Tommasini: il PD come baluardo contro la frammentazione
Il Partito Democratico entra nell'ultima fase della campagna elettorale per le elezioni provinciali conscio della sua forza e determinato a proseguire sulla strada intrapresa. Nel bel mezzo del mercato del giovedì di piazza Matteotti a Bolzano, affollato di clienti e per l'occasione anche di banchetti elettorali, abbiamo incontrato Christian Tommasini, vicepresidente della giunta provinciale e candidato di punta del PD altoatesino, al quale abbiamo posto una serie di domande.
Christian Tommasini, cominciamo con i dolori. Qual è stata la principale delusione vissuta nella legislatura che si sta concludendo?
Che i colleghi dell'SVP in alcuni casi non abbiano capito le esigenze delle aree urbane. In particolare sul calendario scolastico mi sarei aspettato una maggiore comprensione. Vorrà dire che il primo provvedimento che chiederemo sarà quello volto a modificare il calendario scolastico. Per me è si tratta davvero di una questione di principio.
Nel vostro programma un posto importantissimo è occupato dal miglioramento delle competenze di seconda lingua nella scuola italiana. Fino a che punto sarà possibile tirare la corda senza mettere mano allo statuto di autonomia e legittimare anche la scuola plurilingue?
Non stiamo parlando solo della seconda ma anche della terza lingua. Il mio infatti è un modello veramente trilingue a partire dai bambini della scuola dell'infanzia. Lo stiamo mettendo in pratica e potremo arrivare a metà del tempo scuola e l'altra metà tra inglese e tedesco. Lo possiamo fare già oggi, senza dover arrivare a toccare il famigerato articolo 19 dello statuto di autonomia. Il problema è estendere il modello, ma per farlo dobbiamo attivare un programma straordinario di formazione degli insegnanti, ed è per questo che io nella prossima legislatura vorrei avere la competenza anche sull'università.
La scommessa del PD passa anche attraverso la battaglia per il ruolo di Bolzano capoluogo. In questo senso su quali aspetti vi siete concentrati? La vivace dialettica con Luigi Spagnolli a vostro avviso ha fatto bene o male al partito?
Con Spagnolli in questo momento c'è un rapporto fortissimo, assolutamente positivo. Sappiamo tutti che nella prossima legislatura dovremo fare un salto di qualità nella gestione dell'autonomia, facendo partecipare di più i cittadini ma anche valorizzando di più le aree urbane ed in particolare il capoluogo che merita più rispetto e attenzione.
Questo 2013 per il PD a livello nazionaleè stato un anno di passione. Un anno nel quale gli equilibri interni hanno subito diversi scossoni, l'ultimo dei quali con ogni probabilità sarà nei prossimi mesi l'avvento di Matteo Renzi. Lei, che non è esattamente un renziano della prima ora, quale idea si è fatto del futuro del PD?
È stata intelligente e saggia la scelta di Renzi di porsi sempre di più come un possibile segretario per tutti. Nella misura in cui il discorso sarà allargato e inclusivo io penso che ci potranno essere degli spazi per costruire una candidatura unitaria. In ogni caso di Renzi ho apprezzato l'approccio che ha avuto a Bolzano ed il fatto che ha citato la scuola plurilingue. Se continuerà così intorno a lui si potrà veramente costruire una forte unità.
In questi 5 anni lei spesso è stato criticato per un eccessivo protagonismo, di persona ed in fotografia. Per altri versi invece le critiche sono giunte perché lei non avrebbe reagito con la necessaria energia in occasione delle periodiche forzature della Svp. Forzature operative (settimana Sharm, scuola sui 5 giorni), ma anche "etniche" (toponomastica, fregio di Mussolini, demolizione delle Pascoli, bandiere nei rifugi, ecc. ecc.). Come risponde a queste critiche?
Tutto si può migliorare. Questi sono stati 5 anni importanti di esperienza in cui abbiamo cercato di tenere la barra dritta e costruire le condizioni per contare di più. Alcune cose le abbiamo ottenute a partire dall'ampliamento del plurilinguismo, scaturito da una battaglia dura e complicata. Con la Svp mi sono spesso scontrato, a volte ottenendo buoni risultati e in altri casi non raggiungendo un'intesa come nel caso del calendario scolastico. Ho accumulato esperienza, ripeto, per poter fare ancora meglio e sono stato certamente molto presente nei quartieri popolari di persona. L'ho fatto perché ritenevo e ritengo tutt'ora che vada tesa la mano nei confronti dei cittadini di lingua italiana, e non solo per farli sentire partecipi dell'autonomia ma anche per consentire a loro di riconoscersi anche in figure che possano essere un punto di riferimento.
Anche quale assessore alla cultura lei ha dovuto gestire un complicato periodo di passaggio, caratterizzato anche dalla candidatura per la capitale europea della cultura che i cittadini hanno vissuto come distante dalla loro quotidianità. Quale la prospettiva per i prossimi 5 anni?
La candidatura è un processo che ci dà respiro sia verso nord che verso sud. L'Alto Adige ha bisogno di aprirsi attraverso la cultura e la cultura crea benessere e ricchezza. Chi partecipa agli eventi culturali ne beneficia perché dove c'è cultura abbiamo una società più aperta, sana e solidale. In futuro promuoveremo sempre di più il lavoro in rete con associazioni e cooperative culturali e nella prossima legislatura dovremo riscrivere la legge per avere meno burocrazia e più cooperazione.
Edilizia abitativa. Quali i sono i suoi punti principali di programma per la prossima legislatura?
Proseguire con i risanamenti e con i programmi di risparmio e recupero energetico, ma soprattutto continuare a pensare nuove forme dell'abitare come il co-housing ma anche altri programmi di social housing per dare la possibilità anche alle nuove generazioni di costruirsi un percorso verso una casa in proprietà o un affitto stabile a prezzi ragionevoli.
"Questo 2013 per il PD a
"Questo 2013 per il PD a livello nazionaleè stato un anno di passione": manca uno spazio. E, in effetti, avere qualcos'altro da dire su un'intervista a Tommasini mi pare difficile. Tranne, forse, ricordare, tra le "forzature" della SVP che sono passate un po' così, molto scioltamente, c'è la scandalosa (almeno per me lo è) intitolazione della biblioteca universitaria a Luis Durnwalder.
Grande la confusione sopra e sotto il cielo
Non capisco: questa intervista è stata pubblicata almeno nove giorni fa (fa fede il mio commento, che è stato anche l'unico: davvero un'intervista a Tommasini è qualcosa che riesce a mobilitare le masse...). Ora ci viene riproposta con la data di oggi, e in prima pagina. Cos'è, a ridosso dell'apertura delle urne, fa bene essere visibili? Mi dolgo che il piccolo errore di battitura da me segnalato non sia stato corretto. E nella veloce rilettura ne ho scovato un altro ("Per me è si tratta davvero di una questione di principio"). Facezie, per carità: ma cos'altro si può dire di un'intervista a Tommasini? Che, nelle parole che precedono quelle appena citate ("In particolare sul calendario scolastico mi sarei aspettato una maggiore comprensione"), mi ha fatto venire in mente la scenetta di quel comico geniale lì (scusate, la testa comincia ad andarsene, non mi ricordo manco i nomi), quello che imitava Rutelli e diceva "A Berlusco', t'amo [=abbiamo] portato l'acqua co' le recchie [=orecchie]", e implorava appunto comprensione. Con quel colpetto furbetto poi: "Vorrà dire che il primo provvedimento che chiederemo sarà quello volto a modificare il calendario scolastico". Come dire: in tutti 'sti anni che sono stato assessore alla cultura non ci ho potuto fare niente. Ma voi votatemi fiduciosi, e la prima cosa che farò sarà proprio quella. Mah...
Antwort auf Grande la confusione sopra e sotto il cielo von Gianluca Trotta
Il comico che imitava Rutelli
Il comico che imitava Rutelli si chiama Corrado Guzzanti.
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Grazie per la collaborazione (e la comprensione?)
Gentile (?) signor Trotta, Le rispondo volentieri.
Per quanto riguarda gli errori di battitura me ne dolgo. I ritmi redazionali ai quali siamo sottoposti - come potrà immaginare abbiamo una vera e propria schiera di correttori di bozze - sono tali che purtroppo i refusi sfuggono anche spesso, purtroppo. Però se i refusi ci vengono segnalati con un commento "ufficiale" in calce all'articolo, la mia personale scelta di solito (se non risulta di fatto alterato il concetto originariamente espresso) è quella, pur dolendomene, di lasciarlo tale e quale. Un'eventuale correzione, infatti, renderebbe poi incomprensibile il commento e saremmo, in qualche modo, da capo. Pertanto d'ora in poi Le chiedo, eventualmente, di segnalarci i refusi con un messaggio privato.
Per quanto riguarda il rilancio delle interviste nella vigilia delle elezioni si tratta di una scelta editoriale. Che ha riguardato un ampio spettro di formazioni politiche.
La saluto cordialmente.
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Gentile Sticcotti, vede, io,
Gentile Sticcotti, vede, io, pur avendo ricevuto da lei un qualcosa che troppo gentile non può definirsi (anche se si limita a un semplice punto di domanda, il suo tentativo di ironia che sfocia nel sarcasmo non è, appunto, troppo gentile), non metto punto in dubbio la sua gentilezza; che, non conoscendola, non posso valutare. E dunque, lo ripeto: Gentile Sticcotti, prendo atto di ciò che mi risponde. Guardi, la segnalazione degli errori di battitura non era diretta tanto contro lei o contro la Redazione, quanto contro il protagonista dell'intervista; e mi dispiace che lei l'abbia presa, forse, in modo diverso. Si potrebbe discutere sia sulla scelta redazionale di lasciare gli errori (in fondo, la soluzione potrebbe essere semplice: si corregge, poi in risposta al commento si scrive: "Ho corretto, grazie per la segnalazione", o qualcosa del genere; l'intelligenza del lettore non ne verrebbe compromessa), sia su quella di riproporre qualcosa di già proposto senza, almeno, segnalare che è una riproposta. Ma, appunto, io non posso che parlare per me stesso, come lettore; siete voi a decidere, ma io in quanto lettore posso, forse, pur sempre esprimere un parere senza che ne venga, per ciò, messa in dubbio la mia gentilezza. Saluti, per quanto la mia presunta gentilezza permette gentili.