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“Lavorare qui è impossibile”

La protesta del personale di guardia del carcere di via Dante. Fato (UILPA): “Non ci sentiamo tutelati”. La direttrice Nuzzaci: “Garantiti i diritti dei detenuti”.
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Foto: upi

Le croniche criticità legate al carcere di Bolzano sono innegabili eppure qualche precisazione è d’obbligo. Questo il senso alla base dell’intervento della direttrice della struttura di via Dante Anna Rita Nuzzaci giunto, in particolare, a seguito di quanto emerso dal sopralluogo di venerdì scorso (16 giugno) del consigliere provinciale dei Verdi Riccardo dello Sbarba, dal senatore Francesco Palermo e dall’avvocato radicale Fabio Valcanover. Una delle richieste formulate nella mozione del Gruppo Verde in consiglio provinciale riguarda l’istituzione di un Garante dei detenuti sul territorio, figura - specifica la direttrice - che esiste già per nomina comunale. In quanto agli episodi di autolesionismo Nuzzaci riferisce invece che si è verificato un unico caso in cui un detenuto tossicodipendente si sia cucito occhi e bocca per attirare l’attenzione al fine di poter essere trasferito in una comunità terapeutica.

“Non ho mai detto che questa protesta servisse per cercare di parlare con il giudice di sorveglianza o per avere una visita medica, né che il carcere è completamente fuori norma, forse c'è stato un fraintendimento”, afferma la direttrice sottolineando il fatto che la magistratura di sorveglianza segue con attenzione e costanza la situazione dei detenuti, i cui diritti sono garantiti, e che il medico è presente nella struttura 12 ore al giorno, festivi compresi, senza contare le due ore nei giorni feriali dedicate alla cura delle tossicodipendenze. E ancora: lo spazio minimo di 3 metri a detenuto è assicurato ma il problema del sovraffollamento resta; di recente sono state realizzate tre salette per la lettura e per le attività di socializzazione, con un tavolo da ping pong e un calcio balilla, spiega la direttrice. 

"Il problema più grande è che dal muro di cinta continuano a lanciare dentro il carcere pasticche di ecstasy, ma anche eroina, cocaina, marijuana, oltre che i telefonini. E se passa indisturbato un cellulare potrebbe entrare anche una pistola"

Sobbolle, nel frattempo, tuttavia, l’insofferenza del personale di polizia penitenziaria, “il problema più grande - chiosa Franco Fato del sindacato Uil penitenziari (UILPA) - è che dal muro di cinta continuano a lanciare dentro il carcere pasticche di ecstasy, ma anche eroina, cocaina, marijuana, oltre che i telefonini. E se passa indisturbato un cellulare potrebbe entrare anche una pistola”. E poi, come già accennato, c’è il fattore sovraffollamento che preoccupa non poco il personale di custodia. Ad oggi i detenuti sono 109 e la capienza massima è di 87 unità.

 

“Il Provveditore ci aveva promesso che non si sarebbe superata la soglia dei 100 - dichiara Fato -, ma continuano ad essere eseguiti arresti ‘inutili’ durante la sera per oltraggio o resistenza a pubblico ufficiale e i fermati non dovrebbero nemmeno passare per il carcere, dal momento che non ci sono camere di sicurezza, però, queste persone finiscono in prigione da cui escono due giorni dopo se non l’indomani. Nel frattempo per noi si crea disagio, abbiamo sempre di più problemi di ordine, con i detenuti che litigano in cella e poi gestire i tossicodipendenti con le crisi d’astinenza è molto difficile”.

"L’ultimo interpello per i commissari è andato a vuoto, non ci vuole venire nessuno qui"

La prospettiva del nuovo carcere - i cui lavori dovrebbero partire nel 2018 -  non sembra poter essere etichettata, secondo il sindacalista, come la “panacea di tutti i mali”: “Se non mandano più personale, la situazione peggiorerà nel nuovo carcere, così come accade nella nuova struttura di Rovigo che funziona solo al 20-30%, con i colleghi che fanno turni di 10-12 ore anziché di 6. Temo che a Bolzano succederà la stessa cosa, già adesso è impossibile lavorare in questo posto, molti agenti fanno domanda di trasferimento anche perché non si sentono tutelati dalla direttrice che a ogni occasione li punisce con la censura (sanzione disciplinare, ndr) e il risultato è che la demotivazione cresce. L’ultimo interpello per i commissari, per esempio, è andato a vuoto, non ci vuole venire nessuno qui”. Una delle cause, dice Fato, è il bilinguismo, “è un problema in più per noi e già ne abbiamo molti, ma quello che mi chiedo è: se il 100% del personale di guardia è meridionale e la maggior parte dei detenuti è straniera, a cosa serve il tedesco in questo istituto?”.