Chronik | Bolzano

Tensioni tra polizia e pro-aborto

Manifestazione davanti all'ospedale contro il presidio antiabortista di Bewegung für das Leben. Le forze dell'ordine sono intervenute in tenuta antisommossa.
manifestazione ospedale 15.6
Foto: Rai Tagesschau
  • Tensioni oggi (15 giugno) al presidio davanti all’ospedale San Maurizio di Bolzano contro la manifestazione antiabortista di Bewegung für das Leben. L’associazione pro-vita, che circa ogni tre mesi si insedia davanti all’ospedale di Bolzano, ha raggiunto l'edificio recitando preghiere e portando un crocifisso ed un'icona della madonna. Ad attenderli c’erano alcuni manifestanti che al grido “Sul mio corpo decido io” e “Fuori gli obiettori di coscienza dagli ospedali”, protestavano contro il corteo antiabortista. 

    Erano presenti anche una ventina di agenti in tenuta antisommossa che, allo scopo di tenere separate le due manifestazioni, avevano creato un cordone tra i due gruppi. Nonostante fossero poche le persone coinvolte, non sono mancate le tensioni. La polizia ha sedato con la forza i manifestanti che si avvicinavano animatamente al gruppo in preghiera, facendo cadere alcune persone a terra e colpendone altre con manganelli e scudi.  

  • Uno dei manifesti presenti Foto: SALTO

    Durante la manifestazione, conclusasi senza ulteriori tensioni, sono stati letti due proclami in cui veniva denunciata sia la presenza di molti medici obiettori di coscienza in Alto Adige, che la difficile condizione in cui si trovano le donne palestinesi. “Da anni, come persone transfemministe, manifestiamo qui – racconta una manifestante – non solo affinché la meschina presenza dei cattolici oscurantisti fuori e dentro gli ospedali sia ostacolata o impedita, ma anche e soprattutto per urlare a gran voce che "No, la legge 194 non è sufficiente", questo perché sappiamo che questa non garantisce un vero diritto all'aborto ma lo consente in determinati e specifici casi. Perché sappiamo che è proprio grazie a questa legge che è ancora consentita l'obiezione di coscienza (In Alto Adige lo è oltre l'85% del personale ospedaliero), la violenza psicologica e i ricatti morali negli ospedali pubblici”.