Condanna della libertà di parola
Le scrivo in merito alla recente sentenza del Tribunale di Bolzano che ha condannato per diffamazione a mezzo stampa il sindacalista della UIL-SGK Christian Troger.
Questi i fatti in breve: Troger aveva scritto sul bollettino Inform della UIL-SGK un trafiletto di carattere scherzoso sul problema di una vertenza di lavoro, peraltro molto serio per la persona interessata che si era vista negare il pagamento di ore lavorative straordinarie prestate e di tutte le competenze contrattuali di fine lavoro.
L'ironia del pezzo non era piaciuta evidentemente ai datori di lavoro ed all'Associazione degli Albergatori (HGV) che hanno citato il sindacalista per diffamazione (?!). Il 13 novembre u.s. il Tribunale di Bolzano, dopo ben 3 anni ed oltre una decina di udienze, in parte anche rinviate, ha appunto condannato il Troger.
Ciò mi ha personalmente davvero sorpreso, ma ciò che mi ha sorpreso ancora di più, è la scarsissima eco che questa condanna ha avuto sui media locali. Evidentemente non desta scandalo che una povera cameriera ai piani che ha subito un torto di carattere salariale, non possa venire difesa, almeno a parole, nemmeno in un bollettino SINDACALE. E apparentemente non desta neppure interesse mediatico che un semplice sindacalista che ha tentato di denunciare una situazione molto spiacevole venga condannato a pagare di tasca propria una cifra del tutto spropositata.
Secondo me ciò è grave, perchè vengono messi in discussione sia il diritto di critica, sia la stessa libertà di stampa. Perchè ci preoccupiamo così poco ormai di mantenere e difendere i nostri sacrosanti diritti sia lavorativi, sia di libertà di parola e di opinione? Certo è che se continuiamo così, non so dove finiremo.
Daniela Detomas