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"Tra cielo e palazzi faccio traduzione"

Luca Ditadi, in arte Oside, torna ad essere protagonista della scena musicale: dopo il successo di Broken, arriva "Sad S**it Hustler Vol. 1". Oside: "Canto ciò che vivo".
Oside: “Sad S**it Hustler“
Foto: oside
Oside: “Sad S**it Hustler“
"Sad S**it Hustler Vol. 1": ​​​​​​​il nuovo progetto musicale di Oside. Foto: Oside
 

Luca Ditadi, in arte Oside, torna ad essere protagonista della scena musicale locale: dopo il successo di "Broken", l’EP che ha raggiunto centinaia di migliaia di persone grazie al singolo "La canzone che non ti ho dedicato" (212K views su YouTube), pubblicato l’ultimo progetto musicale, "Sad S**it Hustler Vol. 1". Gli otto brani che lo compongono si snodano tra rap lo-fi, rap soul e indierap. Il bolzanino ha partecipato all’Indiependence Festival e a inizio luglio presenterà la sua ultima fatica musicale al lido di Terlano. "Non ho ancora inquadrato il mio nuovo disco: non è sicuramente un EP, perché è troppo lungo, e neppure un album, perché ha troppi pochi brani. Però so per certo che non è un progetto fatto e finito, concluso e circoscritto; nel titolo ho inserito ‘vol. 1’, proprio perché magari avrà un seguito", dice a salto.music Oside.

 
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Oside: "Penso che i live siano estremamente importanti per gli artisti, perché uno può anche avere numeri di ascolti altissimi, ma poi ciò che arricchisce artisticamente è il riscontro dal vivo". Artwork: Oside
 

salto.music: Con "Broken" il tuo pubblico si è allargato notevolmente. Sei riuscito ad avere qualche contatto con i tuoi ascoltatori o è stata una relazione solo virtuale? Qualcuno si è presentato al tuo live?

Oside: All’Indiependence Festival sono venuti gli amici di sempre, quelli che mi seguono dall’inizio. Rimane una grande fetta di persone che mi ha ascoltato che però non conosco. Quello che penso è che i live sono estremamente importanti per gli artisti, perché uno può anche avere numeri di ascolti altissimi, ma poi ciò che arricchisce artisticamente è il riscontro dal vivo. Su questo voglio fare una precisazione…

Prego.

Ultimamente stiamo perdendo il valore della musica dal vivo: se c’è un brano che va virale, forse si viene invitati agli eventi, nelle discoteche. E le persone magari vengono anche numerose, ma sono tutte lì per il singolo pezzo, non certo per l’artista e la stima nei suoi confronti.

Hai fatto un quadro della situazione molto dettagliato e condivisibile. Raccontaci invece da dove hai preso l’energia per scrivere "Sad S**it Hustler". Come in "Broken" ti sei riallacciato all’amore per qualcuno?

In "Broken", la tematica dell’amore era secondaria. Il centro era la depressione e le conseguenze che portava con sé, anche nei rapporti interpersonali, nelle relazioni e nelle amicizie. Per quest’ultimo progetto ho tratto spunto da tutto ciò che mi circonda: da quello che sento, vedo e vivo e dalle persone che incontro anche solo per qualche ora. E poi, successivamente, ho cercato di rielaborare il tutto nei momenti di solitudine.

 
Oside: “Sad Shit Hustler“ (Official Music Video)

Pur di non stare in silenzio ci esponiamo a un rumore qualsiasi. Così come pur di non stare da soli, ci aggrappiamo alla prima persona che ci capita davanti.

Ti piace stare solo? C’è una frase del tuo pezzo in merito: "E credere d’amare per non stare con te stesso è come chiedere il rumore per paura del silenzio". Ti ci rispecchi?

Noto molto spesso che la solitudine è quasi un tabù. Le persone hanno paura a stare da sole. Ed è sicuramente una cosa difficile da fare. Infatti credo ci sia la tendenza ad accontentarsi di stare con la prima persona che capita, invece di passare del tempo in solitudine. E la metafora che ho scritto mi piace molto: la solitudine è il silenzio e il rumore non è qualcosa di specifico, che magari ci piace, ma è la confusione, sono le chiacchierate che ci circondano. Pur di non stare in silenzio ci esponiamo a un rumore qualsiasi. Così come pur di non stare da soli, ci aggrappiamo alla prima persona che ci capita davanti.

C’è un’altra bella frase nel tuo pezzo: "Tra cielo e palazzi faccio traduzione". Cosa significa per te?

Rispecchia un po’ ciò che cerco di fare attraverso la scrittura. Voglio essere un tramite tra le esperienze che vivo, nelle città, nel terreno e nella gente, e il cielo, ovvero tutto ciò che deriva dalla riflessione, dal pensiero e dal lato interiore.

 

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La tracklist di "Sad S**it Hustler Vol. 1": un progetto che forse non è ancora finito. Foto/Screenshot: Oside