Cannabis terapeutica, si fa sul serio
Il primo muro del pregiudizio è caduto. Oggi, 15 maggio, il consiglio provinciale ha dato il disco verde alla mozione del Movimento 5 stelle che chiedeva di “attivarsi per eseguire i passaggi necessari per la coltivazione e distribuzione della cannabis con finalità terapeutica in territorio provinciale attraverso il centro di sperimentazione Laimburg”. Il consumo di questa sostanza negli ultimi anni è stato “esponenziale, tanto che solo nella nostra regione dal 2018 al 219 si passerà da 6 a 35 kg - ha spiegato il proponente del provvedimento, il consigliere provinciale Diego Nicolini -, la cannabis è una soluzione utile e poco invasiva in caso di dolore cronico e associato a sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, cachessia, anoressia, tumori, AIDS, glaucoma, sindrome di Gilles de la Tourette”. Il problema è sempre lo stesso: la cannabis terapeutica è difficile da reperire e non basta a coprire il fabbisogno. “Produrla in loco sarebbe un grande risparmio per la Provincia”, ha sottolineato Nicolini ricordando di aver incassato il sostegno della ministra della Salute Giulia Grillo per la coltivazione “in-house”.
Tutti d’accordo (o quasi)
L’iniziativa del M5s è stata appoggiata quasi all’unanimità (32 sì) dall'aula, con la sola astensione dell’esponente della Lega, Rita Mattei.
Positivo, per Ulli Mair dei Freiheitlichen, è che la cannabis terapeutica, particolarmente costosa, potrebbe essere detratta dalle tasse. La necessità di sostenere la mozione sta nel fatto che non si tratta di cannabis a scopo di svago ma, di fatto, di un medicinale, ha sottolineato Carlo Vettori della Lega. Una linea condivisa anche dal Gruppo Verde: “Non c’è alcuna logica nel negare una misura porta sollievo ai malati”, ha detto Brigitte Foppa aggiungendo che “non si tratta del primo passo verso la legalizzazione, alla quale noi ci dichiariamo comunque favorevoli, perché siamo per l’auto-responsabilità. Tempo fa era stata approvata una mozione analoga a quella dei 5 stelle presentata da Elena Artioli del Team Autonomie, messa in atto però in maniera un po’ svogliata dall’allora assessora alla Salute Stocker, ora bisogna fare di più”.
Franz Ploner (Team Köllensperger), da ex primario ha portato le sue competenze scientifiche alla discussione, sottolineando che non serve a nulla se un medico, per combattere i dolori cronici e le patologie oncologiche, prescrive e sostanze magistrali secondo il decreto del 2015 e poi queste si ricevono tre mesi dopo, “ci deve essere la disponibilità immediata”. Secondo Ploner la coltivazione della canapa deve avvenire sotto la vigilanza del Ministero di Sanità, Difesa e dell’AIFA, e ha senso che avvenga presso il Laimburg, rispettando gli standard UE: se si cominciasse ora, la prima fornitura sarebbe possibile entro 15-18 mesi.
Annunciando voto a favore la Svp ha però voluto che si procedesse preventivamente con la verifica sulla possibilità di coltivare la cannabis al Laimburg. La giunta ha aggiunto che deve essere appurata comunque la fondatezza giuridica della proposta, ma che parlando con voce univoca forse sarà possibile ottenere l’autorizzazione necessaria. Degna di nota l’affermazione del presidente del consiglio provinciale Josef Noggler che ha fortemente invitato la giunta a “darsi da fare”.
Soddisfatto Nicolini: “Siamo molto contenti di questo passo in avanti. Stiamo facendo un lavoro enorme per raggiungere il nostro obiettivo, quello cioè che il Centro Sperimentale di Laimburg sia autorizzato a produrre la cannabis terapeutica e coprire così tempestivamente il fabbisogno dei pazienti altoatesini. È un lavoro molto complesso, che coinvolge molti attori e si muove trasversalmente a diversi campi. Era molto importante ottenere l’appoggio della nostro governo provinciale”.