“Ecco i Parchi delle stelle”
Linda Osti, docente dell’università di Bolzano, qual è il suo percorso professionale che l’ha portata a occuparsi della relazione tra turismo, astronomia e tutela dell’ambiente che sarà oggetto del workshop di venerdì 20 e sabato 21 aprile a San Vigilio di Marebbe?
Ho conseguito un dottorato di ricerca in Australia con una tesi legata al comportamento turistico. Dopo anni di ricerca e docenza in Australia, dal 2008 ho iniziato a lavorare presso la Libera Università di Bolzano, dove ricopro il ruolo di professore associato e responsabile del gruppo di ricerca di turismo, marketing e sviluppo regionale presso la facoltà di economia. Sono docente nei corsi legati al management del turismo e degli eventi e negli ultimi anni mi sono occupata di progetti di ricerca nell’ambito del comportamento del consumatore con particolare interesse ai comportamenti verdi e sostenibili.
Chi organizza il workshop e che natura avrà?
Il workshop è stato organizzato dall’Associazione turistica di San Vigilio di Marebbe e dal Parco naturale di Fanes, Sanes e Braies in collaborazione con astronomi e astrofili impegnati nel progetto Dark noctis project. Il workshop, di carattere multi e inter-disciplinare, ha lo scopo di formulare e scambiare idee e proposte per dare attuazione agli obiettivi del progetto Dark noctis project. La data non è stata decisa a caso, ma si è voluto creare un incontro proprio durante l’International Dark Sky week, cioè la Settimana internazionale del cielo buio.
Un evento per sensibilizzare sull’importanza del contrasto all’inquinamento luminoso?
Esatto. Il progetto Dark noctis si prefigge infatti, con approccio interdisciplinare, di monitorare sia l’inquinamento luminoso sia la qualità scientifica/astronomica dell’atmosfera, studiare gli effetti dell’inquinamento luminoso sull’ecosistema, proporre la creazione di “Parchi delle stelle” e proporre la loro valorizzazione sia a livello ambientale che turistico. Infine di progettare, ottimizzare e sperimentare sorgenti luminose a basso costo e a ridotto impatto ambientale per l’illuminazione pubblica. Il workshop porterà quindi una serie di relatori con diversi background e interessi di ricerca.
E l’oggetto dello specifico della sua relazione?
Illustrerò l’importanza della salvaguardia delle zone montane e rurali dall’inquinamento luminoso come risorsa competitiva nel turismo. Infatti, Le destinazioni montante, così come quelle rurali sono viste come luoghi di fuga dall’ambiente urbano, aree di decompressione in cui godere della bellezza del paesaggio e rilassarsi. È la mancanza di fattori di stress, come inquinamento, congestione, rumore e scadenze ravvicinate, che rendono le aree rurali percepite in contrasto con le aree urbane. Anche gli insediamenti di piccole dimensioni e l'ampio spazio aperto pieno di flora e fauna contribuiscono a far percepire le aree rurali in opposizione a quelle urbane. Promuovere quindi i cieli bui di notte porta non solo ad una salvaguardia di flora e fauna, ma offre allo stesso tempo un vantaggio competitivo a destinazioni montane e rurali. Queste possono inserire il cielo notturno e l’osservazione dei cieli stellati in un pacchetto di attrazioni turistiche in contrapposizione allo stress della vita urbana per una rivitalizzazione di mente, corpo e spirito.
“L’astroturismo” può rappresentare un’opportunità per l’Alto Adige?
Con turismo astronomico, per far capire a chi non è del settore, si intende un fenomeno che può assumere forme diverse: dagli astronomi e astrofili che viaggiano in zone remote del mondo per lo studio di pianeti e stelle ai turisti che per la prima volta si avvicinano ad un telescopio per osservare la via lattea (ormai sparita dai cieli delle aree urbanizzate) all’interno di una vacanza al contatto con la natura. La pratica non è esclusiva ad altre forme di turismo come il cicloturismo o l’escursionismo in montagna, ma complementare. Ma proprio perché rappresenta una complementarità, l’astroturismo offre un’opportunità per l’Alto Adige. In una destinazione come la provincia di Bolzano, dove il contatto con la natura è una delle motivazioni principali, si inserisce molto bene come attività serale di carattere sostenibile. In Italia non ci sono ancora “Parchi delle Stelle” (Dark sky park) accreditati dall’International Dark-sky association. Questi parchi si sono sviluppati inizialmente negli Stati Uniti d’America e qualcuno si può trovare anche in Gran Bretagna. L’Alto Adige potrebbe essere la prima area turistica ad averne uno.
Si parla anche di un prossimo “Star party”. Cosa sarà?
Gli stessi organizzatori del workshop di venerdì e sabato stanno inoltre finalizzando l’organizzazione dello Star party del 8-13 Agosto 2018 sempre a San Vigilio di Marebbe. Anche lo star party è frutto del progetto Dark noctis project e prevede addirittura l’apertura della cabinovia che porta da San Vigilio di Marebbbe a Piz de Plaies dove ci sarà un’osservazione pubblica delle stelle cadenti con telescopi e collegamenti internet in diretta e trasmissione immagini all-sky. Un evento unico in Italia, che promuove a turisti e comunità locale i cieli bui, la bellezza del firmamento e il piacere dello studio ed osservazione delle stelle. Il tutto sarà contornato da attività anche diurne come l’osservazione del sole, l’apertura di un planetario mobile, workshop sul tema, ed infine un viaggio virtuale su Marte.