Der Spiegel
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Politik | Avvenne domani

Oktoberfest

Sul penultimo numero di Der Spiegel un'inchiesta giornalistica su una regione in crisi, la Baviera, che ha molte analogie con la nostra.

Il termine fissato è ormai vicino. Tra qualche settimana gli abitanti di una regione che si affaccia sulle Alpi saranno chiamati a votare per eleggere l’assemblea dei loro rappresentanti. La campagna elettorale è in pieno svolgimento. Tutti guardano al risultato del partito che storicamente governa dal dopoguerra. Ci sono state epoche nelle quali usciva dalle urne con oltre il 60 per cento dei consensi, ma adesso le cose sono cambiate, la maggioranza assoluta è un ricordo lontano e si parla di un risultato al di sotto del 40 per cento. Uno dei rischi maggiori è rappresentato da una lista formata da un ex appartenente al vecchio partito di maggioranza che è uscito dai ranghi e promette sfracelli. Il tutto in un quadro politico generale dove l’insicurezza sembra aver aperto una breccia nel muro di autocompiacimento con il quale la regione, per decenni, è stata dipinta come quella meglio amministrata di tutte, dove si viveva meglio, con i governanti più capaci e i risultati economico sociali più significativi dell’intero paese.

Le fratture, piccole e grandi, che vanno incrinare il muro di orgogliosa autosufficienza sono diverse: il rallentamento dello sviluppo economico, problemi di approvvigionamento energetico, i cambiamenti climatici che mettono a rischio, tra l’altro, il futuro dell’industria turistica invernale. In una delle maggiori località che vivono dell’industria bianca c’è chi inizia a fare i conti con la prospettiva degli impianti di risalita costretti all’immobilità per mancanza di neve. L’associazione degli alpinisti critica il governo che continua a sovvenzionare la costruzione di nuove funivie. Sul piano sociale l’arrivo degli immigrati costituisce un serio problema. Assetti tradizionali come quello religioso mostrano cedimenti impensabili solo fino a qualche anno fa.

Questo è il ritratto di una terra avviata verso il voto di ottobre e che emerge, con molti, molti altri particolari, da una lunghissima inchiesta scritta da un pool di giornalisti e che compare sul penultimo numero del periodico Der Spiegel.

Un ritratto, lucido impietoso, che però non si riferisce come la vanità ci suggerirebbe di pensare alla nostra piccola patria tra i monti, all’Alto Adige-Südtirol, ma alla Baviera.

A Monaco e dintorni, infatti, si voterà per il Landtag domenica 8 ottobre, appena due settimane prima delle nostre provinciali e tre giorni dopo la conclusione di quell’avvenimento, l’Oktoberfest, che della realtà bavarese rappresenta la proiezione a livello internazionale. È un enorme boccale di birra quello che, dalla copertina del settimanale, rovescia sui lettori una quantità incredibile di analisi, di cifre, ritratti di personaggi, tabelle statistiche, proiezioni per il futuro.

Un’inchiesta giornalistica fatta come Dio comanda, come piacerebbe leggerne molte altre e su altri temi. Precisa, completa, piena di riferimenti alla situazione generale della Germania in un momento particolarmente delicato della storia della Repubblica Federale.

C’è poi quello specchio deformante di cui si parlava all’inizio. Certo, tra Baviera e Alto Adige ci sono anche molte differenze, così nella storia recente come nella realtà attuale. Le analogie, però, sono per certi versi impressionanti a cominciare dal quadro politico, con un partito, la CSU che vive una stagione di crisi. Esclusa dal governo “semaforo” a livello nazionale ma anche da quello del capoluogo, Monaco, dove dominano socialisti e verdi, incalzata sulla destra da formazioni sempre più aggressive che fanno breccia nelle inquietudini di un elettorato della periferia rimasto sempre fedele, per decenni, la CSU teme di vedersi sfuggire il tesoretto ereditato dai tempi felici di Franz Josef Strauss.

Quella pubblicata su Der Spiegel  è l’inchiesta che vale dunque la pena di leggere e non solo perché ci rende un po’ più edotti della realtà profonda di una terra così vicina a quella in cui viviamo e così legata alla nostra da eredità storiche e da problemi attuali e contingenti (si pensi solo alla questione dei trasporti lungo l’asse transalpino del Brennero) ma anche perché quello che leggeremo sugli schermi televisivi la sera dell’8 ottobre prossimo, sarà un risultato politico che potrebbe farci intuire qualcosa anche sul destino che si prepara, altrettanto a breve, per la nostra ex isola felice.