Chronik | Odio social

“Buttiamoli a terra con le loro bici”

L’assessora di Merano Rohrer denuncia il post su facebook che prende di mira lei e il sindaco Rösch: “Non è libertà di pensiero, ma invito alla violenza”.
Paul Rösch e Madeleine Rohrer
Foto: Comune Merano

Madeleine Rohrer, assessora all’urbanistica e al territorio di Merano, ha scelto facebook per segnalare pubblicamente il post di un utente dello stesso social che ha preso di mira lei e il sindaco Rösch. Travalicando i confini, come rimarca la stessa l’amministratrice, della libertà di pensiero e espressione e solcando quelli dell’istigazione “alla violenza fisica”. Il commento “di un concittadino”, spiega, è apparso sulla bacheca di un gruppo per l’intera giornata di ieri, senza essere rimosso. Il caso ricorda gli hate speech, i discorsi di odio avvenuti tempo fa a danno di Laura Boldrini, ex presidente della Camera, e dell’assessora di Bolzano Marialaura Lorenzini

Ho letto con sgomento il post di un concittadino che ritiene che “questo sindaco e la c...a della Rohrer sono da togliere ... o almeno da buttare a terra con le loro maledette biciclette”

Ho letto con sgomento il post di un concittadino” scrive Rohrer “che ritiene che questo sindaco e la c...a della Rohrer sono da togliere ... o almeno da buttare a terra con le loro maledette biciclette. Questa non è più libertà di pensiero. Non c’entra più nulla con la legittima espressione del malcontento. Questo è un chiaro invito ad agire con violenza fisica nei confronti di due persone”. 

 

 

L’assessora comunque non si perde d’animo e pur sottolineando la pericolosità di tali messaggi (“Le parole di odio possono rappresentare l’anticamera di azioni d’odio”) mantiene fermo il dialogo con la cittadinanza. “La porta del mio ufficio  - precisa - è sempre aperta”.

Questa non è più libertà di pensiero. È un chiaro invito ad agire con violenza fisica nei confronti di due persone. Ma la mia porta è sempre aperta

Non sono mancati i like al suo post (tra cui quelli di Francesca Schir e David Augscheller) e le frasi di solidarietà: da chi ritiene presenti gli estremi per una denuncia penale a chi definisce il linguaggio utilizzato “pericoloso e ingiustificabile”.