Alla scoperta del Trentino Alto Adige
L'ultima pubblicazione della celebre casa editrice Lonely Planet, specializzata nelle guide di viaggio, è dedicata al territorio della regione Trentino Alto Adige. Il giornalista (e appassionato di montagna) Denis Falconieri ha scritto la parte della guida riguardante l'Alto Adige e ha parlato con Salto.bz della sua esperienza.
salto.bz: Come si scrive una guida Lonely Planet?
Denis Falconieri: Scrivere una guida Lonely Planet è un lavoro complesso. Per prima cosa, c’è una fase di studio del territorio, seguita dal viaggio per approfondire la conoscenza e per capire meglio come organizzare la guida. Durante il viaggio noi autori viviamo accelerati: sono giorni pieni di stimoli e di attività, passiamo dalle escursioni alle visite guidate, dai ristoranti agli alberghi, sempre con le antenne dritte per cercare di raccogliere quanto più materiale possibile e per comprendere l’essenza dei luoghi. Quando torniamo a casa, inizia il lavoro di scrittura con il quale dobbiamo codificare il territorio e raccontarlo cercando di realizzare un prodotto che sia uno strumento utile ai nostri lettori perché possano organizzare il loro viaggio, capire come muoversi e quali cose non perdere.
Come è arrivato a collaborare con Lonely Planet?
È stato un incontro dovuto alla mia passione per la montagna: l’editore aveva in programma di realizzare la prima edizione della guida Dolomiti e cercava qualcuno che fosse abituato a muoversi in montagna, appassionato di outdoor e che avesse un linguaggio adeguato. Grazie a una conoscenza comune sono entrato in contatto con la redazione e da lì è nata la collaborazione.
Quali altre guide e altre pubblicazioni ha scritto?
Ho iniziato a collaborare con Lonely Planet a partire dal dicembre 2016. In questi anni ho scritto diverse guide, coprendo buona parte delle montagne italiane, dalle Alpi all’Appennino: Dolomiti, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Abruzzo e Molise, Treviso e le Colline del Prosecco, Calabria, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige. Inoltre, a dicembre 2018, ho pubblicato Alpinisti da favola (Babele editore), un libro illustrato che racconta ai bambini, e non solo, la storia dell’alpinismo. Dalla mia passione per la montagna è nato anche un podcast, Passaggi a Nord Ovest, nome che deriva dalla posizione geografica della Valle d’Aosta, dove insieme ad alcuni amici racconto tanti aspetti legati alle terre alte.
In questa guida Lei ha scritto e curato la parte dell'Alto Adige, mentre Piero Pasini quella del Trentino. Lei conosceva già bene l'Alto Adige?
Avendo già scritto la guida delle Dolomiti, conoscevo la parte dell’Alto Adige compresa tra quelle montagne. Il viaggio, le ricerche e la stesura di questa nuova guida mi hanno permesso di approfondire la conoscenza del resto del territorio della provincia. Piero si è invece occupato della parte del Trentino. Collaboro con lui sin dall’inizio della mia esperienza con Lonely Planet: come accaduto in passato, anche per questo lavoro siamo riusciti a entrare in sintonia grazie a un confronto continuo in particolare sulle tematiche che accomunano le due province.
Lei è di Aosta. Dalla Valle d'Aosta all'Alto Adige, cosa l'ha attirata di più di questa regione?
Pur essendo entrambi territori di montagna, ci sono differenze profonde che li caratterizzano. Dell’Alto Adige apprezzo molto la cura del territorio, la forte identità e la vivacità culturale delle città. E poi ci sono le Dolomiti che dalla prima volta che le ho viste mi sono rimaste nel cuore.
Punti critici che ha riscontrato nel rapporto col territorio?
In generale ho trovato un territorio ben organizzato per accogliere i turisti, le informazioni su attività e monumenti non mancano mai. In particolare, credo che i sentieri in montagna siano tenuti e segnati molto bene, cosa che non capita spesso. Forse una criticità che posso evidenziare è il numero di turisti in alta stagione, in estate e in inverno: per i viaggi che ho fatto per questa guida ho evitato accuratamente quei periodi.
Esiste in genere un turismo ideale che rispetti l'ambiente?
È una domanda complessa su un tema molto attuale che potrebbe aprire un lungo dibattito. Credo che se da una parte i grandi flussi turistici producono un notevole impatto ambientale, soprattutto nel delicato ambiente alpino, dall’altra portano ricchezza che può essere investita dalle amministrazioni per sviluppare progetti legati alla sostenibilità.
Difficoltà incontrate nella stesura della guida?
Come sempre, l’autore deve scegliere cosa mettere nella guida e cosa tralasciare, la guida non è un’enciclopedia nella quale si possono elencare tutte le strutture ricettive, tutto quello che c’è da vedere o da fare. E quando si trova un territorio tanto ricco di cose belle e di opportunità è difficile scegliere cosa sacrificare.
Quanto tempo ci vuole, di preparazione e di redazione, per pubblicare una guida? Quanto tempo ha richiesto questa del Trentino Alto Adige in particolare?
Mi piace sempre dire che ogni guida è come un figlio, sia perché mediamente il tempo totale da quando iniziano le ricerche a quando arriva in libreria è di circa 9 mesi, sia per la grande gioia che provo ogni volta che sfoglio un’edizione fresca di stampa.
Se dovesse scegliere un luogo o montagna o altro, rispettivamente della Valle d'Aosta, dell'Alto Adige e del pianeta, che ha visitato e le è rimasto nel cuore, quale sceglierebbe?
Quando faccio un viaggio per scrivere una guida immancabilmente si crea un legame particolare con i luoghi che visito e quando sono a casa, mi prendono delle crisi di nostalgia che mi costringono a ritornarci appena possibile. Se dovessi scegliere qualche luogo in particolare, in Italia non possono mancare le montagne di casa, il Monte Bianco e il Cervino, l’Alpe di Siusi e il Passo delle Erbe con il Sass de Putia, l’entroterra della Romagna, le Colline del Prosecco e il centro di Treviso, le Isole Eolie, delle quali sto scrivendo la guida proprio in questi giorni. All’estero, il Portogallo è in cima alla lista, ma si contende il primato con i grandi spazi della Patagonia.