Gesellschaft | Affollamento nelle classi

Scuola in crescita e "coperta corta"

Le scuole superiori di Bolzano hanno lanciato l'allarme rosso, evidenziando le conseguenze che il blocco degli organici comporta sulla qualità di apprendimento e insegnamento.
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Foto: (c) Salto.bz

In questi giorni nelle scuole di Bolzano l'atmosfera è bollente e non solo per effetto del meteo. Della tematica delle classi sovraffollate se ne sono occupati abbondantemente i quotidiani Alto Adige e Corriere dell'Alto Adige, segnalando la situazione venutasi a creare presso l'ITC di via Cadorna e, in particolare, al Pascoli di via Druso. 

Il problema è originato dal contrasto "naturale" tra il blocco dell'organico degli insegnanti, in vigore per la spending review, e l'aumento degli studenti registratosi nelle scuole superiori. La ciliegina sulla torta di questa situazione esplosiva sono le risorse che in questi anni sono state spostate in termini di personale (soprattutto copresenze) per quanto riguarda la cosiddetta didattica innovativa, e cioè in particolare le preziose classi bilingui nelle scuole elementari e medie.
Come venirne fuori?

Non è facile. Nelle ultime ore alcuni dirigenti sono ricorsi all'extrema ratio di procurare un "allarme a mezzo stampa" - così l'ha definito la sovrintendente Minnei nella sua smentita - ricordando che il lavoro di formazione delle classi per il prossimo anno scolastico, febbrilmente in corso in queste ore, è arrivato pericolosamente a sfiorare i 30 alunni per classe, in particolare alle Pascoli, con il rischio di arrivare anche a sfiorare i 34 con gli inevitabili assorbimenti in autunno degli studenti che non saranno riusciti a recuperare i "debiti" pregressi. 
L'assessore Tommasini, da noi interpellato, ha messo le mani avanti dichiarando che la sovrintendente Minnei gli ha assicurato che "non ci saranno assolutamente classi di 30 alunni". 

Ma esiste un altro problema, legato nello specifico al meccanismo tecnico che regola gli incarichi degli insegnanti. 
Il blocco dell'organico implica inevitabilmente che nelle varie scuole alcuni insegnanti - quest'anno alle Pascoli sono 8 - diventino "perdenti posto", anche se restanti di ruolo. La conseguenza di ciò è che tali insegnanti sono di fatto costretti a presentare in sovrintendenza entro la primavera delle domande di trasferimento che - seppur "condizionate" e quindi soggette in autunno ad una sorta "revisione" e quindi reintegrazione nelle loro scuole d'origine in seguito ai riconteggi degli alunni - di fatto li allontano dalla prospettiva di una continuità didattica con i loro studenti. 
Ricordiamo che per i tempi lunghi della scuola in termini di immissione in ruolo, spesso questi insegnanti "perdenti posto" sono tutt'altro che dei novellini: si tratta spesso di 45/50enni, che magari da anni si sono distinti per la loro professionalità e creatività in termini di "aree di progetto". 
Un altro triste problema riguarda il "sostegno": anche per gli alunni svantaggiati la coperta ormai da qualche anno è decisamente corta e purtroppo alcuni di loro hanno iniziato a non poter godere più dell'aiuto specifico. 

Insomma: nella scuola la razionalizzazione può portare, se compiuta senza un'adeguata concertazione, a scontri e lacerazioni. Che sono l'ultima cosa di cui le famiglie hanno bisogno, in questo inizio d'estate.