Mai più un “Park Vittoria” in Consiglio?

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Fa discutere la proposta contenuta all’articolo 1 del disegno di legge regionale sull’assestamento di bilancio 2025-2027, con cui la Giunta regionale del Trentino-Alto Adige intende modificare il Codice degli enti locali (CEL). In particolare, la riforma – che sarà discussa in questi giorni dal Consiglio regionale – andrebbe a sottrarre ai Consigli comunali la competenza sull’approvazione dei progetti di fattibilità tecnico-economica delle opere pubbliche (PFTE) – una fase cruciale nella progettazione – attribuendo questa funzione esclusivamente alle Giunte comunali. L’emendamento coinvolge direttamente gli articoli 49 e 50 del Codice, e si giustifica, nella relazione accompagnatoria, con l’adeguamento al nuovo Codice dei contratti pubblici nazionale del 2023.
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Secondo la Giunta regionale, “è mutato il rapporto tra programmazione e progettazione di un’opera pubblica”, e oggi “la programmazione assume un ruolo autonomo e propedeutico”, rispetto alla progettazione. La riforma mira quindi a spostare il ruolo di indirizzo politico dei Consigli comunali dai progetti tecnici alla fase di programmazione vera e propria degli esecutivi, concretamente rappresentata dal DUP (Documento unico di programmazione) e dal Programma triennale delle opere pubbliche.
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Dubbi da opposizioni (e autonomie trentine)
Preoccupazioni sono già emerse nella discussione in I Commissione legislativa regionale il 30 giugno scorso: la Giunta regionale ha ribadito l’intenzione di “concentrare la competenza del consiglio comunale nella fase programmatoria”, mentre la consigliera Madeleine Rohrer (Verdi) ha annunciato un emendamento per abbassare le soglie minime dei progetti da discutere in Consiglio, sostenendo che “una discussione approfondita dei progetti in consiglio comunale dia più valore al lavoro dei consiglieri stessi, avvicinando il progetto stesso e la politica ai cittadini”. Il Consorzio dei Comuni dell’Alto Adige ha espresso parere favorevole alla riforma. Più cauto il Consiglio delle autonomie locali della provincia di Trento, che a partire dal dibattito interno sul punto sottolinea “la necessità di lavorare assieme per trovare, in prospettiva futura, nuovi strumenti per valorizzare la funzione del Consiglio comunale”.
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La proposta è stata discussa ieri in Consiglio comunale a Bolzano. A chiedere all’amministrazione cittadina di prendere posizione è Matthias Cologna (Team K) che ha contestato l’iniziativa regionale: “Per i progetti sopra il milione e mezzo di euro si mostrava il primo stato di progettazione. Ora si abroga questa competenza del Consiglio comunale, non passa più per l’aula e lo si sposta alla Giunta. Non vedremo più i progetti ma solo una riga nel DUP. Un arretramento rispetto alla trasparenza sulle opere e la partecipazione”. Secondo Cologna la riforma è una “una modifica sostanziale, che priva il Consiglio comunale della possibilità di esaminare e discutere in modo approfondito i progetti pubblici già in fase embrionale”. Un esempio concreto è il progetto per il Park Vittoria, che “grazie anche alla discussione in Consiglio, ha subito importanti modifiche migliorative”.
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Il documento-voto presentato da Cologna chiedeva al Consiglio comunale di esprimersi ufficialmente contro la riforma. Tuttavia, è stato bocciato. Per il sindaco Claudio Corrarati, la modifica è coerente con la distinzione dei ruoli: “La parte della progettazione spetta alla Giunta, l’organo di indirizzo è il Consiglio, e quindi la riforma è condivisibile”. Di diverso avviso Chiara Rabini (Verdi): “Siamo favorevoli alla proposta del Team K, abbiamo visto nella scorsa Consiliatura che nel Consiglio si discute sempre meno. Ci sono progetti che cambiano il volto della città”.
Il disegno di legge potrebbe essere approvato già nelle prossime ore dal Consiglio regionale. In Prima Commissione legislativa regionale, l’articolo 1 è passato con 8 voti favorevoli e 3 astensioni (Verdi e Team K). Se la riforma verrà confermata in aula a Trento, i Consigli comunali perderanno la competenza formale sull’approvazione dei PFTE, che resterà in mano alle Giunte.
Questa modifica si inserisce…
Questa modifica si inserisce perfettamente in un quadro di esautorazione del consiglio comunale. Anche a livello provinciale il consiglio ha subito un forte ridimensionamento con lo spostamento dell'approvazione di importanti piani di riforma alla giunta provinciale. Viene privilegiato sempre l'esecutivo privando l'opinione pubblica di una discussione approfondita di progetti di grande impatto. Grazie alla propria imponente struttura di pubbliche relazioni l'esecutivo condiziona la discussione pubblica. Spesso soltanto in una fase avanzata del processo decisionale la cittadinanza scopre i lati meno favorevoli e prova senza successo a proporre delle modifiche. Sia il consiglio regionale che il consiglio provinciale dovrebbero garantire l'attivazione di un percorso partecipativo che si basa su strumenti di coinvolgimento della cittadinanza. Ciò sembra ancora più necessario, se passa una riforma dirigista. La fase deliberativa rappresenta il perno della democrazia.