Nel giugno scorso il segretario del Pd Nicola Zingaretti si è rivolto al premier Giuseppe Conte con la richiesta di non usare più le scuole per i seggi elettorali. “È un’ottima idea”, ha risposto il capo del governo, promettendo di incaricare la ministra degli interni Lamorgese di trovare locali alternativi. Ma l’idea di usare immobili della guardia di finanza o edifici di proprietà pubblica non utilizzati fallì ben presto. Alcuni sindaci hanno offerto di propria volontà degli edifici comunali, poi la questione si è persa nel calore estivo.
Ma quella di chiudere le scuole per il voto non è l’unica anomalia italiana. Ne fa parte anche il fatto che è l’unico Paese dove si vota per due giorni. E dove già il sabato nelle scuole scelte squadre di operai municipali con i loro attrezzi costruiscono robuste cabine di legno dove in altri paesi basta un tavolino con uno schermo di plastica per garantire la privacy.
Ma in molti altri paesi gli elettori per esprimere il proprio voto non devono affatto lasciare la propria casa per recarsi alle urne. In quasi tutti i paesi dell’Unione europea esiste da anni il voto per corrispondenza.
È un sistema semplice ed efficace. Il cittadino chiede ai rispettivi uffici comunali di inviargli per tutte le future elezioni la scheda per posta. È contenuta in una busta già prestampata con l'indirizzo del rispettivo ufficio elettorale e può essere spedita anche alcune settimane prima del voto - basta imbucarla in una qualsiasi cassetta postale.
Alle ultime politiche in Germania quasi un terzo dei tedeschi ha votato con questo sistema, molto diffuso particolarmente nelle grandi città.
Ma non è certo l’unico sistema di voto a distanza. Si sa che nei paesi baltici la digitalizzazione è molto diffusa e quasi la metà della popolazione esprime il proprio voto via internet, identificandosi con la carta d'identità digitale. E lì i risultati elettorali si conoscono immediatamente dopo la chiusura dei seggi - il conteggio è automatico e veloce e riduce a zero gli errori. In Italia per conoscere i risultati definitivi bisogna attendere il giorno dopo.
Ma non bisogna andare fino in Estonia per studiare questo sistema. Viene praticato anche nella vicina Svizzera per le elezioni cantonali. Peccato che nessun partito abbia nel proprio programma l’uscita dal medioevo elettorale. In Italia, dove questa volta si vota anche in 7 regioni, lo scrutinio inzia solo il martedí. Altro che era digitale.