Gesellschaft | Inclusione sociale

Al bar Piacenza con Amici di AIAS

Il team di Amici di AIAS presenta un progetto per promuovere l'indipendenza lavorativa e l'inclusione sociale delle persone con diverse abilità.
Hinweis: Dies ist ein Partner-Artikel und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
Bar Piacenza
Foto: AIAS
  • Ciascuno ha il diritto di vivere in autonomia, seguendo i propri sogni e coltivando le proprie inclinazioni: da qui nasce la nuova realtà del bar Piacenza a Bolzano. Ne abbiamo parlato con la presidente della cooperativa Chiara Rullo, con il direttore di AIAS Andrea Di Curti e con Lorenzo Targa, responsabile delle attività e dell’inserimento lavorativo. 

  • SALTO: Come e da quali necessità è nata l’idea di trasformare il locale storico di via Piacenza in un Laboratorio Bar per persone con diverse abilità?

    Lorenzo Targa: Il progetto si è sviluppato a partire dalla decisione dell’ex proprietario Sarino Pirilli di chiudere il bar e di venderlo. Ci si è presentata la possibilità di prendere in carico un locale di fronte alla nostra sede, un bar storico frequentato dagli abitanti del quartiere, e ci è sembrato il posto perfetto per creare uno spazio innovativo capace di diffondere consapevolezza rispetto al tema della disabilità. 

    Confrontandoci con la Provincia abbiamo capito che in città si sentiva la mancanza di un’iniziativa del genere, e alla fine ci siamo decisi. Il 15 dicembre 2023 abbiamo istituito la cooperativa sociale Amici di AIAS e acquistato la licenza del bar. 

    Dal punto di vista pratico come vi siete organizzati per la gestione del locale? 

    Lorenzo Targa: Al momento ci affidiamo a due bariste professioniste a cui si affiancano tre ragazzi in inserimento lavorativo e un ragazzo già assunto dalla cooperativa. Il nostro obiettivo per il futuro è che i nostri giovani, già impegnati nelle ordinazioni e nella preparazione di stuzzichini e bevande, possano arrivare a gestire il bar in autonomia, con la sola guida di un educatore. Non escludiamo, inoltre, la possibilità che alcuni di loro possano perfezionarsi in questa professione al punto da trovare un impiego in altri bar della città. 

    Avete aperto ad aprile di quest’anno, come sono andati i primi mesi? Quali sono le più grandi soddisfazioni e le sfide riscontrate finora?

    Chiara Rullo: La soddisfazione più grande è essere riusciti a coinvolgere diversi ragazzi, tutti decisi a mettersi alla prova imparando un mestiere, e aver assistito ai loro progressi. Oltre a questo c’è stato un riscontro molto positivo da parte della popolazione locale, fatta di tanti clienti che frequentano il bar proprio per sostenere il progetto. Hanno riscosso un grande successo anche i laboratori pomeridiani grazie ai quali altri ragazzi di AIAS possono occasionalmente trascorrere un paio d’ore dietro al bancone per avvicinarsi al mondo del lavoro in uno spazio protetto, capace di mettere in luce le potenzialità di ognuno.  

    Le principali difficoltà le abbiamo incontrate a livello burocratico. Di questi tempi, poi, è complicato trovare volontari che seguano i ragazzi durante le attività previste dal nostro calendario. Siamo sempre aperti a candidature via social o attraverso i contatti presenti sul nostro sito. 

     

    “Il nostro motto? Non un mondo a parte, ma parte del mondo. Così il bar Piacenza abbatte le barriere”

     

    Cosa rappresenta l’associazione Coopbund per la vostra cooperativa?

    Chiara Rullo: Coopbund per noi è una guida, un contenitore su cui fare affidamento. Offre servizi che ci sostengono, aiutandoci soprattutto a interfacciarci con l’amministrazione pubblica. Il loro team di esperti ha sempre una risposta alle nostre domande, che spesso riguardano l’ambito burocratico. In questo senso è bello sentirsi parte di qualcosa di più grande, qualcosa che abbia un certo peso. 

    Al di là del bar, quali sono le altre attività psicoeducative offerte da AIAS? 

    Andrea Di Curti: Nasciamo quasi 58 anni fa, e all’epoca sul territorio non esistevano altri enti dedicati a questo tipo di assistenza. Oggi come allora, ciò che ci sta a cuore è venire incontro a famiglie con necessità particolari, dare loro ossigeno coinvolgendo i ragazzi in attività che non siano un mero diversivo, ma piuttosto laboratori educativi condotti da personale qualificato, in modo che il tempo libero possa essere occupato in modo costruttivo.

    Organizziamo le attività più disparate: esperienze con gli animali, soggiorni fuori sede, laboratori sull’utilizzo delle nuove tecnologie, corsi di autodifesa. Siamo molto fieri della nostra biblioteca, uno strumento fondamentale per avvicinare volontari e riseminare la cultura dell’inclusione. Per quanto riguarda i progetti futuri, stiamo lavorando alla realizzazione di soluzioni abitative per la disabilità. 

    Per il 19 di ottobre avete in programma un evento speciale. Di cosa si tratta?

    Chiara Rullo: Per noi sarà un momento d’incontro di inizio stagione. Vogliamo sfruttare questa occasione per promuovere le attività che AIAS ha ideato per il nuovo anno, alcune delle quali sono già iniziate a settembre. 

    Lorenzo Targa: Abbiamo organizzato una presentazione del nuovo calendario, e a seguire un piccolo rinfresco offerto dal bar. I nostri ragazzi si occuperanno delle pietanze e dell’accoglienza agli ospiti, e questa per loro sarà un’ottima opportunità per dimostrare i passi avanti conquistati in sei mesi di lavoro. Naturalmente l’evento è aperto a chiunque voglia partecipare. 

  • Foto: AIAS