Contro lo “schiaffo alla democrazia”
Il 27 maggio la commissione bilancio della Camera ha reintrodotto i voucher, all’indomani del referendum abrogativo previsto per il 28 maggio. Susanna Camusso lo dice fuori dai denti: “Il Governo e il Parlamento non hanno abrogato i voucher, ma i referendum, ovvero il diritto dei cittadini di esprimersi.” È uno sgambetto non solo per la CGIL, ma per tutti i cittadini. Si tratta di una grave violazione dell’art. 75 della Costituzione sul referendum. Va ricordato che già questa carta prevede solo pochissimi diritti referendari, e ora con un trucco legislativo si sta privando i cittadini anche di quello abrogativo. Bisogna impedire, afferma giustamente la CGIL, che questo diventi un precedente da imitare in futuro per silurare referendum non graditi, già dichiarati ammissibili e indetti.
La CGIL questo sabato chiama tutti a manifestare a Roma in difesa della democrazia, specie quella diretta (già fortemente arretrata nella sua disciplina attuale) e del diritto ad un lavoro non precario. La CGIL/AGB a livello provinciale appoggia la petizione per una legge migliore sulla democrazia diretta, purtroppo a livello nazionale non si è ancora attivamente impegnata per una riforma dei diritti referendari. Possa questo momento essere una spinta anche per il maggior sindacato di appoggiare i vari tentativi legislativi in questa direzione (prossimamente una proposta di legge di iniziativa popolare sui diritti referendari, da firmare a partire del luglio 2017).
Si protesta anche contro i nuovi voucher camuffati, una nuova forma di lavoro precario senza definire per quali finalità con evidenti effetti dumping rispetto altre forme contrattuale. Non si tratta di una forma di contratto di lavoro a breve termine o a tempo determinato, perché non si prevedono diritti legati a questi “nuovi voucher”. La CGIL stessa nella sua Carta dei Diritti aveva proposto delle alternative accettabili per prestazioni di lavoro occasionale. Il Governo non si è neanche degnato di discuterli seriamente. Si è voluto invece estendere un lavoro occasionale mai definito alle aziende (fino a 5 dipendenti vuol dire la stragrande maggioranza) e alla pubblica amministrazione. Un Governo capeggiato dal PD.
La CGIL respinge questo “Schiaffo alla Democrazia”, rilancia le ragioni del lavoro, e chiama tutti alla manifestazione nazionale di questo sabato, 17 giugno, in Piazza San Giovanni a Roma.