Wirtschaft | Potere trentino

Cooperazione e Chiesa al bivio

Stanno terminando la presidenza coop di Diego Schelfi (dal 2003) e l'episcopato di Luigi Bressan (dal 1999), con possibili sorprese tra via Segantini e piazza Fiera.

Il cambiamento sperato arriva quando meno lo si aspetta. E questo mese di maggio 2015 potrebbe rappresentare in Trentino un momento di cambiamento rispetto a come le cose sono sempre andate. I tre luoghi simbolo del potere in città, a Trento, sono via Segantini (sede della Cooperazione trentina), piazza Dante (Provincia e Regione), piazza Fiera (arcivescovo).

Sul secondo, in piazza Dante, sventola bandiera autonomista, anche se il Patt di Mori non ha fatto un bel regalo a Ugo Rossi. Cristiano Moiola punta infatti a vincere il ballottaggio del 24 maggio nel popoloso centro alle porte di Rovereto contando su appoggio di Patt, Civica Trentina e… Lega Nord. Il Patt con il centrodestra quindi punta a battere Stefano Barozzi, candidato di Upt e Pd.
Niente apparentamenti a Rovereto e a Borgo Valsugana, dove Francesco Valduga e Fabio Dalledonne puntano a vincere senza dover ufficialmente passare da candidati anche per la Lega Nord. Cercando di prenderne solo i voti degli elettori.

La “bomba” con la quale L'Adige ha aperto il giornale di lunedì 18 maggio riguarda però la Cooperazione, via Segantini. A succedere a Diego Schelfi, presidente dal 2003, non sarà Renato Dalpalù, attuale presidente del Sait, uno dei due consorzi di secondo grado della cooperazione alimentare (l'altro è Dao). Dalpalù ha fatto negli ultimi anni incetta di presidenze e collegi sindacali, ma la buccia di banana che l'ha fatto scivolare è stato il crack di Btd, cooperativa edilizia di Imer (in Primiero, agli estremi orientali della provincia) della quale era presidente.

In corsa, per ora in attesa che l'establishment trovi un prossimo candidato per le elezioni del 12 giugno, c'è solamente Geremia Gios. Un personaggio eclettico il professor Gios, che tra le altre cose è stato preside della Facoltà di Economia dell'Università di Trento, presidente dell'Istituto agrario di San Michele, sindaco di Vallarsa. Uno di quelli che ha il gusto di pensare con la propria testa, tanto che per dire è riuscito per vie legali a farsi pagare dall'Enel l'Imu sulle dighe presenti all'interno del territorio comunale di Vallarsa.

In piazza Fiera, sede arcivescovile, dal 25 marzo 1999 a capo dell'Arcidiocesi di Trento c'è monsignor Luigi Bressan, che in febbraio ha compiuto 75 anni. A breve l'arcivescovo che nel suo periodo di servizio ha avuto importanti incarichi a livello internazionale come nunzio apostolico tornerà allo studio ed alla preghiera lasciando sia la sede vescovile che l'incarico assunto a novembre 2014 di presidente della Caritas italiana.

Su un piano politico il Vaticano è una monarchia a vita, o al meno lo era, Ratzinger docet. Il meccanismo di successione a Bressan però sta mostrando come anche la governance della Santa Sede stia cambiando un po'. Ai centri del potere politico trentino e dell'associazionismo cristiano sono stati consegnati dei fogli, con dei nominativi di possibili successori. Ed è stata data la possibilità di indicare i desiderati e gli indesiderati, con un invito a Roma per discuterne direttamente con Papa Francesco. Una parte del clero trentino vorrebbe che la “berretta viola” andasse a don Lauro Tisi, 52 anni, sacerdote della val Rendena e vicario di Bressan. Ma la decisione spetta a Bergoglio, che si farà consigliare dalle “oligarchie” trentine.