Jazz
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Kultur | Il Cappuccino

La musica della vita

Fra Jazz e musica "colta", ecco gli appuntamenti dell'estate sudtirolese che è bene non lasciarsi scappare.

Pochi giorni dopo l’indimenticabile e stregato concerto di Paolo Conte alle Terme di Caracalla (verosimilmente l’unico luogo di Roma dove la sindaca Raggi non riuscirà a fare danni), questa rubrica prova a consigliare qualche appuntamento musicale di questa estate sudtirolese.

E, proprio in omaggio all’avvocato astigiano autore di musiche e testi stranianti e sublimi (generazioni di critici musicali hanno sempre voluto salutarlo dopo i concerti contando anche di incontrare anche la sua bellissima moglie), eccoci a segnalare il Südtirol Jazzfestival, poi il Merano Jazz Festival e – da cercare con cura nella Rete ma non solo – tutti ma proprio tutti I concerti di Helga Plankensteiner e di Miki Loesch. 

Per date e luoghi, anche qui la Rete sarà molto utile. E lo stesso vale per le date della Val Badia o alla ricerca di qualche appuntamento jazz meno inquadrato dai riflettori ma altrettanto intrigante.

Ma, proprio pensando all’unico Conte del quale tendiamo – almeno fino ad ora – a fidarci, vale la pena di uscire dai territori jazz (di per sé multikulti e “aperti” da sempre) per dedicare qualche riga ai due Festival estivi di musica “colta” (sinfonica, da camera, di ricerca storica e di sperimentazione) confermati a Dobbiaco nelle prossime settimane. Prima le prestigiose MahlerWochen, poi i Festspiele.

 

Ogni tanto, dietologi e psichiatri riesumano la bellezza della musica e le sue doti terapeutiche: di solito hanno ragione.

 

A Bolzano, ecco poi il FestivalBozen e a Merano il Südtirol festival (conosciuto fino allo scorso anno come Settimane musicali meranesi). Un nome per ciascuno dei due calendari: Grigory Sokolov e Martha Argerich, non a caso due titani del pianismo. E come dimenticare allora, ancora a Merano, quel colosso della tastiera (jazz) che è Franco d’Andrea?

Ogni tanto, dietologi e psichiatri riesumano la bellezza della musica e le sue doti terapeutiche: di solito hanno ragione.

A noi comunque piace ancora citare Paolo Conte, a proposito non solo dell’universo dei suoni ma delle nostre piccole e indomite esistenze: “Per chi è appassionato di jazz un errore è la possibilità di aprire un'altra strada, avere nuova luce. Quello che è disastro in orchestra è benvenuto nel jazz”. 

Vuoi vedere che anche le grandi orchestre si abbondoneranno a qualche errorino e a qualche improvvisazione? Non sarebbe la prima volta. E non sarebbe, probabilmente, neanche sbagliato. Come nella vita, appunto.

 

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