La riscossa dei vaccini
Un dilemma divide da qualche tempo i genitori in Italia: è giusto o no vaccinare i propri figli? A giudicare dai numeri, il manipolo degli scettici e dei diffidenti è in costante aumento. Le vaccinazioni sono infatti calate al ritmo di 5-10mila all’anno con il risultato che alcune malattie debellate hanno fatto ritorno e i medici non sempre sono in grado di curarle. Dal 2012 al 2014 le vaccinazioni obbligatorie sono scese sotto la soglia del 95%, percentuale minima per avere una copertura della popolazione efficace. A cosa si deve questa ondata di sfiducia? “All’ignoranza sui benefici della vaccinazione, a un’errata interpretazione del concetto di naturalismo per cui tutto ciò che è artificiale è considerato dannoso e terzo alla disinformazione di cui spesso il web e i social network si fanno portatori. Ma formarsi meglio è possibile; ci sono campagne a tappeto che lo Stato ha avviato in questo senso”, spiega Antonio Frena, chirurgo e responsabile sanità del Pd Alto Adige. La responsabilità della disinformazione, prosegue Frena, va divisa anche con i medici, gli unici in grado di poter sensibilizzare davvero le persone sul tema.
Dal 5 ottobre scorso è attivo inoltre il call center nazionale (numero verde 800.561856), “Vaccini e vaccinazioni”: alcuni esperti risponderanno ogni lunedì, dalle 10.00 alle 18.00, per un anno, a chiunque desideri avere chiarimenti sull’argomento.
Soluzioni drastiche?
Sergio Venturi, coordinatore degli assessori alla Sanità, ha dichiarato che, dal momento che “le percentuali di copertura in certe zone del Paese arrivano all’85%, non possiamo più rispettare il diritto del genitore che non vuole dare il farmaco al figlio”. Venturi ha chiesto di segnalare alla procura le famiglie che non vaccinano, come peraltro previsto dalla legge. “In California, lo stato americano più liberal, qualunque motivazione adducano i genitori per non vaccinare i propri figli non viene ritenuta valida e in più i bambini non vaccinati non possono, per legge, essere ammessi negli istituti scolastici”, sottolinea Frena. Quella di negare l’iscrizione a scuola ai bambini non vaccinati è un’ipotesi presa ora in seria considerazione dal ministro della salute Beatrice Lorenzin che ha dato il suo assenso a una petizione su Change.org per rendere obbligatorie le vaccinazioni a scuola pena l’esclusione dalle classi. La petizione è stata lanciata da una mamma di Cesena dopo che la figlia di 40 giorni ha perso la vita perché colpita da pertosse. Per sostenere la raccolta firme e veicolare in modo virale - è il caso di dire - il messaggio pro-vax è partita sui social la campagna #iovaccino: un gruppo di genitori si sono fotografati assieme ai figli pubblicando il messaggio “Io vaccino, no alla disinformazione”.
Nel frattempo ieri, 15 ottobre, gli assessori alla Sanità delle Regioni italiane hanno deciso all'unanimità di inserire nel nuovo "Piano nazionale di prevenzione vaccinale", in corso di scrittura (il 20 ottobre andrà alla Conferenza delle Regioni e subito dopo alla Stato-Regioni) e che costerà 200 milioni in più rispetto al passato per l’introduzione di nuove vaccinazioni, anche la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto di immunizzazione.
La situazione in Alto Adige
Secondo i dati del Centro nazionale di epidemiologia per l’anno 2014, l'Alto Adige è la pecora nera, in Italia, nella copertura vaccinale in età pediatrica per quanto riguarda la poliomielite (88,5%), la difterite (88,5%), il tetano (88,5%), la pertosse (88,4%), l’epatite B (88.0%), l’Hemophilus influenzale tipo B (87,7%), il morbillo (68,8%), la parotite (68,7%) e la rosolia (68,7%). Recentemente la giunta provinciale ha respinto la mozione - presentata da Elena Artioli (Team Autonomie) - che chiedeva l’eliminazione delle sanzioni per chi rifiuta l’obbligo vaccinale. “Quella della giunta è stata una decisione sensata - ha concluso Frena -, va ricordato, poi, che spesso bisogna fare i conti con il vizio tutto italiano di interpretare in maniera distorta le leggi. C’è chi crede, ad esempio, di essere autorizzato a non vaccinare una volta pagata la multa, ma non è così che funziona. Ritengo che anche l’idea di non far iscrivere i bambini non vaccinati nelle scuole sia una soluzione condivisibile”.