La minaccia della crisi idrica
Il tema del cambiamento climatico, piuttosto impopolare fino a qualche tempo fa, campeggia oggi sulle cronache nazionali e locali grazie anche alle partecipate manifestazioni studentesche che inseguono l'esempio di Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che ha dato il via al movimento che ha poi condotto allo sciopero per il clima e che ora deve vedersela con gli haters da tastiera.
In Alto Adige vuole fare la sua parte nell’impegno per la tutela del clima Merano che, come annunciato lo scorso ottobre, sta lavorando al progetto SECAP, acronimo di Sustainable Energy and Climate Action Plan, insieme all’Eurac Research. A offrire le proprie competenze ci sono oltre 50 esperti che operano nei settori della sanità, dell'agri- e della selvicoltura, dell'ambiente e della biodiversità, del turismo, dell'edilizia, delle risorse idriche ed energetiche nonché della protezione civile che si sono riuniti martedì e venerdì scorso per mettere a punto una strategia di adattamento del Comune di Merano ai mutamenti climatici. In questo senso “il Comune assume un ruolo pionieristico, perché in tutta la Provincia non è ancora stato elaborato un simile piano. E nemmeno esiste in Alto Adige un altro Comune che abbia già approvato il SECAP” sottolinea Marc Zebisch, direttore dell'Istituto per l’osservazione della Terra di Eurac Research.
“Adeguarsi ai mutamenti climatici non significa semplicemente prepararsi ad affrontare l'inevitabile, ma anzi avviare un processo di conciliazione dei differenti interessi della comunità e di riflessione sugli aspetti e sui valori che concorrono realmente alla qualità della vita - spiega l’assessora all’ambiente Madeleine Rohrer -. Si tratta di un processo che rinsalda la collaborazione fra i diversi operatori presenti in città e che costituisce un passaggio fondamentale per un'efficace politica di tutela del clima”.
Lo stato delle cose
Le conseguenze del mutamento climatico sono sotto gli occhi di tutti anche nella città del Passirio. Dalla diffusione della zanzara tigre alla mancanza di neve durante la stagione turistica invernale e al crescente stress al quale sono sottoposte le piante in conseguenza dei periodi prolungati di afa e di siccità. Stando a quanto riporta Eurac Research negli ultimi trent’anni le temperature estive a Merano sono aumentate di circa un grado e mezzo, quelle invernali di un grado e le temperature, con ogni probabilità, saliranno ancora in futuro rendendo così più scarse le risorse idriche e facendo assomigliare le notti dell’estate meranese sempre più a quelle tropicali. Secondo le previsioni saranno inoltre più frequenti fenomeni naturali estremi come siccità e precipitazioni piovose intense.
Il Comune di Merano assume un ruolo pionieristico, perché in tutta la Provincia non è ancora stato elaborato un simile piano
L’imperativo è correre ai ripari. Le contromisure, dalle quali dovrebbero trarre beneficio più settori, mirano a contenere le emissioni nocive di CO2 e soprattutto a prevenire situazioni conflittuali che potrebbero verificarsi fra diversi comparti, ad esempio per l’utilizzo dell’acqua. Concretamente, dunque, l’Eurac, tenendo conto anche degli spunti che verranno dall’YPAC, il Parlamento dei giovani della Convenzione delle Alpi che si riunirà a Merano a fine marzo, elaborerà una serie di misure di adattamento che verranno poi riesaminate assieme agli esperti.
Sarebbe il momento opportuno,
Sarebbe il momento opportuno, in primis, di domandarsi perché chi deve usare acqua nel proprio giardino, contribuendo cosí al benessere complessivo della cittá (verde), per quest' acqua, che viene restituita al suolo e costituisce linfa vitale per tutte le piante, ha da sopportare pure il costo previsto per le acque nere, ossia paga il doppio e come se quest' acqua entrasse nella fognatura alla pari di quella che scorre nelle docce degli albergatori (che ne possono ancora detrarre i costi). Il giardiniere malcapitato, non ha nemmeno la chance di tutelarsi con un contatore a parte, perché non previsto.