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Olimpiadi, Bolzano torna in pista

Giochi invernali 2026: senza Torino resta il tandem Milano-Cortina con Val di Fiemme “più Bolzano per l'hockey e Anterselva per il biathlon”, dice Heinz Gutweniger (CONI)
Olimpiadi
Foto: upi

Il governo si sfila, Torino non ci sta: impossibile portare avanti la candidatura “a tre” Torino-Milano-Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026. Un compromesso emerso la scorsa estate dopo lunghe trattative che però non aveva convinto le due metropoli del Nord, fra frecciate e veleni. Ma tra i due litiganti il terzo gode. E così prende quota l'ipotesi di una candidatura olimpica “lombardo-veneta” Milano-Cortina, senza la pentastellata Torino. Un'ipotesi ancora in via di definizione, ma assai più interessante per il Sudtirolo, che con le sue strutture sportive potrebbe ritagliarsi un ruolo di primo piano.

Io l'ho sempre detto” spiega Heinz Gutweniger, presidente del CONI in Alto Adige: “Parlando col presidente nazionale del CONI Giovanni Malagò già un anno fa, quando siamo spariti dalla circolazione ufficiale, lui mi ha sempre ripetuto: stai tranquillo, alla fine rispunterà l'Alto Adige. E così è successo, perché togliendo Torino loro hanno bisogno di noi, se vogliono fare qualcosa a Cortina. Ad Anterselva ci saranno i mondiali del 2020, per cui sarebbe già tutto pronto per eventuali olimpiadi. E poi Bolzano ha avuto visita dalla commissione di Innsbruck lo scorso anno e hanno ritenuto il Palaonda adeguato alle partite di hockey su ghiaccio. Non la finale perché ci vogliono 15-16mila posti, ma per un girone di andata si potrebbe benissimo fare”. Oggi Malagò sarà a Losanna per parlare della possibilità di candidare le rimanenti Milano e Cortina, dopo il “no” a Torino in lotta con Milano: “Domani ci sarà una riunione a Rimini dove saranno presenti tutti i presidenti regionali e lì parleremo sicuramente con Malagò anche di questo fatto”.

C'è chi chiede alla sindaca di Torino Chiara Appendino di ripensarci: Gutweniger spera invece che il capoluogo piemontese esca definitivamente da questa partita. È stato un ostacolo questa triade? “Ostacolo nel senso che lì c'è di mezzo la politica, non le infrastrutture – spiega il presidente altoatesino – Torino avrebbe la possibilità di ristrutturare la pista artificiale di bob, skeleton e slittino, ma spendendo 50 milioni: non è che si possa gareggiare nelle strutture esistenti, rimaste così come sono. Adesso è rimasta Cortina in lizza con la val di Fiemme per il fondo e per il salto, e noi restiamo del parere di non costruire mega-strutture ma di offrire ciò che abbiamo: il Palaonda di Bolzano e l'arena di biathlon ad Anterselva”.

Già oggi ci sarà un primo contatto con Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale, “vediamo cosa riesce a ottenere Malagò: c'è chi dice siano troppi 500 chilometri tra Milano e Cortina, non ve li diamo. Ma visto che Sion in Svizzera, Stoccolma e Graz si sono ritirate, restano Sapporo, Calgary (Canada) ed Erzurum (Turchia): adesso abbiamo veramente le carte in regola”.