Wirtschaft | lo studio

Il denaro non è tutto

Presentato oggi lo studio della qualità della percezione di vita in Alto Adige in relazione al turismo. Malessere diffuso per ambiente, caroaffitti e mobilità.
Tourismus
Foto: Othmar Seehauser

“Il turismo è il pilastro dell’economia altoatesina e continuerà ad esserlo ancora a lungo”. Lo afferma l’assessore provinciale Arnold Schuler all’interno della conferenza di presentazione dello studio sulla percezione della qualità della vita della popolazione altoatesina, in relazione all'influenza del turismo, condotto dal Centro di Competenza Turismo e Mobilità della Libera Università di Bolzano, in collaborazione con la Ripartizione Turismo. La ricerca è stata realizzata con lo scopo di intercettare le preoccupazioni della cittadinanza e identificare quello che l’assessore definisce “deficit di informazione”, ovvero l’asimmetria che può verificarsi tra percezione di un fenomeno e la realtà. 

 “Se non fosse stato per il turismo non sarebbero state realizzate numerose infrastrutture ed erogato servizi che servono anche ai residenti – è quanto afferma Schuler – tuttavia ci sono anche dei lati negativi”.

Lo studio ha raccolto 2.096 questionari online tra aprile e luglio 2022. Il campione utilizzato è stato strutturato cercando di rispecchiare la società altoatesina : l'11,3% degli intervistati lavora nel turismo, il 12,3% è in pensione, il 25,1% ha una laurea e il 4,6% non possiede un'auto.

 

Per Thomas Bausch, responsabile della ricerca, rispetto al fenomeno turistico non si può parlare di polarizzazioni, quanto piuttosto di posizioni differenziate. Sebbene ci sia una percezione omogenea della ricaduta economica positiva del turismo, fa notare Bausch, non sono trascurabili gli effetti negativi negli ambiti della salvaguardia della natura e dell'ambiente, della mobilità, della disponibilità di alloggi, della cementificazione, del costo della vita, le scarse opportunità di ritrovo nel tempo libero per i giovani.

In particolare, si registra un sensibile malcontento verso le imprese, soprattutto turistiche ma in parte anche agricole, ritenute responsabili dello scarso impegno nella tutela del clima e della mitigazione del proprio impatto sull’ambiente. L’impatto del turismo sulla popolazione è tale che solamente il  17,7% degli intervistati dichiara di non venirne influenzato.

Lo studio mostra chiaramente che l’offerta turistica è satura: il 43,8% chiede di diminuirne la portata (contro il  7,4% dei partecipanti che si è espresso per un'ulteriore crescita).

Molta insofferenza è stata espressa per il costo della vita locale: la metà degli intervistati ha confermato il proprio giudizio negativo, con il 15% che ha espresso una valutazione “pessima”. Voti negativi anche per i prezzi degli immobili e degli affitti per oltre la metà dei partecipanti, che riconducono il fenomeno proprio al turismo.

“La politica ha già dato alcune risposte, come il Bettenstopp e le limitazioni degli accessi al lago di Breies. Alcuni benefici li stiamo già riscontrando ma – conclude Schuler - è sul medio-lungo periodo che potremo valutarne davvero gli effetti”.