numero di associazioni, ONG, Comuni e cittadini, eppure non è ancora riuscita a raccogliere le firme richieste in sette paesi membro. Poi lo strumento stesso fra i cittadini è ancora troppo poco conosciuto e si chiede che anche l'UE stessa si impegni di più per pubblicizzare bene questo nuovo diritto della società civile. Quindi lanciare un'ICE è ancora troppo difficile e macchinoso. Non a caso un gruppo di ONG, coordinate da Democracy International, ha avanzato 10 proposte per semplificare tutta la procedura, a cominciare dal prolungamento della durata della raccolta delle firme dagli attuali 12 mesi a 18-24 mesi. Ma anche le organizzazioni, i promotori di un'ICE, devono attrezzarsi meglio per lanciare e svolgere bene campagne di adesione a ICE specifiche. Si tratta di uno strumento transnazionale di partecipazione, quindi la sfida è quella di costruire una piattaforma europea per un nuovo diritto civile, un progetto o intervento specifico di carattere e di valenza europea.

L'UE ha già previsto una revisione dello strumento nel 2015, ma le ONG chiedono già da subito un impegno comune per modificare e rafforzare l'iniziativa europea per farne uno strumento efficace di partecipazione dei cittadini. Non basta l'ICE, si afferma, ma serve il diritto all'iniziativa popolare. Sta a dire il diritto di un minimo di cittadini europei di avanzare una proposta di norma che nel caso della sua respinta da parte delle istituzioni porti ad un referendum europeo. Solo allora i cittadini avrebbero il ruolo di co-legislatori nella UE, e solo allora la loro proposta avrebbe peso e attenzione forte nell'opinione pubblica. Con un'iniziativa popolare o la Commissione o il Parlamento europeo accettano una proposta popolare o si va al referendum. Questo sí che sarebbe democrazia diretta a livello europeo.

Thomas Benedikter

autore di Più democrazia per l'Europa, ARCA edizioni 2010, liberamente scaricabile dall'Internet.